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Partita Iva Jobs Act

Nuovo Jobs Act: ecco le novità per partite iva e smart working

Il nuovo Jobs Act regolamenta lo smart working e introduce importati norme per tutti i possessori di partita iva   Approda oggi alla Camera il cosiddetto nuovo Jobs Act, o più tecnicamente Decreto legge sul Lavoro autonomo. Il provvedimento che tornerà poi al Senato per l’approvazione definitiva introduce importanti novità per ben due milioni di…

Il nuovo Jobs Act regolamenta lo smart working e introduce importati norme per tutti i possessori di partita iva

 

Approda oggi alla Camera il cosiddetto nuovo Jobs Act, o più tecnicamente Decreto legge sul Lavoro autonomo. Il provvedimento che tornerà poi al Senato per l’approvazione definitiva introduce importanti novità per ben due milioni di lavoratori autonomi.

Più tutele per la maternità, per la malattia o per infortunio; nuove norme per le transazioni commerciali e contro i ritardi nei pagamenti, nuove spese deducibili e regolamentazione del per tutti coloro che “smart working”, o lavoro agile, per dirla all’italiana. Ma non solo: la grande novità per i lavoratori autonomi è che potranno partecipare a bandi e appalti pubblici per l’assegnazione di incarichi di consulenza o ricerca (senza fare concorrenza alle aziende). I professionisti, poi, vengono equiparati alle Pmi anche per quello che riguarda ’accesso ai piani operativi regionali e nazionali a valere sui fondi strutturali europei. Ma andiamo per gradi.

Le nuove tutele sui pagamenti

Il decreto legge prova a tutelare il lavoratore autonomo, contro i ritardi di pagamento dei compensi. Le nuove norme, poi, considerano “abusive e, pertanto, vietate le clausole che, all’interno di un contratto che abbia ad oggetto una prestazione di lavoro autonomo, realizzino un eccessivo squilibrio contrattuale tra le parti in favore del committente”, si legge nella bozza del Decreto legge lavoratori autonomi.

In particolare, non sono a norma di legge tutte le clausole che riservino al committente la facoltà di modificare unilateralmente le condizioni del contratto; quelle che attribuiscano al committente la facoltà di recedere dal contratto senza congruo preavviso; tutti i termini di pagamento superiori ai sessanta giorni dalla data di ricevimento da parte del committente della fattura o di una richiesta di pagamento di contenuto equivalente; e il rifiuto del committente di stipulare in forma scritta gli elementi essenziali del contratto.

Nuove spese deducibili

Con le nuove norme, le spese di partecipazione a convegni, congressi e simili o a corsi di aggiornamento professionale, incluse quelle di viaggio e soggiorno, sono deducibili nella misura del 50 per cento del loro ammontare, “entro il limite annuo di 10.000 euro, le spese per l’iscrizione a master e a corsi di formazione o di aggiornamento professionale nonché le spese di iscrizione a convegni, congressi e simili sono integralmente deducibili”.

Indennità di disoccupazione

Con il nuovo Jobs Act, l’indennità di disoccupazione per i collaboratori, anche a progetto, diventa strutturale, ed è estesa anche ad assegnisti e dottorandi di ricerca con borsa di studio, a fronte di un incremento dell’aliquota contributiva dello 0,51 per cento.

Accesso agli appalti pubblici

lavoroI lavori autonomi possono anche partecipare a bandi e appalti pubblici per l’assegnazione di incarichi di consulenza o ricerca (senza fare concorrenza alle aziende). “Le amministrazioni pubbliche nazionali e locali promuovono, in qualità di stazioni appaltanti, la partecipazione dei lavoratori autonomi agli appalti pubblici, in particolare favorendo il loro accesso alle informazioni relative alle gare pubbliche” si legge nel Ddl, “adattando, laddove possibile, i requisiti previsti dai bandi e dalle procedure di aggiudicazione alle caratteristiche di tali lavoratori”.

Malattie, infortuni e gravidanze

Sempre a tutela del lavoratore a partita iva, la normativa prevede nuove norme in caso di malattia, infortunio e gravidanza. Se si svolge un’attività continuativa per il committente, il rapporto di impiego non si estingue (senza diritto a corrispettivo) e può essere sospeso fino a 150 giorni. “La gravidanza, la malattia e l’infortunio dei lavoratori autonomi non comportano l’estinzione del rapporto contrattuale che rimane sospeso, senza erogazione né maturazione del corrispettivo”. Recita il ddl.

Non solo: in caso di maternità, previo consenso del committente, la neo-mamma potrà essere sostituita da altri colleghi di fiducia, in possesso dei requisiti professionali. “In caso di malattia di gravità tale da impedire lo svolgimento della attività professionale per una durata superiore ai 60 giorni – specifica il nuovo Jobs Act – il versamento degli oneri previdenziali è sospeso per l’intera durata del periodo di malattia fino ad un massimo di due anni. A decorrere dall’ultimo giorno del mese successivo a quello di cessazione della malattia il lavoratore autonomo è tenuto ad effettuare il pagamento del debito previdenziale maturato durante il periodo di sospensione, in rate mensili nell’arco di un periodo pari a tre volte quello di sospensione”.

Indennità di Maternità

Una buona nuova per le mamme con partita Iva. L’indennità di maternità “viene erogata, indipendentemente dalla effettiva astensione dall’attività, dall’INPS a seguito di apposita domanda in carta libera, corredata da un certificato medico rilasciato dall’azienda sanitaria locale competente per territorio, attestante la data di inizio della gravidanza e quella presunta del parto ovvero dell’interruzione della gravidanza spontanea o volontaria”.

Jobs act e Smart Working

Per la prima volta un decreto legge prova a regolamentare lo smart working, a cui non si applicano le norme e i contratti collettivi relativi al telelavoro. Il lavoro agile, infatti, è definito “una prestazione di lavoro subordinato” che si svolge attraverso “una prestazione lavorativa svolta solo in parte all’interno dei locali aziendali e con i soli vincoli di orario massimo derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva”, con “possibilità di utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa” e “assenza di una postazione fissa durante i periodi di lavoro svolti al di fuori dei locali aziendali”.

Anche l’Italia prevede il diritto alla disconessione

Come stabilito dalle nuove norme, l’accordo scritto tra azienda e lavoratore dovrà disciplinare i tempi di riposo, ovvero il diritto alla disconnessione: “Lo svolgimento della prestazione lavorativa in modalità di lavoro agile è disciplinato da un accordo scritto tra le parti, nel quale sono definite le modalità di esecuzione della prestazione resa fuori dai locali aziendali, anche con riferimento agli strumenti utilizzati dal lavoratore. L’accordo deve altresì individuare le fasce orarie di rispetto dei tempi di riposo del lavoratore”.

La normativa specifica anche che il trattamento economico e normativo non dovrà essere inferiore a quello applicato ai colleghi che svolgono le stesse mansioni all’interno dell’impresa in attuazione dei contratti collettivi.

“Ciascuno dei contraenti può recedere dall’accordo prima della scadenza del termine, se l’accordo è a tempo determinato, o senza preavviso, se l’accordo è a tempo indeterminato, qualora si verifichi una giusta causa. In mancanza di giusta causa, il recesso unilaterale dall’accordo a tempo indeterminato deve essere preceduto da un preavviso espressamente indicato nell’accordo e comunque non inferiore a 30 giorni”, chiarisce ancora la normativa.

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