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Digital Tax

Italia pensa a Digital Tax. Facebook: “Pronti a pagare”

Il caso Apple riapre la questione italiana sulla Digital Tax: il Governo imporrà una tassazione ai giganti del Web a partire dal 2017 o attenderà un regolamento europeo in materia? La Maxi Multa che la commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager ha imposto ad Apple, big americano dell’hi-tech, per aver goduto di vantaggi fiscali illeciti accordati…

Il caso Apple riapre la questione italiana sulla Digital Tax: il Governo imporrà una tassazione ai giganti del Web a partire dal 2017 o attenderà un regolamento europeo in materia?

La Maxi Multa che la commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager ha imposto ad Apple, big americano dell’hi-tech, per aver goduto di vantaggi fiscali illeciti accordati dall‘Irlanda, riapre il tema della digital tax. Si tratterebbe di una tassa annunciata in passato da Matteo Renzi che dovrebbe intercettare l’enorme giro d’affari dei colossi del web, costringendo le aziende tecnologiche a “pagare le tasse nei luoghi dove si fanno transazioni e affari”.

Facebook si dice disposto a pagare la digital tax, ma preferirebbe un regolamento unico e condiviso da tutti gli Stati membri Ue. Partiamo dall’inizio.

Digital tax: l’annuncio del Governo Renzi

“Dopo aver aspettato per due anni una legge europea, dal 1 gennaio 2017 immaginiamo una digital tax che vada a colpire con meccanismi diversi per far pagare tasse nei luoghi in cui sono fatte transazioni ed accordi per i grandi gruppi economici che operano su internet come Google e Apple“, affermava il premier Matteo Renzi a settembre 2015.

Le ipotesi allo studio del Governo

Il Governo è da tempo a lavoro per risolvere la questione, ma non è certo facile trovare la giusta soluzione. Due le ipotesi allo studio: una prevede di tassare i giganti del web attraverso le imposte indirette, ossia assoggettando tutto il fatturato realizzato in Italia ad Iva o magari introducendo una sorta di accisa; l’altra, invece, prevede una tassazione diretta, in base ai profitti generati all’interno del Paese.

Gli esperti dell’Agenzia dell’entrate e del Ministero dell’economia stanno lavorando lavorando soprattutto sulla seconda ipotesi: digital tax, appunto.

E l’Europa?

All’annuncio di Matteo Renzi, l’Europa aveva chiesto all’Italia di attendere una regolamentazione unica della materia. Le singole iniziative sulla tassazione die giganti del web, infatti, avrebbero aggravato “la frammentazione del mercato digitale europeo”. A distanza di 12 mesi, però, l’Europa nulla ha fatto in materia. E la maxi multa imposta ad Apple riapre solo il capitolo più spinoso di una diatriba mai risolta e che l’Europa è chiamata, prima o poi, ad affrontare seriamente.

Tassazione e fisco: le vecchie diatribe

L’Italia ha già affrontato in passato la questione tasse: ad occuparsene sono state l’Agenzia delle Entrate e la procura di Milano. Proprio lo scorso anno, Apple Italia ha versato al Fisco 318 milioni di euro a fronte di una contestazione di un’evasione di 878 milioni in cinque anni.

Il contezioso con Google, invece, è ancora aperto.

Facebook: pronti a pagare Digital Tax

Luca Colombo Digital Tax
Luca Colombo, country manager di Facebook Italia

Se il Governo italiano dovesse decidere per l’introduzione della digital tax, Facebook, il social network statunitense, si dice pronto a pagare.

“Noi rispettiamo le regole. Ci auguriamo però che si trovi una comunanza di intenti, pensiamo possa essere più facile per tutti se c’è un quadro internazionale di norme condivise a livello di Governi. Insomma, per ora rimaniamo alla finestra, appena qualcuno modificherà l’attuale contesti noi ci allineeremo alla nuova fiscalità”, ha affermato al Messaggero Luca Colombo, country manager di Facebook Italia, che si augura un accordo tra Usa, Cina e Europa in materia di tassazione alle aziende del web.

L’Ocse sta lavorando ad una soluzione congiunta, la realtà è che un accordo tra Cina, Stati Uniti ed Europa sulla questione andrebbe a beneficio di tutti e semplificherebbe molto il lavoro delle multinazionali, che non possono inseguire singole fiscalità e logiche nazionali. -ha continuato Colombo- E’ un tema ancora da esplorare e prima o poi arriveremo ad una soluzione. L’auspicio è che sia il più velocemente possibile, ma sta tutti su tavoli governativi”.

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