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Investimenti

Fmi: crescita italiana più lenta del previsto. Pesa anche la Brexit

Brexit e crisi delle banche, ma anche l’incertezza legata al referendum costituzionale previsto per ottobre: ecco i motivi per cui il Fondo Monetario Internazionale rivede al ribasso le previsioni sulla crescita italiana Il Fondo Monetario Internazionale, Fmi, ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita 2016-2017 per l’Italia. C’è una ripresa, ma sarà più lenta…

Brexit e crisi delle banche, ma anche l’incertezza legata al referendum costituzionale previsto per ottobre: ecco i motivi per cui il Fondo Monetario Internazionale rivede al ribasso le previsioni sulla crescita italiana

Il Fondo Monetario Internazionale, Fmi, ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita 2016-2017 per l’Italia. C’è una ripresa, ma sarà più lenta del previsto, con il pil, secondo l’Fmi, che quest’anno aumenterà sotto l’1% e nel 2017 dell’1%. Ma anche questo scenario presenta dei rischi al ribasso: è necessario “che gli sforzi per realizzare le necessarie riforme siano pienamente portati a compimento e approfonditi”, sottolineano gli analisti. “Se i rischi al ribasso sulla crescita italiana dovessero materializzarsi le ricadute regionali e globali sarebbero consistenti, visto il peso specifico dell’economia italiana”.

Perchè la crescita dell’Italia rallenta?

La Brexit e l’incertezza sui mercati

I fattori che incidono sulla rivisitazione delle stime al ribasso sono più di uno, ma quel che è certo è che l’Italia paga la decisione della Gran Bretagna di lasciare l’Europa. La Brexit e l’incertezza che questa causa sui mercati pesano (e non poco) sui conti del Bel Paese: “Dal referendum nel Regno Unito, i prezzi azionari si sono trovati sotto una rinnovata pressione. L’indice azionario principale in Italia, il Ftse MIB, e’ sceso del 9%; le quotazioni azionarie delle banche sono calate di circa il 25%. La crescita dovrebbe rimanere poco al di sotto dell’1 per cento quest’anno”, spiegano gli analisti.

Sulle stime pesa anche il rischio Grexit.

Il referendum costituzionale e la crescita italiana

Ma non si tratta solo di Brexit. L‘Italia, come riconosce l’Fmi, vive un momento piuttosto complesso. Ad influire sulla crescita dell’Italia è anche la prospettiva ravvicinata del referendum costituzionale: l’esito del voto, condizionerà le scelte di investimento e, dunque, la futura crescita.

“Sta al popolo italiano decidere come vuole votare al referendum costituzionale e che tipo di sistema elettorale e senato vorrebbe avere. Non commenterei su questo. Ci sono elementi importanti all’interno delle riforme costituzionali che sono legati allo snellimento delle responsabilità nei diversi livelli del governo con l’obiettivo di agevolare il processo decisionale, che potrebbe avere benefici. Se questo avrà la probabilità di esacerbare l’incertezza, ovviamente questo è uno degli elementi che uno può vedere come parte di un insieme più ampio di fattori che stanno condizionando l’outlook”, ha spiegato Rishi Goyal, a capo delle missione dell’istituto in italia.

crescita italiana

La questione banche

Il rapporto sulla futura crescita italiana tocca anche l’argomento della sofferenza delle banche, che con i loro 360 miliardi di euro di crediti deteriorati nei bilanci frenano gli investimenti e la crescita. L’Fmi evidenzia l’assoluta necessità che l’Italia continui il processo verso l’Unione Bancaria, con l’entrata in vigore della Vigilanza unica e del meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie, prevista dalla Normativa Europea BRRD.

A tal proposito, Rishi Goyal ha ribadito che in particolari casi l’Italia non deve trascurare l’eventualità dell’intervento pubblico in campo bancario. Proprio la direttiva Brrd prevede la possibilità di una ricapitalizzazione precauzionale con intervento pubblico temporaneo, nel caso si profilino rischi di tipo sistemico connessi agli stress test. Un intervento pubblico “è una delle opzioni in base alle norme esistenti. Riteniamo che il contesto normativo attuale offra abbastanza flessibilità per affrontare la situazione, stiamo parlando di un sostegno governativo in caso di emergenza, se si materializzassero eventi in grado di mettere la stabilità finanziaria a rischio. Siamo in regolare contatto con le autorità italiane, che sono consapevoli del problema e che lo seguono. E’ nel giudizio delle autorità, nell’ambito del contesto regolatorio esistente, decidere come muoversi”, ha affermato il capo della missione per l’Italia .

Nel caso di una risoluzione bancaria, spiegano anche dall’Fmi, i risparmiatori che hanno investito in obbligazioni subordinate sono chiamati a sopportare i costi del salvataggio interno: è per questo che l’Italia deve pensare a pratiche di misselling per i clienti al dettaglio, migliorando la qualità delle informazioni e soprattutto accrescendo i controlli.

Il Rapporto del Fondo Monetario Italiano sulla crescita italiana.

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