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Draghi

Tutte le novità (non troppo positive per l’Italia) in arrivo dalla Bce

Il commento di Anna Maria Grimaldi, senior economist della direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, sulla conferenza stampa del presidente della Bce Mario Draghi La Bce ha deciso di rivedere la guidance sugli acquisti e di rimuovere dal comunicato ufficiale il riferimento ad un aumento dei volumi di intervento. Draghi ha cercato di spiegare…

La Bce ha deciso di rivedere la guidance sugli acquisti e di rimuovere dal comunicato ufficiale il riferimento ad un aumento dei volumi di intervento. Draghi ha cercato di spiegare che si tratta di un cambiamento di minor importanza dal momento che il riferimento era stato introdotto nel 2016 quando la BCE aveva annunciato la riduzione degli acquisti da 80 a 60 miliardi di euro. Tuttavia, si tratta innegabilmente di un primo passo verso la conclusione del QE, del resto l’euro si è mosso rapidamente sull’annuncio tornando in area 1,2438 per poi tornare indietro.

LE REAZIONI

L’azionario non sembra essere scalfito dalla news. Anche l’obbligazionario non sembra aver accusato il colpo, anzi il 10 anni Bund è tornato marginalmente indietro. Rimuovere il riferimento ad un aumento degli acquisti era un passo obbligato per poi annunciare un graduale spegnimento del programma, pensiamo entro il 2018.

LE CONFERME

La Bce ha, invece, confermato la guidance sulla politica di reinvestimento e soprattutto la guidance sui tassi. Draghi ha sottolineato che la comunicazione sui tassi è un elemento cardine dell’orientamento di politica monetaria. Lo scenario di crescita al di sopra del potenziale fino al 2020 è stato confermato dalle nuove previsioni. La stima per il 2018 è stata rivista al rialzo di un decimo al 2,4%; si aspetta ancora una crescita delll’1,9% nel 2019 e dell’1,7% nel 2020.

I RISCHI

I rischi per la crescita sono giudicati come circa bilanciati. I fattori domestici indicano come possibile una crescita più forte nei prossimi trimestri ma il quadro internazionale introduce maggiore incertezza sulle previsioni di crescita nel medio termine. I rischi dal contesto internazionale non derivano solo dalle politiche protezionistiche di alcune amministrazioni ma anche dal rischio di deregolamentazione finanziaria.

LE STIME

Le stime di inflazione mostrano una dinamica stabile all’1,4% nel 2018 – 2019 e in aumento all’1,7% nel 2020. Le stime sono state riviste marginalmente al ribasso solo nel 2019. Draghi non ha fornito molti indizi su quando si avrà il prossimo aggiornamento sulle mosse di politica monetaria. Ragionevolmente prima della pausa estiva, il Consiglio dovrà fornire indicazioni di massima sul programma di acquisto dopo settembre 2018. Il criterio rimane ancora la convergenza dell’inflazione sottostante verso il target e un ampio grado di fiducia sul sentiero stesso.

LO SCENARIO MACRO

A marzo alcuni membri erano più fiduciosi altri propensi a mantenere un approccio prudente. La valutazione dello scenario macro verrà aggiornata il 6 giugno indicazioni sul futuro del QE potrebbero arrivare in quella data. Il vero market mover del 2018 sarà una revisione alla guidance sui tassi. Non ci aspettiamo novità a riguardo prima dell’autunno, anche se il Consiglio potrebbe voler anticipare cosa intende per “tassi fermi ben oltre la fine degli acquisti”.

LA NOSTRA PREVISIONE

Pensiamo che sia ragionevole che la BCE avvii un ciclo di rialzi nella prima parte del 2019. Il ciclo di rialzo dei tassi in Europa dovrebbe essere in ogni caso moderato. Con la fine del mandato di Draghi le politiche non convenzionali dovrebbero essere storia.

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