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Fcas, perché il Belgio minaccia di mollare il caccia di sesta generazione di Germania, Francia e Spagna

Il Belgio sta riconsiderando il suo ruolo nel Future Combat Air System (Fcas), il progetto di sistema di combattimento aereo del futuro di Germania, Francia e Spagna, a seguito delle aspre critiche da parte del ceo di Dassault Aviation circa la decisione di Bruxelles di acquistare ulteriori caccia multiruolo F-35A, prodotti dall'americana Lockheed Martin. Tutti i dettagli.

Il Belgio riconsidera il ruolo nel Future Combat Air System (Fcas), il progetto di sistema di combattimento aereo del futuro di Francia, Germania e Spagna, e indirettamente c’entra la decisione di comprare gli F-35 americani.

Lanciato nel 2017, il programma franco-tedesco-spagnolo – dal valore stimato di oltre 100 miliardi di euro – è progettato per sostituire il Rafale francese e gli Eurofighter tedeschi e spagnoli a partire dal 2040. Il Fcas ruota attorno allo sviluppo di un aereo da caccia di prossima generazione, di portaerei remote e di un cloud da combattimento. Il progetto coinvolge le società di difesa nazionali Dassault Aviation, Airbus e la spagnola Indra. Va ricordato che Dassault Aviation produce il caccia francese Rafale, mentre Airbus costruisce l’Eurofighter, operativo in Germania e Spagna.

Ad oggi il programma Fcas sconta ritardi dal momento che le aziende coinvolte hanno discusso a lungo sulla proprietà intellettuale e sulle politiche di esportazione. Il Belgio è un membro osservatore, ma la scorsa settimana ha dichiarato di aver stanziato 300 milioni di euro per il programma e che chiederà di diventare membro a pieno titolo “il prima possibile”.

Ma ora Bruxelles non è più così sicuro di aderire al progetto dopo che il ceo di Dassault Aviation, Éric Trappier – uno dei principali appaltatori del programma Fcas – ha dichiarato che il Belgio non avrebbe potuto aderire al progetto se avesse acquistato anche i jet F-35.

“È improbabile che la potenziale riconsiderazione da parte del Belgio della sua candidatura per lo status di partner a pieno titolo nel Fcas abbia un impatto significativo sul progetto, sebbene evidenzi le tensioni politiche al suo interno”, osserva Reuters ricordando che proprio Dassault ha espresso preoccupazione per il futuro del Fcas, nel contesto di una disputa con Airbus sulla leadership e il controllo del programma.

Tutti i dettagli.

LE CRITICHE DI DASSAULT A BRUXELLES SUGLI F-35

Annunciando i risultati finanziari trimestrali di Dassault la scorsa settimana, il ceo dell’azienda Trappier aveva dichiarato: “Se (il Belgio) rinunciasse all’idea di acquistare gli F-35, sarebbe il benvenuto. Altrimenti, ci sta davvero prendendo in giro”.

Il numero uno di Dassault ha motivato le sue parole spiegando che l’adesione al Fcas richiede un impegno nei confronti dell’industria della difesa europea e ha messo in guardia i paesi che cercano i benefici del programma senza acquistare equipaggiamenti di fabbricazione europea. I paesi vogliono i posti di lavoro creati dal programma, “ma acquistano dagli Stati Uniti. È tutto piuttosto strano”, ha detto Trappier.

Nel corso di un’intervista del 14 aprile, il ministro della Difesa belga, Theo Francken, aveva annunciato che il Paese intende acquistare ulteriori caccia multiruolo Lockheed Martin F-35A Lightning II. L’acquisizione fa parte di un programma più ampio volto a rafforzare le capacità dell’Aeronautica Militare belga.

In realtà non è la prima volta che il numero uno di Dassault critica la decisione della Difesa belga di acquistare i jet da combattimento americani. Già nel 2023 il produttore francese si era pubblicamente espresso contro l’ingresso nel programma di paesi europei che hanno già optato per il caccia americano F-35.

LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA BELGA

Tornando alla stilettata ricevuta dal ceo Trappier, in risposta, il ministro della Difesa belga Francken ha dichiarato: “Il governo valuterà la sua posizione nel progetto FCAS. Come padre fondatore della NATO e dell’UE, alleato leale e proprietario del quartier generale, non possiamo prendere lezioni da industriali arroganti”. Un portavoce del ministero della Difesa ha affermato che le sue opinioni, espresse sulla pagina Facebook del ministro, erano “chiare”, ma non ha rilasciato ulteriori commenti.

L’ASSIST DELLA SPAGNOLA INDRA

Nel frattempo, questa settimana ci ha pensato l’azienda di difesa spagnola Indra a sostenere le istanze di Bruxelles nel progetto Fcas, nonostante la forte opposizione pubblica dell’appaltatore francese Dassault Aviation.

La partecipazione del Belgio al progetto multimiliardario per un caccia di nuova generazione rappresenterebbe “un passo positivo nell’attuale contesto geopolitico”, ha dichiarato a Euractiv Jorge San José, direttore del progetto Fcas di Indra. L’aggiunta di un altro Paese al programma congiunto franco-tedesco-spagnolo “rafforza la natura collaborativa” del programma, uno dei progetti di difesa più grandi e ambiziosi d’Europa, ha aggiunto San José.

A CHE PUNTO È IL PROGETTO FRANCO-TEDESCO SPAGNOLO FCAS

Nel dicembre 2022 il programma Fcas è decollato con l’aggiudicazione del contratto di Fase 1B.

A nome dei governi di Francia, Germania e Spagna, la Direzione generale francese per gli armamenti (DGA) ha assegnato a Dassault Aviation (che rappresenta la Francia), Airbus (Germania), Indra (Spagna), Eumet e ai loro partner industriali il contratto per il dimostratore Phase 1B del Future Combat Air System (Fcas). Questo contratto storico, del valore di 3,2 miliardi di euro, coprirà i lavori sul dimostratore Fcas e sui suoi componenti per circa tre anni e mezzo. Le tre nazioni continuano così a lavorare su tutti e tre gli elementi NGWS (Next Generation Weapon System): aerei da combattimento, portaerei remote e cloud da combattimento.

TUTTI I NODI DA SCIOGLIERE

Nel novembre 2023 il ministro della Difesa del Belgio ha rivelato che entro giugno 2025 il paese diventerà la quarta nazione partner insieme a Germania, Francia e Spagna ad aderire al programma di caccia di sesta generazione Future Combat Air System (Fcas).

Come già detto, l’ingresso belga nel programma Fcas ha scatenato polemiche fin da subito.

Ma i problemi non finiscono qui: le continue controversie tra i partner sulla suddivisione del carico di lavoro stanno causando ritardi e raggiungere un accordo sulla fase 2 “richiederà ancora del tempo, questo è certo”, sempre secondo il ceo di Dassault Aviation Trappier, che ha criticato duramente la collaborazione con Airbus nel Fcas durante un’audizione presso la Commissione Difesa dell’Assemblea Nazionale francese questa primavera. “I prossimi mesi fino alla fine dell’anno saranno cruciali per avviare rapidamente la fase di sviluppo vera e propria del programma”, aveva aggiunto.

Senza dimenticare che in Europa c’è un altro progetto concorrente: il Global Combat Air Program (Gcap) il programma tra Regno Unito, Giappone e Italia.

TRA CUI LA RIVALITÀ CON IL GCAP

E proprio il ministro della Difesa belga Francken ha constato che i progetti Fcas e Gcap per i caccia di sesta generazione dimostrano che l’Europa non riesce a integrarsi. “Dovrebbe esserci un caccia europeo di sesta generazione, e poi potremmo venderlo a tutto il mondo. Al momento non stiamo procedendo in questo modo, ed è molto frustrante”, ha affermato il Ministro Theo Francken a un evento dell’Atlantic Council lo scorso maggio, ripreso da Breaking Defense.

“Tutti parlano di difesa europea, di integrazione della difesa europea, ma quando si considera il più grande programma di investimenti per i prossimi 30, 40 anni in difesa, si tratta di caccia di sesta generazione”, ha dichiarato il Ministro della Difesa, Theo Francken, Francken ha affermato che l’Europa ha bisogno di una capacità interna di sesta generazione, ma avere due programmi paralleli che coinvolgono una manciata di paesi diversi non è la strada giusta. Sommando il costo di sviluppo di due aerei separati – che ha stimato in 50 miliardi di euro – alle poche centinaia di unità che si prevede di vendere per ciascuno, il costo è “semplicemente folle; è enorme”.

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