Skip to content

Osservazione Della Terra

Da Sentinel 1-C alla costellazione Iride, ecco i vantaggi dall’Osservazione della Terra dallo spazio

Conversazione di Startmag con Simonetta Cheli, direttrice dei Programmi di Osservazione della Terra dell’Esa e responsabile del centro Esrin a Frascati, in occasione dello Iac 2024 a Milano

Tutto pronto per il lancio di Sentinel 1C, la nuova Sentinella della Terra, parte del programma di monitoraggio ambientale Copernicus di Commissione europea e Agenzia spaziale europea (Esa).

È in programma martedì 3 dicembre 2024 alle 22.20 ora italiana dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana francese, il lancio del terzo satellite della famiglia delle Sentinelle della Terra, con razzo Vega C (la versione aggiornata del lanciatore europeo Vega realizzato da Avio negli stabilimenti italiani di Colleferro La missione segnerà anche il ritorno in volo del lanciatore dopo quasi due anni.

La nuova sentinella, realizzata da Thales Alenia Space come prime contactor, fornirà immagini radar essenziali per un’ampia gamma di applicazioni scientifiche volte a proteggere il nostro pianeta.

“È un grande momento per l’osservazione della Terra, tra l’altro questo è un tema collegato all’argomento principale del congresso Iac che è la sostenibilità, sostenibilità non solo nello spazio ma anche sulla Terra” spiega a Startmag Simonetta Cheli, direttrice dei Programmi di Osservazione della Terra dell’Esa e responsabile del centro Esrin a Frascati intervistata allo stand Esa.

Tutti i dettagli.

LA RILEVANZA DEI PROGRAMMI DI OSSERVAZIONE DELLA TERRA

“È un anno importante per l’osservazione della Terra all’Esa perché oggi il budget dell’Agenzia annuale ha il 30% delle risorse dei nostri Paesi membri, dedicate all’ambiente, al clima, alla meteorologia. Questo ci dà l’idea dell’importanza che a livello politico ma anche programmatico i Paesi membri riconoscono al tema di la crisi climatica ma anche a quello della sostenibilità e della degradazione ambientale”, nota Cheli.

TUTTI I LANCI DEL 2024

“Abbiamo lanciato già quest’anno quattro satelliti: il primo a maggio – prosegue la responsabile di Esrin – un satellite scientifico, EarthCare, che studia l’effetto delle nubi rispetto alle radiazioni solari. Presenteremo qui, proprio allo Iac, questa settimana i primi risultati scientifici di questo satellite che rappresenta un’importante collaborazione tecnica e scientifica anche col Giappone, con l’agenzia spaziale giapponese Jaxa”.

Dopodiché “Abbiamo lanciato un satellite con un Artificial Intelligence a bordo ad agosto, dimostrativo, che guarda e distingue le nuvole prima di mandare i dati su terra. Abbiamo lanciato poi un satellite che si chiama Arctic Weather Satellite, su tutto quello che è la meteorologia in zona artica, sempre il 16 di agosto, e a settembre Sentinel 2C, cioè un satellite della famiglia Copernicus” ha aggiunto Cheli.

IN VISTA DI SENTINEL 1C

E ora tra qualche settimana arriverà in orbita Sentinel 1C che garantirà la continuità dei dati per i servizi e le applicazioni Sentinel. Sarà poi affiancato in orbita dal gemello Sentinel-1D, attualmente in fase di collaudo presso la sede di Thales Alenia Space a Cannes, il cui lancio è previsto per il 2025.

A proposito di Sentinel 1C Simonetta Cheli ricorda che “si tratta di un satellite molto importante in quanto serve soprattutto col suo strumento radar a darci immagini notte e giorno e attraverso le nuvole di quello che sono le varie informazioni sulla terra relative ad esempio all’evoluzione dei ghiacci, allo stato delle foreste in zona tropicale dove le nuvole sono molte, oppure anche lo stato delle inondazioni, vediamo le ultime in Emilia Romagna. Quindi un satellite che serve molto alla gestione dei disastri naturali, ma anche al monitoraggio ambientale”.

LE RICADUTE

Inoltre, evidenza Cheli “è anche un satellite radar, quando viene utilizzato in sinergia tra due satellite, questo è sempre il piano operativo dei satelliti Sentinelle, di usarli in sinergia, oggi purtroppo l’1B ha finito la sua durata di vita ma l’1A è sempre operativo, ci dà anche delle informazioni importanti sulla subsidenza, cioè sui movimenti millimetrici del terreno, che aiutano a monitorare e ad avere informazioni essenziali su zone telluriche, quindi zone dove siamo a rischio terremoto, movimenti di terreno anche relativi alla subsidenza in zone urbane, quindi una tecnologia molto avanzata dove l’Europa è all’avanguardia, tra l’altro una tecnologia sviluppata proprio qua dall’Università di Milano e dal Politecnico di Milano”.

IN VISTA DI IRIDE, COSTELLAZIONE SATELLITARE ITALIANA PER L’OSSERVAZIONE DELLA TERRA

E proprio in campo di osservazione della Terra, il nostro paese ambisce a essere protagonista con il progetto Iride.

“Iride è un programma italiano – rimarca la Direttrice dei Programmi di Osservazione della Terra dell’Esa – dove il governo italiano nel contesto dei fondi del Pnrr spaziale ha delegato una parte di questi fondi all’Agenzia Spaziale Europea. L’accordo è avvenuto più di due anni fa e siamo a metà del corso d’opera perché i tempi del Pnrr e dell’utilizzo dei fondi Pnrr sono i tempi dettati dalla Commissione europea, sono tempi molto stretti dove chiaramente il completamento delle attività va fatto entro metà 2026″.

“UNA GRANDE SFIDA, MA ANCHE OPPORTUNITÀ”

Con Iride si apre una frontiera innovativa per lo sviluppo di applicazioni da parte di piccole e medie imprese, startup e industrie del settore geospaziale. I suoi dati permetteranno di studiare le condizioni climatiche e ambientali del nostro Paese, per monitorare e gestire fenomeni naturali critici dovuti al cambiamento climatico (come l’erosione costiera, gli incendi e il dissesto idrogeologico) e per studiare le caratteristiche dell’aria e le condizioni meteorologiche.

Si va “dalla protezione civile alla difesa, all’agricoltura, all’ambiente, alla protezione del patrimonio sul territorio ma chiaramente anche non nuovi sviluppi tecnologici collegati a questo programma in quanto i tempi non lo permettevano ma utilizzare quelle che sono le tecnologie disponibili”, ha evidenziato la direttrice di Esrin.

“Ecco tutto questo è chiaramente una grande sfida ma anche un’enorme opportunità per l’Italia dove si va avanti bene, devo dire abbiamo i numeri di aumento totale di forza lavoro collegato agli investimenti che l’Italia ha fatto su Iride abbiamo prospettive di utilizzo di questo sistema al di là di quelle puramente nazionali abbiamo una buona collaborazione con Asi che fa parte del team di progetto integrato per lo sviluppo di questo sistema e quindi direi che è sicuramente un asset per l’Italia e per l’Europa”, ha concluso Cheli.

Torna su