Fondata nel 2021 da ex ingegneri Airbus, la startup franco-tedesca The Exploration Company ha annunciato di aver raccolto 160 milioni di dollari che andranno a finanziare lo sviluppo della capsula progettata per trasportare astronauti e merci alle future stazioni spaziali commerciali.
Il 18 novembre la società ha comunicato il round di Serie B, guidato dai fondi di capitale di rischio europei Balderton Capital e Plural, insieme alla partecipazione di diversi altri investitori nuovi ed esistenti. Tra questi sono presenti due fondi sovrani europei: il francese French Tech Souveraineté e il tedesco DeepTech & Climate Fonds. Con quest’ultimo round, The Exploration Company porta il suo finanziamento totale a quasi 208 milioni di dollari (197 milioni di euro).
I nuovi fondi sosterranno lo sviluppo del suo veicolo spaziale Nyx, capsula progettata per trasportare merci da e verso l’orbita terrestre bassa e, in seguito, nello spazio cislunare. Come i modelli Dragon sviluppati da SpaceX, anche le capsule Nyx di The Exploration Company sono riutilizzabili: una volta sganciato il carico trasportato, può rientrare nell’atmosfera terrestre ed essere utilizzata per la missione successiva.
Tutti i dettagli.
COSA FA LA STARTUP SPAZIALE FRANCO-TEDESCA
L’azienda, fondata tre anni fa dagli ingegneri aerospaziali Hélène Huby, Sebastien Reichstat e Pierre Vine, punta a condurre il volo inaugurale di Nyx da e per la Stazione spaziale internazionale (Iss) nel 2028.
“Negli ultimi 12 mesi abbiamo raggiunto importanti traguardi operativi e finanziari e firmato importanti contratti di servizio sia con agenzie spaziali che con clienti commerciali”, ha affermato Hélène Huby, fondatrice e ceo di The Exploration Company, in una dichiarazione che annunciava il round. “Questo nuovo finanziamento è il passo successivo per ampliare le nostre ambizioni”.
IL CONTRATTO CON L’ESA PER IL CARGO SPAZIALE EUROPEO
Questi traguardi includono l’aggiudicazione di uno dei due contratti dall’Agenzia spaziale europea (Esa) a maggio per iniziare gli studi di un veicolo per il trasporto merci.
L’Esa ha assegnato due contratti, uno alla jv franco-italiana Thales Alenia Space e l’altro alla startup franco-tedesca The Exploration Company, per il programma cargo commerciale in grado di trasportare merci da e verso la Stazione Spaziale Internazionale in orbita terrestre bassa entro il 2030.
I due contratti, dal valore di 25 milioni di euro, coprono il lavoro di progettazione iniziale dei loro cargo. Le due società porteranno avanti i loro concetti per veicoli progettati per il trasporto di merci da e verso la Iss e le stazioni spaziali commerciali.
L’Esa cercherà finanziamenti per le fasi successive nella prossima riunione ministeriale alla fine del 2025, con l’obiettivo di avere almeno un veicolo pronto per entrare in servizio entro il 2028, precisa Spacenews.
Se l’Esa si assicura i finanziamenti per le fasi successive del programma, potrebbe condurre a una missione dimostrativa sulla Iss nel 2028.
LA STRATEGIA DELL’EUROPEA THE EXPLORATION COMPANY CHE GUARDA A SPACEX
” È un grande mercato e cresce di poco più del 10% all’anno perché sempre più nazioni vogliono far volare i propri astronauti e sempre più nazioni vogliono andare sulla Luna”, ha dichiarato a Cnbc Hélène Huby, aggiungendo che esiste una richiesta in aumento di inviare persone e merci nelle stazioni intorno alla terra.
Attualmente, solo due aziende, SpaceX e Northrop Grumman, forniscono servizi di trasporto merci da e per la ISS, entrambe con sede negli Stati Uniti. Tuttavia, la potenziale concorrenza sta emergendo da Cina, India e Russia che stanno lavorando a progetti simili. Ecco perché TEC rappresenta la speranza europea di competere per i viaggi nello spazio. “Costruiamo questa capacità in Europa in modo che l’Europa possa avere la sua capsula – ha affermato Huby nella stessa intervista all’emittente americana Huby –, anche il mondo ha bisogno di una soluzione alternativa. Non possiamo scommettere solo su SpaceX”.
I NUMERI
La ceo Huby ha aggiunto di avere ordini per 800 milioni di dollari per l’utilizzo della capsula provenienti dagli sviluppatori di stazioni private Vast, Axiom Space e Starlab, secondo recenti resoconti.
I pubblicitari della società affermano spesso che è la più grande società spaziale in Europa, sebbene l’azienda da 200 persone sia più piccola di alcune altre startup e una frazione delle dimensioni di pilastri come Airbus Defence and Space, OHB e Thales Alenia Space, evidenzia ancora Spacenews.
PERCHÉ UNA SOCIETÀ ALLA MUSK EUROPEA NON ESISTE SECONDO IL NUMERO UNO DI AIRBUS
Le aziende spaziali europee ambiscono quindi a sfidare l’impresa aerospaziale di Musk, o meglio ad eguagliarla.
Eppure Una SpaceX che ha riscosso un enorme successo tra razzi e satelliti solleverebbe preoccupazioni antitrust se dovesse operare in Europa.
Ne è convinto Guillaume Faury, ceo del colosso aerospaziale europeo Airbus. Il capo dell’azienda ha detto ai partecipanti a un evento aeronautico tedesco che SpaceX non sarebbe mai stata in grado di ottenere tutto ciò che ha ottenuto se fosse stata un’azienda europea, riporta Reuters.
“Penso che ciò che hanno fatto gli americani e SpaceX sia incredibile”, ha affermato Faury. “È incredibile e sta infrangendo alcune regole di ciò che stiamo facendo. È molto concentrato, mentre con i progetti europei siamo molto dispersi e distribuiti” ha ammesso il numero uno di Airbus.
Quando parliamo di SpaceX infatti stiamo trattando “di lanciatori, satelliti, produzione, gestione della costellazione. E questo è un modello super concentrato a cui in Europa non ci è permesso pensare, per le regole antitrust”, ha spiegato Faury. Sostenuti dalle principali nazioni europee che finanziano lo spazio come la Francia, Airbus e altri produttori si lamentano da tempo del fatto che l’industria spaziale europea è ostacolata da regole che richiedono che il lavoro sia condiviso tra i paesi coinvolti nel finanziamento di Ariane, il lanciatore pesante europeo, ricorda Reuters.
Al contrario, SpaceX è libera di decidere dove investire e produce l’80% di ciò di cui ha bisogno, ha affermato Faury. “In Europa, tendiamo a fare il… contrario. Produciamo il 20%, compriamo l’80%. E comprando l’80%, hai una grande base di fornitura che piace a tutti. Bene, lo spazio di Elon Musk non piace a nessuno tranne a Elon Musk”, ha chiosato Faury.