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Volkswagen, Toyota e Bmw corrono ai ripari in Cina sulle auto elettriche

Al salone dell'auto di Shanghai le case straniere - Volkswagen, Toyota e Bmw - coccolano la Cina. Ma i produttori locali di veicoli elettrici come Byd e Nio minacciano di buttarle fuori dal mercato con i loro prezzi bassi. Ecco fatti e dichiarazioni.

Per Volkswagen il salone dell’auto di Shanghai rappresenta l’occasione di un rilancio in Cina, che l’anno scorso valeva circa il 40 per cento delle sue vendite globali. La casa tedesca, però, ha difficoltà a competere con i marchi locali di veicoli elettrici nel più vasto mercato automobilistico al mondo: la concorrenza cinese è agguerrita, si muove velocemente e vende a prezzi bassissimi.

GLI ANNUNCI DI VOLKSWAGEN PER LA CINA

A Shanghai Volkswagen ha annunciato che introdurrà in Cina altri dieci modelli elettrici entro il 2026 e che taglierà i tempi di sviluppo della nuova offerta di quasi il 40 per cento. “Il nostro principio guida è lo sviluppo a tutta velocità in Cina e per la Cina”, ha dichiarato Thomas Schäfer, amministratore del brand Volkswagen, come riportato dal portale specializzato Automobile News Europe.

Il 2022 è stato un po’ un anno di svolta per Volkswagen e le altre case straniere presenti nel paese e storicamente dominanti: hanno perso quote di mercato rispetto ai produttori nazionali di veicoli elettrici e ibridi plug-in. BYD, per esempio, ha venduto più auto sia di Volkswagen che di Toyota, giapponese.

BYD VUOLE SOSTITUIRSI A TOYOTA

Anche la casa giapponese è presente al salone di Shanghai, dove ha presentato due nuovi modelli di veicoli elettrici e un minivan ibrido marchio Lexus, il Luxury Mover, per migliorare il suo posizionamento nel segmento delle vetture di lusso.

BYD, invece, ha lanciato un nuovo modello di berlina elettrica, la Seagull, per sostituirsi a Toyota (al popolare modello Toyota Corolla, nello specifico) nel segmento delle auto di piccole dimensioni. La Seagull di BYD ha un prezzo di partenza di poco più di 11.000 dollari. Il modello elettrico più popolare di Toyota in Cina, il SUV bZ4X, si vende a circa 25.000 dollari.

ANCHE BMW CORTEGGIA LA CINA

Anche BMW, tedesca, vuole ampliare la sua offerta in Cina: entro la fine dell’anno conta di introdurre undici nuovi modelli elettrici nel paese.

All’autosalone di Shanghai l’amministratore delegato Olivier Zipse ha dichiarato che “quello che muove i clienti cinesi oggi, muove il mondo domani”. Oggi i veicoli elettrici rappresentano quasi un terzo delle immatricolazioni nel paese.

I PRODUTTORI CINESI VOGLIONO ABBATTERE I PREZZI DI VENDITA

I produttori automobilistici cinesi puntano all’abbattimento dei prezzi di vendita dei veicoli elettrici: una buona notizia per i consumatori, nota Automotive News Europe, ma una minaccia per i costruttori stranieri, che potrebbero non riuscire a reggere il passo.

Secondo Zhu Jiangmin, amministratore delegato di Leapmotore, nel giro di dieci anni un SUV elettrico dotato di batteria dall’autonomia di guida di 400 chilometri e realizzato in Cina potrà essere venduto ad appena 7500 dollari.

La Model Y di Tesla, un SUV elettrico molto popolare a livello internazionale, ha un’autonomia di 545 chilometri ma viene venduta in Cina a un prezzo di quasi 40.000 dollari. Tesla non ha partecipato al salone di Shanghai: nell’ultimo periodo è stata criticata dalla clientela cinese per non stare introducendo nuovi modelli e nuove funzionalità.

NIO ATTACCA TESLA

William Li, fondatore della casa cinese di veicoli elettrici Nio, ha rivolto un attacco diretto all’azienda di Elon Musk. Ha detto che la Model 3, uno dei modelli di punta di Tesla, “era competitiva nel 2018, ma oggi non lo è così tanto […]. In Cina puoi avere auto migliori allo stesso prezzo”.

A detta di Li, Nio e gli altri costruttori cinesi hanno un vantaggio sulle spese di produzione del 20 per cento rispetto a Tesla grazie alla dominanza della Cina sulla filiera delle batterie, dai metalli di base ai dispositivi finali.

– Leggi anche: Minerali critici, tutti i piani anti-cinesi della Ue

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