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Vitesco, Bosch, Denso. Che cosa succederà all’automotive?

Cosa deve fare il governo per l'automotive. L'intervento di Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim-Cisl

 

Non stiamo rivendicando una politica assistenziale, lo ribadiamo con forza, stiamo chiedendo di governare un piano di reindustrializzazione del settore più importante della nostra economia, coinvolto in un processo di transizione e di trasformazione dell’industria automobilistica di portata epocale.

Il Governo Draghi non ha stanziato nella legge di stabilità e non emergono nemmeno dal PNRR interventi a sostegno di imprese e lavoratori travolti dai cambiamenti della transizione energetica ed ecologica. Al responsabile del tavolo dell’automotive del viceministro dello Sviluppo Economico Gilberto Pichetto Fratin che ha partecipato oggi ad un’intervista in diretta a Dataroom del Corriere della Sera e al Ministro Giorgetti, ribadiamo l’urgenza di una strategia complessiva nel settore automotive.

È indispensabile la costituzione di un Fondo per sostenere la trasformazione dell’industria automobilistica come hanno fatto in altri Paesi in Europa. Il Fondo con risorse finanziarie definite dovrà sostenere tutti gli interventi di carattere industriale necessari ad accompagnare e sostenere il processo di trasformazione e di innovazione, dalla digitalizzazione, al cambio delle motorizzazioni, dalle nuove tecnologie alla produzione di batterie, all’idrogeno, dalle catene di valore all’economia circolare, dai semiconduttori fino ad arrivare a finanziare la modernizzazione dell’organizzazione del lavoro delle piccole e medie imprese.

Il Fondo dovrà proteggere i lavoratori che dentro la trasformazione rischiano di pagare il prezzo più altro in termini di sacrifici. Pensiamo a intensi piani di riqualificazione dei lavoratori, soprattutto quelli coinvolti direttamente negli impatti generati dal passaggio all’elettrico ma anche, ammortizzatori dedicati alla transizione per impedire i licenziamenti e accompagnare i processi di reindustrializzazione.

Come FIM-CISL abbiamo anche proposto un “Comitato di Esperti “composto dalle migliori competenze specifiche del settore, con il compito di proporre una serie di linee di intervento, definendone le priorità di finanziamento”.

È urgente inoltre affrontare in sede ministeriale le crisi che si stanno già determinando Vitesco, Bosch, Denso. Il ruolo del MISE è fondamentale per creare le condizioni e le convenienze perché i gruppi multinazionali, che stanno prendendo decisioni sul destino dei loro stabilimenti e stanno valutando presso quali fabbriche in Europa investire con produzioni alternative, scelgano l’Italia.

Il silenzio delle istituzioni le porta dritte all’unità di crisi e ai licenziamenti.

È indispensabile una convocazione urgente del tavolo ministeriale per il settore dell’automotive e invitiamo il Governo ha presentare concretamente un piano di azione con risorse dedicate.

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