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Auto

Italia, Germania, Polonia e Ungheria bloccano la normativa Ue pro auto elettriche

Il Consiglio dell'Unione europea ha rimandato a data da definire il voto sul divieto alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035. C'entra l'opposizione soprattutto di Italia e Germania: ecco perché.

 

La presidenza del Consiglio dell’Unione europea, occupata dalla Svezia dallo scorso 1 gennaio, ha deciso di rimandare a data da destinarsi il voto sui livelli di emissioni delle auto e dei furgoni.

La normativa sul divieto di vendita di nuove vetture a benzina e a diesel dal 2035 – che il Parlamento europeo ha approvato a metà febbraio, per favorire la diffusione dei veicoli elettrici e la decarbonizzazione dei trasporti – era contestata soprattutto dall’Italia e dalla Germania per il suo possibile impatto sulle filiere dei motori endotermici.

COSA È CAMBIATO

L’approvazione della normativa da parte del Consiglio dell’Unione europea era considerata una formalità, visto che gli stati membri avevano già raggiunto un accordo in merito lo scorso novembre. Lo scenario è invece cambiato a seguito dell’opposizione dei governi polacco, bulgaro ma soprattutto italiano e tedesco: le due nazioni sono importanti produttrici automobilistiche; la Germania, poi, è il paese economicamente e politicamente più influente del blocco.

CHE COSA E’ SUCCESSO

Italia, Polonia e Bulgaria si erano dette contrarie e la Germania, che aveva chiesto un’adeguata contropartita sugli e-fuels, non si è fidata: insieme avrebbero composto la minoranza di blocco necessaria per bocciare il regolamento. La presidenza svedese, di fronte ad un voto che avrebbe fatto tremare la Commissione, ha quindi rinviato il fascicolo.

LA GERMANIA VUOLE GLI E-FUEL PER LE AUTO TRADIZIONALI

Qualche giorno fa il ministro dei Trasporti Volker Wissing ha annunciato che Berlino non avrebbe sostenuto la normativa sulle auto se la Commissione europea non avesse previsto un’esenzione dal divieto di immatricolazione per i veicoli alimentati con gli e-fuel, un tipo di combustibili sintetici a basse emissioni che possono venire utilizzati nei motori a combustione interna.

Allo stato attuale, la normativa europea prevede una riduzione del 100 per cento delle emissioni delle nuove automobili e dei nuovi veicoli commerciali venduti dal 2035, escludendo di fatto ogni alternativa all’elettrico.

VON DER LEYEN ANDRÀ IN GERMANIA

Domenica la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, dovrebbe riunirsi con il governo tedesco (è tedesca anche lei, ed è stata più volte ministra sotto il cancellierato di Angela Merkel) per discutere di questioni economiche e legate alla mobilità.

La posizione del governo tedesco sulla mobilità sostenibile, però, non è univoca: il ministro Wissing, membro del Partito liberale democratico (FDP), sostiene i combustibili sintetici come gli e-fuel; la ministra dell’Ambiente Steffi Lemke, appartenente ai Verdi, non vuole invece che la Germania ritiri il suo appoggio alla normativa europea.

L’ITALIA FESTEGGIA

Il governo italiano, intanto, festeggia.

“Bene così”, ha scritto su Twitter il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto. “Il nuovo rinvio UE su decisione per lo stop ai motori termici al 2035 tiene giustamente conto di una forte resistenza di alcuni Paesi europei, con l’Italia in prima fila. Impostazione del Regolamento è troppo ideologica e poco concreta”.

All’ideologia criticata da Pichetto il governo di Giorgia Meloni contrappone il principio di neutralità tecnologica, ovvero quell’approccio alla transizione ecologica che invita a prendere in considerazione tutte le tecnologie disponibili per la decarbonizzazione: non solo la mobilità elettrica a batteria, in questo caso, ma anche i biocarburanti e i combustibili sintetici a basse emissioni.

AUTO ELETTRICHE CONTRO CARBURANTI SINTETICI?

Potendo circolare nei motori tradizionali, e benché rilascino emissioni quando bruciati, i carburanti di origine biologica e sintetica vengono ritenuti da alcuni analisti una tecnologia utile alla riduzione immediata dell’impronta carbonica dei trasporti, almeno finché non verrà realizzata l’infrastruttura di ricarica necessaria alla piena diffusione dell’auto elettrica.

I critici, invece, interpretano la richiesta di esenzione per questi combustibili una sorta di “regalo” all’industria oil & gas che li produce (è il caso di Eni in Italia).

Le tecnologie per i veicoli elettrici si trovano comunque a un grado di sviluppo più avanzato rispetto ai combustibili sintetici come gli e-fuel.

QUANTO CONTANO I TRASPORTI

Il settore dei trasporti è responsabile di circa un quarto delle emissioni totali di gas serra dell’Unione europea, che a sua volta vale – nel complesso – meno del 9 per cento delle emissioni globali.

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