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Trimestrale Tesla Volanti

Tutti i piani nippo-tedeschi di Tesla

La seconda trimestrale tira la volata alle numerose novità che Tesla ha in serbo in diverse parti del mondo

Mentre Tesla festeggia i risultati del secondo trimestre (con la crescita del fatturato del 47% a 24,93 miliardi di dollari dove il business automotive risulta in miglioramento del 46% a 21,3 miliardi), la Casa di Elon Musk si muove su più fronti, pronta ad aggiornare, come già avevamo scritto, anche profondamente il proprio business model. Ma andiamo con ordine.

I NUMERI DELLA TRIMESTRALE TESLA

Per il gruppo automobilistico di Austin “Il secondo è stato un trimestre record su molti livelli con il nostro migliore risultato in assoluto sul fronte di produzione, consegne e ricavi che si avvicinano ai 25 miliardi in un singolo trimestre. Siamo entusiasti di essere stati in grado di raggiungere tali risultati visto il contesto macroeconomico in cui ci troviamo attualmente”.

 

LE CICATRICI DELLA GUERRA DEI PREZZI

La guerra dei prezzi è costata cara a Tesla. L’utile operativo è sceso del 3% a 2,4 miliardi, con un margine passato dal 14,6% al 9,6%. Tuttavia, per i vertici aziendali, “il margine operativo è rimasto solido a circa il 10%, anche con le riduzioni dei prezzi nel primo trimestre e all’inizio del secondo trimestre. Tutto ciò riflette i nostri sforzi per ridurre i costi, il continuo successo nella salita produttiva a Berlino e Austin e la forte performance dei business dell’energia e dei servizi”.

BERLINO, TEMPO DI RADDOPPIO

Nell’attesa di conoscere la prossima locazione della seconda gigafactory europea del Gruppo (nei mesi scorsi Elon Musk ha fatto il giro dei governi del Vecchio continente, andando pure a Palazzo Chigi), Tesla ha presentato al ministero dell’Ambiente del Brandeburgo l’istanza per ottenere il permesso a “modificare sostanzialmente” la gigafactory alle porte di Berlino. “La modifica proposta – si legge nella documentazione pubblicata nella Gazzetta ufficiale del Land del Brandeburgo – prevede essenzialmente l’ampliamento dell’impianto esistente per la costruzione e l’assemblaggio di veicoli elettrici, aumentando la produzione annuale da 500.000 a 1.000.000 di veicoli elettrici”.

La costruzione della gigafactory alle porte della capitale tedesca era stata avversata in tutti i modi dagli ambientalisti che già promettono un secondo round di carte bollate e ricorsi volti a rallentarne l’allargamento. Ma difficilmente Elon Musk lascerà perdere: il raddoppio, infatti, era previsto fin da subito e con l’ok per l’impianto principale dovrebbe essere più facile ottenere l’imprimatur amministrativo anche al nuovo progetto.

SI ALLUNGA L’ELENCO DELLE CASE CHE VOGLIONO IL NACS

Soltanto qualche settimana fa vi avevamo anticipato la sterzata decisa da Elon Musk nel business model di Tesla, allargandolo anche alla fornitura di tecnologia per altre Case che iniziano ad affacciarsi solo ora nel settore della mobilità elettrica. Nel frattempo, la situazione si è evoluta parecchio.

In una prima fase, l’azienda guidata da Musk ha sottoscritto accordi di collaborazione con Ford, General Motors e Rivian (Volvo e Mercedes sono arrivate dopo) per consentire l’utilizzo del North American Charging Standard e l’accesso alla sua rete di Supercharger.

È notizia delle ultime ore che Nissan sarà la prima casa giapponese ad adottare lo standard per la ricarica Nacs a partire dal 2025: l’intesa riguarda i mercati statunitense e canadese e prevede anche l’accesso ai 12mila Supercharger sul territorio americano, ovvero la rete di colonnine ad alta potenza dell’azienda texana.

LA TECNOLOGIA PROPRIETARIA CONCESSA IN LICENZA

E non è tutto. Perché durante la conferenza di presentazione dei dati del secondo trimestre, l’amministratore delegato Elon Musk ha rivelato l’esistenza di “trattative preliminari” con un grande costruttore per cedere in licenza le tecnologie dell’Autopilot e del Full-Self Driving.

Detta così vuol dire tutto e niente. Inoltre sappiamo la propensione agli annunci roboanti dell’imprenditore sudafricano (pure al fine di influenzare l’andamento del titolo nelle contrattazioni), ma si tratta di una esternazione che ribadisce comunque il cambio di passo nel business model del Gruppo che mira a diventare anche fornitore di tecnologia per terze parti.

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