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Ryanair

Tutte le sberle istituzionali a Ryanair

Nelle ultime ore l'istrionico Michael O'Leary, patron di Ryanair, ha dovuto incassare le critiche dell'Autorità dei trasporti, dell'Antitrust e del governo. Ecco i dettagli

 

Turbolenze non di poco conto per gli aerei del vettore low cost in volo sui cieli italiani. Ryanair, impegnato e impelagato in una sfibrante lotta con l’esecutivo sul decreto prezzi che dovrebbe concretizzarsi, per la compagnia, col taglio del 10% delle rotte per la Sardegna e del 10% per la Sicilia, ha incassato severe reprimende istituzionali (non solo da parte del governo). Nel giro di poche ore il vettore, in attesa del salvagente europeo, si è ritrovato accerchiato, almeno qua in Italia.

MISTER TRASPORTI: “LOW COST DROGANO MERCATO”

Per il presidente dell’Autorità di regolazione dei Trasporti, Nicola Zaccheo, intervistato dalla Stampa, il governo “ha fatto bene” con il decreto prezzi in quanto “tariffe come quelle registrate durante l’alluvione in Emilia Romagna non sono tollerabili”, ha detto il presidente dell’authority peraltro non tenero con il governo su altri dossier (qui l’approfondimento di Start Magazine).

Quindi l’affondo di Zaccheo: “Il sistema è stato drogato dalle low cost e da incentivi sfuggiti” di mano. “Cifre importanti – dice Zaccheo – ricostruite con fatica, spesso mascherate da contratti di co-marketing […] attorno ai 300 milioni l’anno” erogati dalle Regioni. Con le nuove regole “occorrerà dimostrare che il sussidio non alteri il mercato”.

IL VIA LIBERA DELL’ANTITRUST

E non è il solo ceffone che un’autorità italiana ha indirizzato a Ryanair. Poche ore fa il vettore ha incassato quello dell’Antitrust: “Contrariamente alle preoccupazioni espresse dai vettori, la norma non limita la facoltà di determinare in modo indipendente le proprie politiche di prezzo, né fissando prezzi massimi, né imponendo una flessione dei prezzi medi né alterando le dinamiche concorrenziali sui mercati interessati”, ha detto il presidente dell’Autorità per Concorrenza, Roberto Rustichelli.

“L’intervento legislativo – ha spiegato il presidente dell’Antitrust – persegue un obiettivo di natura perequativa che impedisce lo sfruttamento abusivo del potere di mercato in pregiudizio di consumatori particolarmente vulnerabili”.

L’unica osservazione critica di Rustichelli è cancellare dal Dl in discussione il comma 5 dell’articolo 1 che riguarda gli obblighi di informazione dell’utenza nei casi di profilazione della clientela ai fini della determinazione del prezzo di acquisto del biglietto in quanto l’individuazione dei settori cui applicare questa norma spetta al legislatore comunitario e non a quello nazionale.

URSO RICORDA TUTTE LE MULTE A RYANAIR

E poi naturalmente c’è il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, che sempre nelle ultime ore ha replicato duramente alla presa di posizione del vettore low cost: “L’Italia è un Paese sovrano, non si fa ricattare da alcuno”.

Quindi ha aggiunto: “È difficile parlare e argomentare se uno non ha conoscenze giuridiche e legali: siamo disponibili ad assisterlo su questo. Una compagnia che è stata sanzionata 11 volte dall’autorità che regola la concorrenza e il mercato per aver violato in questo Paese per 11 volte le regole del mercato e calpestati i diritti dei consumatori, vada in tribunale: è stata già condannata più volte”.

Non ultimo il procedimento avviato a Natale scorso sulla low cost irlandese con Wizz Air, EasyJet e Ita che dovrà stabilire se abbiano distorto la concorrenza aumentando i prezzi dei biglietti aerei sulle tratte di collegamento tra le principali città italiane (Roma, Bologna, Torino e Milano) e la Sicilia. O ancora ”l’accusa” di oligopolio, lanciata dall’Enav.

Come ricordato dal Messaggero, per il presidente Pierluigi Di Palma, ce ne sono in tutto il mercato aereo, ma “in particolare nel caso di Ryanair, che ha comprato altre compagnie come Air Malta e quindi è evidente che non è più un libero mercato, ma c’è imposizione del prezzo e poca tutela del consumatore”. Sempre il quotidiano capitolino ricorda che per le associazioni dei consumatori in alcune aree d’Italia il presunto oligopolio si sarebbe trasformato addirittura in monopolio.

E poi comunque sulle ali del vettore gravano quelle 11 sanzioni negli ultimi 15 anni con multe per oltre 11 milioni per non avere fornito adeguate informazioni sulle condizioni e i costi di un’offerta, ostacolato l’esercizio dei diritti dei consumatori e ridotto del 65% lo spazio per il bagaglio a mano compreso nella tariffa standard: una scelta non giustificata da esigenze di sicurezza.

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