Stellantis vuole cedere la quota di maggioranza di Comau al fondo statunitense One Equity Partners. La Fim-Cisl e Calenda chiedono di fermare l’operazione con il golden power. Fatti, commenti e analisi
Stellantis, il gruppo automobilistico controllato da Exor e proprietario di marchi come Fiat e Jeep, ha intenzione di cedere la quota di maggioranza di Comau, azienda torinese di automazione industriale, al fondo statunitense di private equity One Equity Partners. Stellantis rimarrà azionista di minoranza attivo.
COSA SAPPIAMO DELL’OPERAZIONE
Lo scorporo di Comau era previsto dall’accordo strategico siglato nel gennaio 2021 al momento della fondazione di Stellantis attraverso la fusione della società italo-americana Fiat Chrysler Automobiles con la francese Psa. Stando alle parti, l’accordo con One Equity Partners permetterà a Comau di avere accesso a fondi aggiuntivi; la dirigenza dell’azienda torinese non verrà modificata e sia l’amministratore delegato (Pietro Gorlier) sia il presidente (Alessandro Nasi) manterranno le loro cariche.
Non sono stati resi noti i dettagli finanziari dell’operazione, che dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno.
LE PAROLE DI TAVARES (STELLANTIS)
Secondo l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, la vendita di Comau permetterà alla casa automobilistica “di concentrarsi sulle attività del suo core business in Europa”.
Nel primo semestre del 2024 Stellantis ha visto calare i propri ricavi netti del 14 per cento su base annua, a 85 miliardi di euro; l’utile netto è diminuito del 48 per cento, a 5,6 miliardi. Secondo Tavares, è stata una performance “inferiore alle nostre aspettative, riflettendo un contesto settoriale difficile ma anche problematiche operative aziendali”.
GOLDEN POWER SU COMAU?
Ieri il ministero delle Imprese ha fatto sapere che si stanno svolgendo le valutazioni sull’applicazione del golden power – ovvero quei poteri speciali a cui il governo può fare ricorso per tutelare le imprese o le filiere considerate strategiche e rilevanti per l’interesse nazionali – sulla vendita di Comau a One Equity Partners.
Secondo Carlo Calenda, senatore e segretario di Azione molto critico nei confronti di Stellantis, la vendita di Comau “va fermata con golden power“. “È lo schema Magneti Marelli“, ha aggiunto: “Vendita a un fondo, acquisto a leva e la società finisce spolpata”.
A chiedere l’intervento del golden power è stata anche la Fim-Cisl, la federazione dei metalmeccanici, “a garanzia del patrimonio industriale del nostro paese”. Il segretario nazionale Ferdinando Uliano ha detto che “l’unico spin-off per noi accettabile era sul modello Ferrari, dove si manteneva la maggioranza della società Stellantis”. Già mesi fa Uliano aveva espresso preoccupazione per la possibile cessione di Comau “a società straniere con l’evidente rischio di impoverire ulteriormente il patrimonio di ricerca e sviluppo nel nostro paese”.
L’amministratore delegato di Comau ha detto che l’operazione con il fondo statunitense è “coerente” con il piano strategico dell’azienda e le permetterà di e “consolidare la forte posizione […] come leader internazionale nel suo settore, mantenendo solide radici italiane”. Da One Equity Partners hanno fatto sapere di disporre “delle risorse necessarie per aiutare Comau ad affermarsi ulteriormente come azienda di successo”.
L’ANALISI DI PICOTTI
Su X Luca Picotti, avvocato ed esperto di golden power, ha scritto che quella tra Stellantis e One su Comau è un'”altra operazione che salda asse atlantico (Tim-KKR, Enilive-KKR)”, facendo riferimento agli investimenti del fondo statunitense KKR in Enilive (bioraffinazione e mobilità) e in FiberCop (rete di telecomunicazioni).
Picotti sottolinea che Stellantis manterrà una presenza in Comau e che la vendita a One Equity Partners non altererà la composizione del management. “Potrebbero aggiungersi altre prescrizioni – a tutela degli asset strategici – in caso di esercizio dei poteri speciali”, aggiunge l’avvocato.
L’applicazione del golden power, inoltre, “sarebbe il primo caso verso un investitore americano (non conto Safran Usa perché lì era più per i francesi di Safran che altro). Solitamente a soggetti americani sono state imposte solo prescrizioni e condizioni. Come ad esempio nel caso Tim-KKR, in cui è stato usato il golden power attraverso specifiche condizioni”.
TUTTO SU ONE EQUITY PARTNERS
One Equity Partners è un fondo d’investimento con sede a New York, nato nel 2001 e parte di JpMorgan dal 2004 al 2015, quando si è reso indipendente. Nel team c’è un italiano, Vittorio Palladino.
Con oltre 12,5 miliardi di dollari in capitali investiti, One Equity Partners è investitore di diverse aziende italiane come Cbm (sistemi per trattori), Kirey (tecnologie dell’informazione), Nexion (pneumatici) e Siti (macchinari per l’industria ceramica).