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Enilive, Tim e non solo. Ecco gli affari di Kkr in Italia

Dopo aver acquisito la quota di maggioranza di FiberCop (rete Tim), il fondo americano Kkr potrebbe entrare in Enilive, la società del gruppo specializzata nella bioraffinazione e nella mobilità. Tutti i dettagli.

Eni ha firmato un accordo con il fondo di investimento statunitense Kohlberg Kravis Roberts (abbreviato in Kkr) per la potenziale cessione di una quota compresa tra il 20 e il 25 per cento di Enilive, la società del Cane a sei zampe dedicata alla bioraffinazione e ai servizi di mobilità. Enilive è valutata intorno agli 11,5-12,5 miliardi di euro.

L’operazione – che potrebbe successivamente portare alla vendita di una quota ulteriore di Enilive, fino al 10 per cento – rientra nel cosiddetto “modello satellitare” di Eni, cioè quella strategia basata sullo scorporo delle varie divisioni e la loro quotazione in collaborazione con investitori esterni: è stato questo, ad esempio, l’approccio seguito con Plenitude, la controllata dedicata alla vendita di gas ed elettricità.

I GIUDIZI DI EQUITA, INTERMONTE E AKROS

L’accordo con Kkr per Enilive ha permesso al titolo Eni di guadagnare fino all’1 per cento alla Borsa di Milano, per poi attestarsi sul +0,3 per cento.

Gli analisti di Equita hanno osservato che la valutazione di Enilive, sugli 11,5-12,5 miliardi, è superiore alle stime circolate negli ultimi mesi (circa 10 miliardi); anche la quota che potrebbe venire ceduta a Kkr, tra il 20 e il 25 per cento, è più alta di quella anticipata dalla stampa (fino al 20 per cento).

Equita ricorda che per il 2024 Enilive ha un outlook sull’Ebitda di circa 1 miliardo di euro (in linea con il 2023), e di 1,2 miliardi per il 2025; l’obiettivo al 2027 è invece superiore a 1,6 miliardi grazie all’aumento della capacità produttiva di biocarburanti, anche per l’aviazione.

Gli analisti di Intermonte hanno definito l’accordo con Kkr un “nuovo esempio dello sviluppo della strategia del modello satellitare di Eni, volta ad attrarre capitale strategico da partner di valore sulla base di multipli attrattivi, finanziando la propria crescita e confermando il valore che la società sta creando nei propri nuovi business’. Similmente, per Banca Akros la cessione di una quota di minoranza di Enilive sarebbe “coerente con il modello ‘satellite’ della società”.

TUTTI I NUMERI DI KKR IN FIBERCOP (TIM)

Lo scorso 1 luglio Kkr ha perfezionato l’acquisizione di NetCo, la società nella quale è stata fatta confluire la rete di telecomunicazioni di Tim, attraverso il conferimento in FiberCop. Il Sole 24 Ore ne ha parlato come del più grande accordo infrastrutturale in Europa di Kkr, che a livello internazionale ha investito 47 miliardi di dollari per gli asset digitali (tra banda larga, centri dati e sistemi 5G): “dei 10 miliardi di equity della Netco (enterprise value, debito incluso, di 18,8 miliardi), 3,8 miliardi sono stati messi sul piatto direttamente da Kkr”, ha scritto il quotidiano.

L’ingresso di Kkr nel capitale di FiberCop risale al 2021, con una quota di minoranza del 37,5 per cento; al tempo la società era controllata da Tim al 58 per cento. Oggi in FiberCop, accanto a Kkr (37,8 per cento, la maggioranza), compaiono il fondo sovrano Abu Dhabi Investment Authority (17,5 per cento), il fondo pensione canadese Canada Pension Plan (17,5 per cento), il ministero dell’Economia (16 per cento) e il fondo infrastrutturale italiano F2i (11,2 per cento). “Non c’è un partner industriale tra i soci”, spiega Il Sole 24 Ore, “perché Tim non ha mantenuto nemmeno una presenza simbolica nella rete, che continuerà ad utilizzare affittandola”.

A Kkr spetta la nomina di otto dei sedici amministratori del consiglio di amministrazione di FiberCop; il ministero dell’Economia, il fondo canadese e il fondo di Abu Dhabi ne indicano due ciascuno; F2i, invece, uno. Il ministero dell’Economia può esprimere il presidente – che è Massimo Sarmi -, il quale possiede poteri di veto su questioni relative alla strategia, oltre che la delega esclusiva per la sicurezza. L’amministratore delegato di FiberCop è Luigi Ferraris, già Ceo di Ferrovie dello Stato.

GLI INVESTIMENTI DI KKR IN ITALIA

Oltre a Enilive e FiberCop, in Italia Kkr ha investito in Cmc, azienda umbra di macchinari di automazione, ed è presente indirettamente (tramite Vantage Towers) in Inwit, il principale operatore italiano delle torri per le telecomunicazioni.

In passato ha investito in Selenia (lubrificanti per motori), Sistemia (consulenza del credito), Argenta (distributori automatici), Inaer (elicotteri) e Sirti (telecomunicazioni).

CHI SONO GLI ITALIANI IN KKR

Tra i principali dirigenti italiani di Kkr c’è Mattia Caprioli: è entrato nel fondo nel 2001 e oggi ricopre la carica di partner e Co-Head of European Private Equity. Laureato alla Bocconi, prima di entrare nel fondo americano si è occupato di fusioni e acquisizioni presso Goldman Sachs a Londra. Per Kkr, invece, ha contribuito (così si legge nella sua scheda ufficiale) agli investimenti in Sector Alarm, Walgreens Boots Alliance, Galenica, Avincis Mission-Critical Services, RigNet, PortAventura, United Group, Travelopia, A-Gas, Citation, ERM e GeneraLife.

Italiano è anche Alberto Signori, partner del team Infrastrutture, specializzato in investimenti in Europa, Medioriente e Africa. In precedenza ha lavorato per la società di investimento M&G, gestendo acquisizioni nei settori delle telecomunicazioni, dell’energia, dei trasporti e dei servizi di pubblica utilità. Laureato, come Caprioli, alla Bocconi, Signori ha lavorato anche per Ubs e Commerzbank, occupandosi di fusioni e acquisizioni.

Diego Piacentini, advisor di Kkr dal 2019, si occupa degli investimenti in tecnologie, media e telecomunicazioni. Ha lavorato per sedici anni (2000-2016) presso Amazon come vicepresidente senior della divisione International Consumer Business; e per dodici anni (1987-1999) presso Apple come VP Sales and GM Europe. Dal 2016 al 2018 è stato a Palazzo Chigi Commissario straordinario per l’Agenda digitale, nominato dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi.

A febbraio Kkr ha nominato un dirigente italiano – Antonio Cammisecra, ex-responsabile delle reti di Enel – come amministratore delegato di ContourGlobal, azienda britannica di energie rinnovabili rilevata nel 2022 con un’offerta di acquisto di 2 miliardi di euro.

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