Gli ultimi dati dell’Associazione cinese dei produttori di autoveicoli relativi al 2023 fotografano una situazione per certi versi analoga a quella registrata in Occidente: la vendita delle auto elettriche infatti non nell’arco dei dodici mesi appena archiviati non è andata come pronosticato.
CHE SUCCEDE ALL’AUTO ELETTRICA CINESE
Una situazione per certi versi attesa dagli analisti, a seguito della fine dei sussidi statali (Pechino ha sorretto la transizione ecologica con fiumi di denaro indirizzati tanto all’utenza, quanto alle Case autoctone), ma a quanto pare non dai marchi che operano in quello che è ormai il principale mercato al mondo, che per il 2023 avevano comunque redatto piani industriali un po’ troppo ottimistici sconfessati dal calo delle domande.
LE VENDITE, COMUNQUE, CRESCONO
Occorre comunque sottolineare che, mentre in Occidente il disinteresse per l’auto elettrica è stato tale, nel corso dei 12 mesi appena archiviati (e in particolare sul finire dell’estate), da aver spinto un gran numero di Case a rinviare il debutto di modelli alla spina, in Cina le vendite tengono e mostrano ancora una volta il segno “più”. Secondo i dati preliminari usciti finora, infatti, le vendite di veicoli elettrici, sommando quelli a batteria e ibridi plug-in, sono aumentate del 38%, raggiungendo le 8,88 milioni di unità.
CHI RESTA CON LA FETTA DI TORTA PIU’ PICCOLA
Dati ragguardevoli ma che rendono la torta troppo piccola perché l’alto numero di startup ed ex startup nate come funghi nell’ultimo periodo possano spartirsi le fette desiderate. Tra le aziende che hanno registrato performance inferiori, Nio Inc., Xpeng Inc. e Zhejiang Leapmotor Technology Co. (scelta da Stellantis come partner privilegiata).
Questi marchi, tra i più arrembanti nel sottobosco che si è sviluppato ai piedi di colossi già affermati (come Byd, Geely, ecc) hanno tutte mancato i loro obiettivi per il secondo anno consecutivo. Una situazione che le sta spingendo a riorganizzare i team dirigenziali e, nel caso di Nio, a ridurre la forza lavoro.
IL RALLENTAMENTO DI LEAPMOTOR
Alla fine di ottobre Stellantis, Gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa, aveva annunciato l’intenzione di investire 1,5 miliardi di euro per acquisire una quota del 20 per cento circa di Leapmotor, tra le realtà cinesi produttrici di veicoli elettrici in più rapida espansione.
Ebbene, la società su cui Carlos Tavares ha ha deciso di puntare nel 2023 si è fermata nelle vendite al 72% dei veicoli elettrici che, secondo il piano industriale, avrebbe dovuto piazzare lungo i 12 mesi appena passati.
L’ormai ex startup è comunque cresciuta nel 2023 del 29% (lo scorso anno si fermò nelle vendite al 56%) ma si trova a inseguire le rivali, dato che la crescita è comunque inferiore alla media (37%), fa notare anche Milano Finanza. Inoltre, allo stato attuale continua a perdere 4 mila dollari a ogni auto elettrica venduta.
Fondata nel 2015 da Zhu Jiangming – oggi anche presidente e amministratore delegato del Gruppo -, Leapmotor (Zhejiang Leapmotor Technologies) ha all’attivo 132 tecnologie brevettate e fabbriche di veicoli intelligenti a Zhe Jiang, Cina. A differenza di molti altri marchi asiatici, la Casa concentra la sua attività di R&D sullo sviluppo di software proprietari e di intelaiature volte a massimizzare le prestazioni delle auto smart. Non è insolito che le startup perdano fiumi di denaro, ma adesso i tempi sono maturi perché si registri il fatidico cambio di rotta.