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Da Pirelli a Stellantis, fino a Vw. Chi pagherà i dazi di Trump a Canada e Messico

Lo aveva minacciato in campagna elettorale e lo farà davvero. Trump innalza le barriere commerciali con Messico e Canada: i dazi previsti già a febbraio colpiranno i due Paesi, ma anche le aziende automobilistiche di mezzo mondo.

Con una mossa sola, Donald Trump potrebbe davvero colpire tutti: i due vicini di casa, Messico e Canada, che verrebbero direttamente interessati dai dazi al 25 per cento previsti per il prossimo primo febbraio (destinati a fare coriandoli degli accordi commerciali preesistenti, a iniziare dall’Usmca) e poi di rimbalzo il resto del mondo. Perché a sfruttare le migliori condizioni offerte a Nord e a Sud del confine statunitense sono soprattutto le industrie estere: asiatiche, europee e anche italiane.

THE DONALD TAGLIA LE GOMME AL SETTORE AUTO

I dazi pensati da Trump per gli analisti di Bernstein sarebbero un “disastro” per l’industria automobilistica statunitense e per le case produttrici di Detroit che importano un numero significativo di veicoli da Canada e Messico. Stellantis produce oltre confine Usa il 40% dei veicoli che poi vende negli Stati Uniti, mentre General Motors importa circa il 30% e Ford il 25%.

Secondo i conti di Wolfe Research, i dazi di Trump colpirebbero 97 miliardi di dollari di ricambi auto e 4 milioni di veicoli finiti che arrivano negli Stati Uniti da quei Paesi. Una situazione dalle conseguenze ancora tutte da calcolare: si stimano persino aumenti dei prezzi medi delle auto nuove di circa 3.000 dollari. Ma, nel concreto, oltre ai consumatori costretti a veder ritoccati all’insù i listini, chi sarà colpito?

CHI PAGA I DAZI DI TRUMP

La lista è stata stilata da Reuters ed è a dir poco lunga nonostante si concentri esclusivamente sugli impianti messicani e non anche su quelli canadesi. Qua ci si focalizzerà solo sulle case automobilistiche e, in particolare, sui principali gruppi mondiali.

Andrà scorsa tenendo in filigrana almeno tre informazioni supplementari: Stellantis ha già promesso a Trump investimenti negli Usa, Volkswagen avrebbe avviato contatti con la Casa Bianca e Hyundai ha annunciato agli azionisti la necessità di procedere con la costruzione di un nuovo impianto americano.

DANNI E DAZI PER VOLKSWAGEN

Detto ciò, se Trump mantenesse la promessa e facesse scattare tra poco più di una settimana i nuovi dazi al confine con Canada e Messico a essere colpite sarebbero, tra le Case europee, Volkswagen che ha a Puebla uno dei suoi hub principali, le cui vetture servono anche il mercato nordamericano.

L’iniziativa del 47esimo presidente sarebbe particolarmente dirompente per il Gruppo dal momento che il Messico stava diventando centrale nei piani emergenziali per uscire dalla crisi. Restando in casa Vw, l’Audi produce a San Jose Chiapa le Q5. Tra le tedesche la BMW a San Luis Potosí assembla Serie 3, Serie 2 Coupe e M2.

I COLPI INFLITTI ALLE CINESI

La britannica Mg, oggi in mano cinese, aveva annunciato un impianto in Messico. Così come la cinese Byd. Ha interessi nell’area anche Jac Motors che ha una joint venture produttiva con la messicana Giant Motors.

COLPITE LE CASE NIPPONICHE

Chiuso il capitolo dei marchi cinesi, ci sono le giapponesi: Honda ha uno stabilimento a El Salto, nello stato messicano di Jalisco, Mazda produce a Salamanca, Nissan ha il suo stabilimento di riferimento ad Aguascalientes mentre i pick-up Toyota che piacciono tanto agli statunitensi, specie a quelli dell’America profonda, sono realizzati a Tacoma. La sudcoreana Kia ha una fabbrica a Pesqueria.

E STELLANTIS?

Infine c’è Stellantis, che assembla diversi mezzi Ram a Saltillo mentre a Toluca ha non meno di 2600 dipendenti al lavoro sulla produzione delle Jeep. Quest’ultimo impianto ha beneficiato di un investimento monstre nel 2024 da 1,6 miliardi di dollari per un ammodernamento delle linee che le consentisse di sfornare auto elettriche.

Si ricorda inoltre che Stellantis ha anche l’impianto canadese di Windsor, dove nascono le Dodge Charger di nuova generazione. Insomma, il marchio italo-franco-statunitense sarebbe parecchio esposto e forse anche per questo sta provando ad accattivarsi le simpatie del volitivo inquilino della Casa Bianca tra donazioni e promesse di investimenti. Infine, tra i fornitori Reuters cita le italiane Pirelli, Brembo ed Eurogroup Laminations.

I DAZI DI TRUMP SFERZANO ANCHE LE CASE USA

In tutto ciò come si anticipava poco sopra l’attuale inquilino della Casa Bianca sa bene che diverse aziende americane hanno impiantato negli anni numerosi stabilimenti oltreconfine: Ford fabbrica motori e veicoli tra Chihuahua, Cuautitlan e Hermosillo, mentre General Motors ha siti ad Arixpe, San Luis Potosi, Silao e Toluca. Un atteggiamento ben poco patriottico che Trump non si farà scrupoli di punire. Solo Tesla di Elon Musk pare essersi fermata per tempo.

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