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Uber Didi

Perché Uber vuole liberarsi della cinese Didi

Secondo Bloomberg, Uber sta pianificando di vendere parte della sua partecipazione nella cinese Didi. Ecco perché

 

Uber Technologies starebbe cercando di vendere parte della sua quota da 6,3 miliardi di dollari nella compagnia di ride-sharing cinese Didi Chuxing. Lo scrive Bloomberg citando alcune fonti secondo cui Uber sarebbe intenzionata a monetizzare partecipazioni di minoranza in altre società. L’obiettivo è raccogliere liquidità e cercare di far risalire la propria quotazione azionaria.

Ad aprile, infatti, Uber ha dichiarato di aspettarsi una svalutazione fino a 2,2 miliardi di dollari rispetto al valore contabile di alcune partecipazioni di minoranza della società a causa dell’impatto della pandemia Covid-19.

Ieri in Borsa Uber ha chiuso a 37,66 dollari per azione, al di sotto dei 45 dollari cui è stata quotata in borsa a maggio 2019.

COSA STA ARCHITETTANDO KHOSROWSHAHI CON SOFTBANK PER DIDI

Sempre stando alle indiscrezioni, l’ad di Uber, Dara Khosrowshahi, starebbe trattando la vendita con la stessa Didi e con SoftBank, il gruppo giapponese che è uno dei principali azionisti di entrambe le società.

GLI SCENARI POSSIBILI

Tra i vari scenari, un’opzione è che SoftBank si allei con altri investitori per acquisire una minoranza della partecipazione del 15% di Uber, mentre sembrerebbe meno probabile l’ipotesi di un coinvolgimento di Didi.

Mentre vari scenari sono in discussione, un’opzione è per SoftBank di collaborare con altri investitori per acquisire una minoranza della quota del 15% di Uber, ha detto una persona. Didi, che deve approvare qualsiasi vendita, è improbabile che acquisti azioni da solo, ha detto un’altra persona.

L’INGRESSO NELLA CINESE DIDI NEL 2016

Come ricorda Bloomberg, Uber ha ottenuto la sua quota Didi dopo che si è ritirata dalla Cina nel 2016 e ha venduto la sua attività al suo concorrente cinese.

La valutazione di Didi ha raggiunto i 56 miliardi di dollari con il boom del ride-hailing, ma le sue azioni sono scivolate nelle transazioni del mercato privato tra i problemi normativi e la pandemia di coronavirus.

ANCHE APPLE E ALIBABA HANNO INVESTITO IN DIDI

Sempre nel 2016 anche altri colossi tecnologici hanno deciso di puntare sulla società di taxi sharing cinese, da Alibaba ad Apple. La società di Cupertino ha scelto di investire 1 miliardo di dollari in Didi Chuxing.

UBER A CORTO DI LIQUIDITÀ

Nel primo trimestre Uber ha registrato la sua partecipazione in Didi a 6,3 miliardi di dollari da 8,2 miliardi. Ma ora il pioniere del ride-hailing di San Francisco sta iniziando a monetizzare le partecipazioni in altre società nel tentativo di raccogliere liquidità.

LE PARTECIPAZIONI IN YANDEX TAXI E GRAB

Già nel 2017 Uber aveva snellito le sue attività al di fuori dei suoi mercati principali in vista dell’Ipo prevista nel 2019.

Tre anni fa Uber aveva acquisito infatti una partecipazione del 36,6% nel servizio di taxi-sharing Yandex (di proprietà del motore di ricerca russo Yandex) in una joint venture da 3,72 miliardi di dollari. In quest’ultimo accordo, Uber ha unito le sue attività in Russia, Azerbaigian, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Georgia nella joint venture Yandex.

Sempre nel 2017, Uber ha accettato di scambiare la propria attività nel Sud-Est asiatico con una partecipazione del 27,5% nella compagnia di ride-hailing Grab, con sede a Singapore.

Al momento Uber detiene anche il 37% di Yandex Taxi  e circa il 18% di Grab. Secondo la comunicazione agli investitori della società dello scorso 6 agosto.

Possibile dunque che Uber proceda a monetizzare anche queste partecipazioni.

Secondo Bloomberg, pare che Alibaba sia in trattative per investire 3 miliardi di dollari in Grab.

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