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Marina Usa Fincantieri

Perché Fincantieri (gestione Bono) perde

Tutti i dettagli sui risultati economico-finanziari al 30 giugno 2022 approvati ieri dal cda di Fincantieri, gruppo guidato da pochi giorni da Folgiero che ha preso il posto di Bono

 

Chiude con un rosso di 234 milioni il primo semestre dell’anno di Fincantieri.

Al 30 giugno i ricavi del gruppo navale di Trieste sono saliti del 16% a 3,51 miliardi, mentre il risultato netto è stato negativo per 234 milioni (a differenza di quello positivo per 7 milioni nello stesso periodo del 2021), anche a causa di una review strategica delle commesse nel settore delle infrastrutture.

È quanto emerge dalla relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2022 di Fincantieri, approvata ieri dal Cda della società.

Nei primi sei mesi del 2022, Fincantieri ha registrato nuovi ordini per 1.524 milioni di euro rispetto ai 1.753 milioni di euro del corrispondente periodo del 2021, con un book-to-bill ratio (nuovi ordini/ricavi) pari a 0,4 (0,6 al 30 giugno 2021).

“L’andamento economico del secondo trimestre è stato negativamente caratterizzato da una review strategica sul portafoglio di business non core, dagli effetti sui prezzi delle materie prime conseguenti alla guerra russo-ucraina, e da altre partite non ricorrenti” ha commentato Pierroberto Folgiero, Amministratore delegato di Fincantieri, succeduto a Giuseppe Bono alla guida del gruppo lo scorso maggio.

Tutti i dettagli sui conti della semestrale Fincantieri al 30 giugno 2022.

CRESCONO I RICAVI

Fincantieri ha registrato ricavi per 3.510 milioni di euro in crescita del 16% rispetto al primo semestre 2021, in linea con le previsioni di sviluppo dell’attuale portafoglio ordini.

SCENDE IL MARGINE OPERATIVO LORDO

L’Ebitda è pari a euro 90 milioni (in flessione rispetto ai 219 milioni nel primo semestre 2021) e l’Ebitda margin a 2,6%, escluse le attività passanti (a fronte del 7,2% del primo semestre 2021). Secondo il gruppo l’Ebitda risulta “influenzato negativamente dalla riduzione di marginalità del settore infrastrutture a causa dei maggiori costi emersi a conclusione di attività progettuali, acuiti dagli effetti cambio sfavorevoli e dai prezzi dei materiali di costruzione registrati nei primi mesi del 2022”.

Diminuisce poi anche l’ebit, negativo per 21 milioni di euro nei primi 6 mesi del 2022 rispetto a euro 123 milioni positivi dell’analogo periodo dell’anno precedente con un Ebit margin negativo per lo 0,6% (4,1% nel primo semestre 2021).

UN SEMESTRE NEL SEGNO DEL ROSSO

Il risultato del periodo, rende noto inoltre Fincantieri, è negativo per 234 milioni di euro dopo aver scontato oneri estranei alla gestione ordinaria e non ricorrenti (156 milioni di euro). La perdita, spiega una nota, risente degli esiti di una review strategica delle commesse nel settore delle Infrastrutture, della valutazione degli effetti dei maggiori prezzi delle materie prime sui costi a vita intera delle commesse nel settore Shipbuilding, della svalutazione di alcuni attivi finanziari, oltre che della svalutazione dell’avviamento della controllata norvegese Vard e della controllata Usa Fincantieri Marine Group.

DEBITO

Passando alla posizione finanziaria netta questa presenta un saldo negativo (a debito) per 3,3 miliardi di euro (a fronte dei 2,2 miliardi al 31 dicembre 2021), coerente con i volumi di produzione sviluppati dal gruppo nel corso del semestre e il piano di consegne con 5 unità cruise nella seconda metà dell’anno. “La stessa risulta ancora condizionata dalla strategia di supporto agli armatori implementata a seguito dello scoppio della pandemia da Covid-19”, precisa la nota di Fincantieri.

ANDAMENTO OPERATIVO

Il carico di lavoro complessivo del gruppo ha raggiunto al 30 giugno 2022 il livello di 34,6 miliardi di euro, pari a 5,2 volte i ricavi 2021. Di cui 24,1 miliardi di euro di backlog (euro 27,6 miliardi al 30 giugno 2021) ed 10,5 miliardi di euro di soft backlog (euro 9,4 miliardi al 30 giugno 2021) con uno sviluppo delle commesse in portafoglio previsto fino al 2029. Il backlog ed il carico di lavoro complessivo garantiscono rispettivamente circa 3,6 e circa 5,2 anni di lavoro se rapportati ai ricavi sviluppati nell’esercizio 2021, escluse le attività passanti.

LE PREVISIONI PER IL SECONDO SEMESTRE 2022

Al netto di un ulteriore possibile deterioramento dello scenario macroeconomico, Fincantieri si attende di riuscire a garantire, nel corso dell’anno, il pieno regime produttivo che consentirà una crescita dei ricavi a livelli superiori a quelli del 2021 e si attende un miglioramento nel secondo semestre della marginalità di Gruppo, sebbene a livelli ancora inferiori a quelli del 2021, precisa la nota.

LA ROTTA DEL NUOVO AD FOLGIERO

Infine, il numero uno di Fincantieri Folgiero ha dichiarato che il gruppo perseguirà una sempre maggiore concentrazione su core business dello Shipbuilding. (Qui l’approfondimento di Startmag su come cambierà la Fincantieri di Bono con Folgiero).

““L’azienda nei prossimi mesi perseguirà una sempre maggiore concentrazione sul core business dello Shipbuilding indirizzando la crescita attesa nel settore militare e la ripartenza del settore crociere. Tale percorso sarà anche caratterizzato da una grande focalizzazione su nuove soluzioni digitali e green che aumentino nel tempo la ‘distintività’ della grande leadership di Fincantieri nell’industria internazionale della navalmeccanica” ha spiegato Folgiero.

I REPORT DEGLI ANALISTI

La nota più dolente, il debito netto, ha spiegato Equita Sim, ha raggiunto 3,3 miliardi nel semestre, peggiorando di 1,1 miliardi da inizio anno principalmente per effetto del circolante (il calendario prevede la maggior parte delle consegne nel secondo semestre 2022). Per il 2022 il debito netto è, appunto, visto solo in lieve miglioramento rispetto ai 3,3 miliardi del primo semestre 2022 ( Equita stima 2,4 miliardi), il fatturato è atteso in crescita rispetto al 2021 (+12% anno su anno la stima attuale di Equita), l’ebitda margin in miglioramento ma inferiore al 7,4% del 2021 (7,2% la stima di Equita). Preliminarmente, la sim si aspetta una revisione “mid-to-high single digit” dell’ebitda 2023-2024. “La nostra preoccupazione rimane sulla sostenibilità della struttura finanziaria”, ha concluso Equita

Anche ipotizzando che il debito migliori a circa 3 miliardi entro la fine del 2022, scrivono gli analisti di Banca Akros, “la nuova guidance implica un peggioramento di circa 0,6 miliardi di euro, 0,35 euro per azione, rispetto alla vecchia guidance. Riteniamo che il mercato si chiederà se Fincantieri non abbia bisogno di un aumento di capitale e ci aspettiamo che il titolo reagisca molto negativamente oggi” in Borsa come è accaduto.

“Riteniamo che l’ampio calo dell’ebitda della società sia deludente e che probabilmente riaccenderà le preoccupazioni degli investitori sulla potenziale necessità di un aumento di capitale, dato l’elevato livello di indebitamento netto della società”, indica anche Mediobanca Securities, accogliendo, comunque, con favore la revisione della strategia avviata dal nuovo management e la rifocalizzazione del core business dell’azienda. A novembre 2021 si era parlato di un aumento di capitale da 1 miliardo di euro nel caso in cui Fincantieri avesse acquisito Oto Melara e Wass da Leonardo.

Di sicuro, concorda l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo, ci sarà una “significativa revisione al ribasso delle stime del consenso (30-40% per l’esercizio 2022) a livello di ebitda. D’altro canto, l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo rimarca che le azioni messe in atto dall’azienda danno il senso della proattività del nuovo ceo e del management nell’implementare la revisione strategica delle attività non-core (come le infrastrutture) e nel risolvere le problematiche emerse nell’attuale scenario macro economico. “Pur non escludendo ulteriori azioni in futuro, queste mosse lasciano spazio per perseguire meglio la crescita strutturale dell’azienda nel suo core business, ovvero la costruzione di navi militari e da crociera”, precisa l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo.

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