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L’Antitrust sugli Ncc tampona ancora la riforma Salvini

Dopo il Tar del Lazio, l'Antitrust muove diverse importanti critiche al riassetto del comparto Ncc voluto da Salvini. Tutti i dettagli

Non c’è pace per la riforma degli Ncc, giudicata un po’ a tutti i livelli lesiva della concorrenza. Se la norma escogitata dal dicastero delle Infrastrutture di Matteo Salvini voleva placare gli animi, a giudicare da quanto sta avvenendo nel capoluogo lombardo tra Malpensa, Cadorna, Piazza Duomo e Linate, non c’è riuscita – e le auto nere proprio in queste ore stanno denunciando possibili inquietanti casi a Milano di “ronde di tassisti” -, se voleva parificare le condizioni tra i due competitor su piazza a beneficio dell’utente, men che meno. A dirlo, dopo il tar del Lazio che ne ha fatto coriandoli, l’Antitrust nel suo ultimo bollettino.

COSA DICE L’ANTITRUST DELLA RIFORMA NCC

Come i giudici amministrativi anche l’Antitrust si sofferma in particolare sullo stop di 20 minuti che sarebbe per l’authority guidata da Roberto Rustichelli “un’ingiustificata barriera all’accesso al mercato e allo sviluppo dell’attività di Ncc” con il più l’aggravante che “travalica la stretta necessità e difetta dei requisiti di ragionevolezza e proporzionalità” rispetto all’obiettivo dell’intervento legislativo “di assicurare che il servizio Ncc sia rivolto ad un’utenza specifica e non indifferenziata”.

“Detto obiettivo – sottolineano dall’Autorità – risulta già pienamente garantito dalle disposizioni presenti nella legge quadro riguardanti l’obbligo di ricevere le richieste di servizi e le prenotazioni presso la rimessa o la sede, anche con l’utilizzo di strumenti tecnologici, nonché l’obbligo di compilare e tenere un foglio di servizio elettronico”.

Mentre per l’Antitrust la riforma obbliga gli Ncc a “rientrare in rimessa prima di poter svolgere qualsiasi altro servizio di trasporto e gli sarà impedito di competere adeguatamente con i tassisti nel soddisfare la domanda di mobilità” che richiede di essere in loco tempestivamente.

NORMA NEMICA DELL’INNOVAZIONE E DEL CONSUMATORE

Con l’eliminazione delle prenotazioni via app “viene recato un grave vulnus all’innovazione, al benessere dei consumatori e ad altri interessi generali in un contesto di elevata scarsità dell’offerta rispetto alla domanda”.

Contestata anche la disposizione che prevede la scelta a monte da parte dell’utente di usufruire di un taxi o un Ncc preventivamente rispetto ai tempi di arrivo delle auto e del corrispettivo: “pregiudica un efficace gioco concorrenziale tra gli esercenti”.

Quanto alla pars construens, l’Autorità suggerisce al governo di “introdurre specifiche disposizioni volte a consentire l’adesione da parte di vettori taxi e Ncc a più piattaforme tecnologiche di intermediazione, prevedendo che qualsiasi clausola contraria a tale principio sia considerata nulla”.

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