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L’alleanza tra Renault e Nissan riparte dall’elettrico?

Si intensificano i voli tra Francia e Giappone dei manager dei due colossi dell'auto: l'alleanza tra Renault e Nissan potrebbe rinsaldarsi per affrontare la sfida delle auto EV. La strada, però, è in salita

L’alleanza tra Renault – Nissan e Mitsubishi era iniziata traballando ed era finita pure peggio, con l’arresto in Giappone del ceo Carlos Ghosn, accusato di frode fiscale per aver occultato parte dei suoi redditi. O meglio, formalmente non è mai finita, ma l’insofferenza dei giapponesi per i vincoli che li legano a Parigi è nota da tempo e forse precorre perfino la vicenda giudiziaria dell’ex Ad del gruppo franco-nipponico, volendo sviluppare una propria strategia per la Cina. Pare poi sia aumentata nell’ultimo periodo, quando indiscrezioni di stampa hanno fatto emergere i piani di Boulogne-Billancourt di vendere la ventura divisione endotermica ai cinesi di Geely. Ma andiamo con ordine.

I SEGNALI CHE L’ALLEANZA TRA RENAULT E NISSAN È ASSAI FRAGILE

L’ultima conferma che l’alleanza datata 1999 fosse ormai al capolinea non è arrivata né dal Giappone, né dalla Francia, ma da Sunderland, nell’Inghilterra nord-orientale, all’interno della contea metropolitana di Tyne and Wear, dove Nissan ha uno stabilimento impegnato nella produzione delle teste dei cilindri dei motori termici che vengono poi montati nelle vetture della casa della Losanga.

Ebbene, scaduto il contratto in essere, non sarà più rinnovato. Si tratta di un fulmine a ciel sereno, una decisione che ipoteca il futuro di centinaia di lavoratori, sebbene la stessa Nissan abbia immediatamente tranquillizzato le tute blu e l’amministrazione cittadina dichiarando che non ci saranno tagli: “Dall’inizio del 2024, lo stabilimento Nissan di Sunderland cesserà la produzione di teste dei cilindri in loco – ha detto un portavoce della società ai microfoni di Sky News UK – Non prevediamo che ciò comporti la perdita di posti di lavoro, e stiamo lavorando con il personale per la ridistribuzione in altri settori dell’azienda”.

Nello stabilimento inglese Nissan impiega circa 250 dipendenti concentrati appunto sulla realizzazione delle teste dei cilindri per i motori endotermici usati da Renault. Da parte sua, il marchio francese ha riferito che il gruppo della Losanga ha già trovato un nuovo fornitore di queste componenti, senza specificarne il nome ma limitandosi a dichiarare che la collaborazione con la società che prenderà il posto di Nissan avrà inizio proprio nel 2024. Non è chiaro il motivo del mancato rinnovo, certo è che, anche a livello di immagine, veder sfumare così la cooperazione non depone certo a favore della partnership tra Renault e Nissan.

QUEI VIAGGI SOSPETTI TRA FRANCIA E GIAPPONE…

Ma ora, stando almeno al Financial Times e al Wall Street Journal, le parti in causa starebbero provando a rimettere in moto la partnership tra Renault e Nissan. Le due testate sottolineano infatti che a fine settembre alcuni dirigenti Nissan, tra cui il direttore operativo Ashwani Gupta, si siano recati in Francia, visita ricambiata agli inizi di ottobre dall’ad della Renault, Luca de Meo, volato in Giappone. Decisamente troppi voli per interrompere il sodalizio, come forse vorrebbero i giapponesi.

LA CONFERMA DI RENAULT E NISSAN

Più facile che si stia provando a ripartire, rinsaldandolo. Secondo le due testate, ancora una volta sarebbe Renault a premere e i giapponesi a nicchiare. I francesi infatti vorrebbero che Nissan investa nella nuova divisione full electric “Ampère”, che nascerà dalla separazione delle attività tradizionali (nome in codice “Horse”). A stretto giro è arrivato un comunicato congiunto in cui le due case confermano di essere “attualmente impegnate in fiduciose discussioni su diverse iniziative nell’ambito dei continui sforzi per rafforzare la cooperazione e il futuro”.

De Meo, infatti, al pari dei giapponesi non è troppo convinto di abbandonare “senza se e senza ma” gli endotermici, preferendo destinare le produzioni classiche, piuttosto, ai mercati emergenti. La Losanga intenderebbe mantenere una quota di almeno il 51% della nuova entità sperando di cederne una parte consistente all’alleato nipponico. Ecco, secondo le testate citate fin qui i giapponesi, come contropartita, starebbero facendo pressione sui francesi per convincerli a ridurre la loro partecipazione di oltre il 43% nel capitale del costruttore di Yokohama, così da allentare le tensioni che, negli ultimi mesi, sono state riaccese dalla partnership strategica avviata dalla stessa Renault con i cinesi di Geely.

I CINESI TRA FRANCESI E GIAPPONESI

Secondo quanto riferito da Reuters, Renault sarebbe già in trattativa con Geely e con una compagnia petrolifera (non ancora identificata) per cedere il 60% delle azioni della divisione Horse: nello specifico, il 40% al colosso cinese e il 20% all’altra azienda, al momento ignota, coinvolta nell’operazione. L’altro 40% resterebbe nelle mani dei francesi che manterrebbero, così, solo una quota di minoranza della “vecchia Renault” destinata a essere scorporata e a finire al di fuori dei confini francesi. Ma, anche qui, c’è da ottenere l’ok dei giapponesi, dato che parte della tecnologia è la loro.

SI RIPARTE DAVVERO?

Il problema delle negoziazioni odierne è che si tratta di due marchi che, oggigiorno, attraversano non poche difficoltà economiche: Nissan sul mercato vale meno della metà rispetto a cinque anni fa; mentre la casa di Boulogne-Billancourt è stata travolta dalla guerra tra Russia e Ucraina, avendo dovuto accettare in silenzio la nazionalizzazione delle sue quote in AvtoVaz (restare, del resto, avrebbe voluto dire affrontare le sanzioni occidentali), quindi non vogliono perdere questa contesa. Entrambe hanno dunque bisogno di liquidi: Nissan per strutturare meglio il nuovo piano industriale, Renault per lo sviluppo di quelle tecnologie a minor impatto che a breve potrebbero essere le sole ammesse nei confini europei. L’unione di due debolezze può essere il loro punto di forza?

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