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La Polonia sorpassa Mirafiori: le auto cinesi di Stellantis e Leapmotor a Tychy

Le auto elettriche cinesi di Leapmotor saranno realizzate nella fabbrica di Stellantis di Tychy, in Polonia. In un primo momento si era diffusa la voce secondo cui la produzione sarebbe andata a Mirafiori. E intanto a Torino tutto l'indotto sciopera chiedendo garanzie sul futuro dell'impianto

Nonostante l’innegabile somiglianza tra la Fiat 500 elettrica e l’utilitaria T03 di Leapmotor, le auto cinesi che Stellantis contribuirà a portare in Europa a seguito degli investimenti del Gruppo guidato da Carlos Tavares nell’ex startup Leapmotor fondata da Fu Liquan e da Jiangming Zhu non saranno sfornate a Mirafiori, già casa della citycar torinese, bensì nella fabbrica di Tychy, in Polonia.

IL PIANO DI STELLANTIS PER PORTARE LE AUTO EV CINESI IN EUROPA

Non esistono conferme ufficiali, perché il Gruppo a quanto pare ha deciso di far passare sottotraccia l’avvio delle operazioni, ma in merito l’agenzia di stampa Reuters ha ripreso un report della banca d’affari Jefferies in cui sono citate le dichiarazioni rese dai vertici dell’azienda cinese durante un conference call con gli analisti di Borsa.

In merito al materiale riportato, la joint venture tra i due costruttori già la scorsa settimana avrebbe iniziato a produrre nell’impianto polacco i primi esemplari della T03 (nota per l’incredibile somiglianza a tratti un po’ corsara con la Fiat 500) con l’obiettivo di arrivare a regime a settembre.

Secondo l’agenzia di stampa, Stellantis – che, come si ricorderà, ha acquisito il 51% del capitale di Leapmotor ed è titolare dei diritti esclusivi per la produzione, l’esportazione e la commercializzazione dei prodotti del brand asiatico – oltre alla produzione della piccola elettrica cinese, destinerà alle linee polacche la Suv di segmento C, nota come A12. La C10, invece, almeno sulle prime, continuerà a essere prodotta in Cina e a venire esportata in Europa.

Nonostante quanto era stato vociferato subito dopo la firma tra il Gruppo italo-francese e i cinesi, ovvero che Mirafiori potesse essere in pole position per ospitare la produzione delle auto elettriche asiatiche, prende ormai definitivamente corpo l’altra voce di corridoio che rimbalza da un paio di mesi secondo la quale Tychy avrebbe spodestato l’hub torinese, peraltro in affanno da mesi e coi lavoratori in piazza da aprile per chiedere a Tavares rassicurazioni sul futuro dell’impianto.

LO SCIOPERO PER MIRAFIORI

Il 12 giugno nel capoluogo piemontese si sono riversati nuovamente tutti i lavoratori dell’indotto. Dettagliava il quotidiano torinese La Stampa: “Al corteo partecipano delegazioni di lavoratori dalle industrie di tutto il Nord Italia come il collettivo di Fabbrica Tubiflex, quelli di Hitachi Rail da Pistoia, Rsu Weber Magneti Marelli Bologna. Anche i lavoratori Lear e Delgrosso sfilano in corteo, con i loro cartelli e le facce preoccupate, rimasti senza lavoro né cassa integrazione. In testa al corteo, a metà percorso, spunta lo striscione dell’Embraco. «Che strano – dice qualcuno – Ma cosa c’entra?».” Tutti uniti dallo slogan: “Se Stellantis non aumenta la produzione c’è tutto l’indotto che va in crisi”.

Antonio Giovanni Spera, segretario generale Uglm, ha detto: “L’automotive è il primo settore per le produzioni metalmeccaniche. Quando si ferma l’automotive, si ferma l’Italia”. Gli ha fatto eco il segretario generale Uilm, Rocco Palombella: “Senza risposte, Torino farà partire una nuova mobilitazione. Tavares ha deciso di convocarci ma senza dire quali saranno i nuovi modelli e senza darci risposte concrete. Se arriveranno i cinesi faccia una scelta chiara: riapra Grugliasco e riporti qui le produzioni”.

COSA FA L’IMPIANTO DI TYCHY

Lo stabilimento polacco a sud di Katowize, regione della Slesia, oltre a produrre fin dai primi anni 2000 la nuova Panda, quindi la Fiat 500 e in anni più recenti la Jeep Avengler, dallo scorso 7 settembre è pure la culla della Nuova Fiat 600e.

Che sia cruciale nei piani industriali di Stellantis lo si intuisce dal fatto che il gruppo franco-italiano ha investito nel 2021 oltre 200 milioni di euro per il restyling dell’impianto per consentire il lavoro sulle piattaforme multienergy eCMP e CMP (di origine Psa) destinate a una gamma variegata di modelli.

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