Gli Stati Uniti potrebbero rivedere i limiti sulle emissioni allo scarico delle automobili in modo da dare più tempo alle aziende di adeguarsi alla mobilità elettrica: significa, in sostanza, che le case automobilistiche americane saranno meno incentivate a produrre veicoli a batteria nel breve termine. La notizia – non ufficiale, ma anticipata dal New York Times e dal Washington Post – è una concessione ai sindacati, ma potrebbe avere conseguenze sui piani nazionali di decarbonizzazione: quello dei trasporti è infatti il primo settore americano per emissioni.
L’AMMINISTRAZIONE BIDEN AMMORBIDIRÀ I LIMITI SULLE EMISSIONI?
La stampa statunitense scrive che è probabile che l’Agenzia per la protezione dell’ambiente, un ente governativo, ammorbidirà i limiti sulle emissioni allo scarico dei veicoli, sia auto che furgoni. Le nuove regole dovrebbero venire pubblicate all’inizio della primavera, forse già a marzo.
L’Agenzia non obbligherà dunque ad aumentare la produzione di veicoli elettrici nei prossimi anni – la conseguenza di regole molto stringenti sulle emissioni -, ma rimanderà questa misura a dopo il 2030.
COSA PENSANO I SINDACATI DELLE AUTO ELETTRICHE
L’amministrazione del presidente Joe Biden ha dedicato gran parte della sua agenda politica alla trasformazione dell’America in una superpotenza industriale green. Adesso, però, considerate le elezioni di novembre, potrebbe dover mitigare questa spinta alla transizione energetica e tenere maggiormente in conto le esigenze dei sindacati, un potenziale bacino di voti.
Lo United Automobile Workers, con sede a Detroit, un tempo il polo indiscusso dell’industria automobilistica statunitense, teme che il passaggio alla mobilità elettrica possa rivelarsi dannoso per i lavoratori, e in particolare per i suoi iscritti. Da una parte, infatti, i veicoli elettrici contengono meno parti di quelli con motore endotermico e dunque richiedono meno manodopera; dall’altra, la produzione dei modelli elettrici si sta spostando verso gli stati del Sud (come il Kentucky e la Carolina del sud), poco sindacalizzati rispetto al Michigan e al resto del Midwest.
Quando, lo scorso aprile, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente propose che i veicoli elettrici rappresentassero il 67 per cento delle immatricolazioni di auto e furgoni entro il 2032, lo United Automobile Workers fece sapere che aveva sospeso l’appoggio alla campagna di ri-elezione di Biden proprio per via dei “timori sulla transizione ai veicoli elettrici”.
COSA PENSA TRUMP
Donald Trump, il probabile candidato del Partito repubblicano alle elezioni presidenziali, è molto critico nei confronti delle auto elettriche e ha promesso che eliminerà i crediti fiscali introdotti da Biden con l’Inflation Reduction Act, volti a favorire la diffusione delle vetture a batteria prodotte negli Stati Uniti e in Nordamerica.
COSA CAMBIA (POCO) PER LE EMISSIONI AMERICANE
Se il passo indietro dell’amministrazione Biden farà contenti i sindacati e anche le case automobilistiche (che sui veicoli elettrici sono generalmente indietro), andrà invece a scontentare le organizzazioni ambientaliste attente alla questione climatiche.
Il Washington Post e il New York Times hanno scritto però che anche posticipando le raccomandazioni sui veicoli elettrici, gli Stati Uniti otterranno comunque grossomodo le stesse riduzioni di emissioni al 2055 di quelle previste con la proposta originaria.
COME VANNO LE VENDITE DI AUTO ELETTRICHE
Intanto, nel paese le vendite di auto elettriche stanno rallentando, pur crescendo. L’azienda dominante sul mercato statunitense è Tesla (i cui lavoratori non sono sindacalizzati); le tradizionali case di Detroit (loro invece sindacalizzate) sono parecchio indietro: i veicoli elettrici valgono appena il 4 per cento delle vendite totali di Ford e il 3 per cento di quelle di General Motors.
Al di là del prezzo elevato, parte del rallentamento delle vendite è legato alla disponibilità ancora limitata di infrastrutture di ricarica pubblica: perfino in California solo il 72,5 per cento dei punti pubblici di ricarica veloce nell’area di San Francisco risultava attivo all’inizio del 2022.
L’Alliance for Automotive Innovation – un’associazione industriale di cui fanno parte General Motors, Volkswagen, Toyota e non solo – ha detto che i limiti originali sulle emissioni dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente sono troppo ambiziosi e che potrebbero tradursi in penalità da 14 miliardi di dollari per quelle case produttrici che non riusciranno a rispettarli.
Tesla, al contrario, sta spingendo sull’Agenzia affinché applichi quei limiti, che darebbero ai veicoli elettrici un market share del 67 per cento entro il 2032, rispetto al 7,6 per cento del 2023. L’anno scorso sono stati venduti 1,2 milioni di veicoli elettrici negli Stati Uniti, un record reso possibile anche grazie ai crediti d’imposta fino a 7500 dollari (ma solo diciotto modelli possono accedere all’incentivo pieno).