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Compagnie Aeree

Vi racconto la guerra degli slot Alitalia lanciata da Ryanair, easyJet e Wizz Air

Come Ryanair, easyJet e Wizz Air si lanciano sugli slot ex Alitalia negli aeroporti italiani. L'intervento di Marco Foti

 

Il trasporto aereo italiano sta affrontando la più grande crisi dopo la grande recessione del 2006 a seguito del default statunitense del mercato immobiliare. La pandemia ha definitivamente affossato la compagnia di bandiera (e non solo) e fatto nascere una nuova azienda, ITA, in discontinuità con Alitalia, come richiesto dalla Commissione Europea.

Ma la “gravidanza” della nuova ITA non procede nel migliore dei modi tanto da poter immaginare di rimandare il fatidico “parto”.

Le motivazioni le conosciamo: un Piano industriale deficitario, una contrattazione sindacale unilaterale, una strategia “provinciale”. Un’offerta di servizio limitata con 52 aerei per 45 destinazioni e 61 rotte, circa 2800 dipendenti sottopagati per un fatturato previsto nel 2025 di poco più superiore a 3,3 miliardi di euro.

Ma dal 15 ottobre che cosa succederà?

Le avvisaglie ci sono tutte. Voli ITA cancellati dall’operativo nazionale, offerta ridotta in tutti gli aeroporti italiani, politiche commerciali in concorrenza con i vettori low-cost. I quali, quest’ultimi, sono in procinto di sferrare un attacco commerciale importante sui nostri due aeroporti di punta, Milano – Linate e Roma – Fiumicino.

D’altronde, se prendiamo ad esempio Ryanair, le avvisaglie sono confermate da una preannunciata battaglia con ITA per contendersi gli slot lasciati liberi da Alitalia non solo a Fiumicino e Linate ma anche a Malpensa, come dichiarato dal CEO in vecchia intervista rilasciata al Sole24Ore.

Al punto che O’Leary dichiarava che «II bando non ci interessa, Alitalia non ha un asset di valore. Anche la nuova compagnia riceverà soldi pubblici come la vecchia. Quello attuale è l’ennesimo round di aiuti ad Alitalia, ma l’Europa continuerà ad autorizzarli fino a quando sarà venduta a Lufthansa o AirFrance. Anche ITA fallirà».

La guerra è aperta, i vettori low-cost hanno iniziato a sedersi al tavolo dell’assegnazione degli slot italiani. La rinuncia al 15% degli slot posseduti a Milano Linate e del 57% di quelli di Roma Fiumicino è infatti una delle condizioni imposte dalle autorità di Bruxelles, insieme al taglio della flotta e alla rinuncia al programma di fedeltà Millemiglia, per marcare una netta discontinuità con le vecchia gestione e dare il via libera alla newco ITA.

Oltre Ryanair al tavolo troviamo le due principali compagnie low cost easyJet e Wizz Air.

La prima, la low cost britannica, è interessata agli slot dello scalo cittadino milanese di Linate dove sarebbe disposta a pianificare anche alcuni aerei, in linea con il modello di business, basato sui collegamento punto a punto. Con la strategia finale di rendere Milano il suo hub italiano con Linate e Malpensa collegate a diverse destinazioni domestiche e internazionali.

La seconda, Wizz Air, è interessata agli slot lasciati dalla compagnia italiana, con particolare riguardo alle operazioni di corto e medio raggio, in quanto “il lungo raggio non fa parte del modello di business e comunque impiegherà molto più tempo per riprendersi”, aveva dichiarato il capo della low cost europea con base a Budapest.

E ITA? Al momento partecipa alle procedure di gara per l’assegnazione dei servizi di continuità territoriale in Sardegna, con scarsi risultati però essendo stata esclusa dalla gara per vizi formali. Procedura alla quale ha partecipato anche la spagnola Volotea (e quindi sono quattro le compagnie low-cost già impegnate ad accaparrarsi gli slot liberi), esclusa a sua volta per vizi formali, ma che ha presentato ricorso al TAR per la sospensiva dell’efficacia del provvedimento.

ITA si affida a un Piano industriale che prevede sul network domestico “un’ampia copertura degli scali nazionali, servendo 21 aeroporti nel Paese con un operativo dei voli stabile e un numero di frequenze e orari che rispondano al meglio alle esigenze della clientela business e leisure”. Così è stato annunciato ma mi permetto di dire soltanto sulla carta però.

Di fatto mancano gli aerei, a sei giorni dal via ancora sono ufficialmente ignoti il nome, il simbolo e i colori, che comunque dovrebbero rimanere gli stessi di Alitalia. Anche se alcune indiscrezioni parrebbero condurre a un accordo ponte con Alitalia per l’uso temporaneo del logo della compagnia.

Sono tanti gli aspetti negativi di questa assurda crisi italiana il cui risultato, al momento, è quello di aver portato all’esasperazione circa 8mila famiglie e prodotto sul mercato dei voli domestici profonde spaccature. Un esempio che rende evidente la pochezza del nuovo piano di ITA è rappresentato dall’offerta proposta da/per lo scalo genovese “Cristoforo Colombo” con solo due coppie di voli al giorno per Roma Fiumicino. E con questo assetto ITA intende avviare il suo progetto in corrispondenza dei 21 aeroporti italiani.

Prepariamoci a una stagione molto difficoltosa per tutti coloro che utilizzano il trasporto aereo per muoversi all’interno del territorio nazionale per motivi professionali e familiari. In fondo, il CEO di Ryanair forse non aveva tutti i torti nella sua previsione futura di ITA.

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