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Il motore dell’auto elettrica singhiozza e Tesla lascia a piedi manager e team

Dopo aver scatenato la guerra dei prezzi che ha messo in difficoltà la stessa Tesla, Musk tuona contro i manager: "Mentre alcuni membri dello staff esecutivo stanno prendendo la cosa sul serio, la maggior parte non lo sta ancora facendo". E caccia nomi di spicco

 

Come già raccontato, i ricavi di Tesla (già alle prese coi richiami del Cybertruck e le indagini dell’ente federale Usa preposto alla sicurezza stradale) nell’ultimo trimestre sono diminuiti per la prima volta dal 2020, con un record negativo che ha riportato le lancette dell’orologio al 2012.  Le flessioni sono state del 9% nel fatturato e del 55% nei profitti. A pesare la frenata globale della domanda e la guerra dei prezzi scatenata dallo stesso Elon Musk in Oriente e in Occidente. La Casa di Austin, non potendo ricavare altri margini delle proprie auto elettriche a listino sta così facendo spending review in nuovi modi. Sapevamo che Tesla avesse dato il via a nuove tornate di licenziamenti, ma la situazione sarebbe persino più grave di quella ipotizzata inizialmente, riguardando anche manager e interi team.

LA LETTERA DI FUOCO DI MUSK AI VERTICI

Nel tentativo di ritornare in pista, Musk, l’istrionico pilota alla guida di Tesla, ha inviato una mail ai propri dipendenti -finita però sulla stampa americana – nella quale spiega la necessità di licenziare diversi manager di primo livello e relativi staff nella quasi totale interezza addossando sostanzialmente ai cacciati la responsabilità della crisi.

“Speriamo – ha scritto il Ceo di Tesla ai propri manager – che queste azioni stiano rendendo chiaro che dobbiamo essere assolutamente duri con i responsabili operativi e sulla riduzione dei costi. Mentre alcuni membri dello staff esecutivo stanno prendendo la cosa sul serio, la maggior parte non lo sta ancora facendo”, si legge nella missiva di Musk.

TESLA SALUTA MANAGER E TEAM

Si scopre così che sarà a breve accompagnata alla porta Rebecca Tinucci, responsabile dei Supercharger seguita dall’intero team di gestione della rete delle colonnine ad alta potenza che conta a oggi una squadra di non meno mezzo migliaio di unità.

Si tratta di tagli che sorprendono, dal momento che nel campo dei distributori di elettricità per auto alla spina Tesla negli Usa è riuscita, contro ogni pronostico, a imporre il proprio standard, divenuto in breve tempo dominante nell’ancora scarna e lacunosa infrastruttura elettrica statunitense.

Condivide la medesima sorte di Tinucci e degli altri 500 impiegati anche Daniel Ho, direttore dei programmi per i veicoli e i nuovi prodotti. Aveva in qualche modo anticipato tutti Rohan Patel, che guidava il team degli affari istituzionali (decimato pare dai tagli) dimettendosi a inizio mese.

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