Elon Musk non è mai stato troppo cordiale, specie sui social. Men che meno su Twitter da quando lo ha acquistato, trasformandolo in X. Ma le sue ultime arpate riservate all’agenzia di stampa Reuters lasciano trasparire – per usare un eufemismo – un certo nervosismo, che potrebbe essere collegato all’ultima trimestrale di Tesla ma pure al fatto che le indiscrezioni apparse sulla testata siano vere e hanno costretto il magnate sudafricano a svelare con largo anticipo un cambio (l’ennesimo?) nella strategia della Casa texana dell’auto elettrica.
LE STERZATE NEL BUSINESS PLAN DI TESLA
Sì, perché da quando la domanda delle auto elettriche ha iniziato a sgonfiarsi e, parallelamente, la pressione esercitata dalle rivali cinesi ad aumentare, Tesla ha già apportato parecchie modifiche al proprio business plan, annunciando per esempio l’intenzione di porsi come fornitore di tecnologia per il software di guida autonoma sul quale, è noto, la Casa di Elon Musk investe da oltre una decade, anche se i risultati finora non sono stati quelli sperati (non sono mancate le class action di chi l’aveva comprata confidando che arrivasse a guidarsi da sé).
CHE FINE HA FATTO LA TESLA ECONOMICA MODEL 2?
Eppure, il mercato a Musk da anni sembra chiedere una cosa soltanto: la famosa – famigerata Tesla a prezzo budget. Una sfida nella sfida, considerato che la tecnologia non è ancora su larga scala da permettere simili abbassamenti di prezzo. Non solo, dato che bisogna anche mettere in conto le recenti vampate inflazionistiche, le crisi dei chip, l’aumento delle materie prime, i cambi di rotta nella distribuzione per via degli Houthi e soprattutto la guerra dei prezzi voluta dallo stesso Musk che di fatto fa già perdere parecchi soldi a Tesla per ogni vettura venduta. Come abbassare i prezzi ulteriormente?
Reuters sostiene che Tesla non sarà in grado di seguire Byd sulla strada di un’auto elettrica per tutte le tasche. Quella Model 2 la cui idea nata probabilmente più sul Web che non nei piani industriali di Tesla che era stata inizialmente respinta dallo startupper seriale, salvo poi annunciarla ufficialmente, nome in codice “Redwood”, lo scorso 24 gennaio durante la presentazione dei risultati finanziari 2023: “Siamo molto avanti con il nostro veicolo di prossima generazione a basso costo – aveva rassicurato Musk -, e sarà una innovazione non solo guardando alla sua progettazione, ma anche alle tecniche che verranno utilizzate per la realizzazione. I nostri programmi prevedono l’avvio della produzione entro la fine del 2025”. Per Reuters però le cose non starebbero più così.
Reuters is dying https://t.co/yvlXfu9oeI
— Elon Musk (@elonmusk) April 5, 2024
MUSK LITIGA CON REUTERS
“Reuters sta mentendo (di nuovo)” la pronta replica di Musk, mentre in un post successivo, condividendo il messaggio di un utente che riportava i dati in calo dei lettori del sito dell’agenzia di stampa ha scritto che Reuters “sta morendo”. Quindi, in un terzo tweet l’annuncio che Tesla svelerà la propria flotta di robotaxi il prossimo agosto. L’otto di agosto, per la precisione.
Tesla Robotaxi unveil on 8/8
— Elon Musk (@elonmusk) April 5, 2024
TESLA ORA GUARDA AI ROBOTAXI?
Una mossa sicuramente strana e che fa il paio col livore dei post immediatamente precedenti coi quali Musk s’è scagliato contro Reuters. Anche perché nel pezzo contestato dall’imprenditore, l’agenzia di stampa aveva anticipato: “Tesla continuerà lo sviluppo di una famiglia di robotaxi a guida autonoma utilizzando la stessa piattaforma per veicoli di dimensioni più piccole”. Indiscrezione confermata appunto poche ore dopo dall’annuncio ufficiale dello stesso Musk, che oltre ai robotaxi è finito così per confermare l’intero contenuto del pezzo.
LA REPLICA DI REUTERS
Resta da capire se la piattaforma per la Tesla economica sarà realmente impiegata solo per i robotaxi anziché per il mercato privato. Quel che è certo è che aver ingaggiato una querelle con Reuters ha spinto l’agenzia di stampa a scrivere un secondo articolo per replicare alle accuse nella quale i cronisti, dopo aver messo in fila tutti i numeri non brillanti delle prestazioni finanziarie più recenti della Casa di Musk evidenziano come nell’ultimo anno Tesla abbia perso oltre 250 miliardi di dollari di valore in Borsa, con il prezzo delle azioni dimezzato rispetto al massimo storico registrato ormai nel lontano 2021.
Inoltre Reuters sottolinea il fatto che dagli analisti Tesla non è considerata una casa automobilistica pura, quanto una delle software e hardware house delle “Magnifiche Sette”, il gruppo di aziende a cui appartengono anche Apple, Microsoft, Alphabet (Google), Amazon, Meta (Facebook) e Nvidia. Reuters evidenzia che, tra queste, Tesla sia stata nell’ultimo anno la sola a perdere valore, nonché l’unica a non aver presentato risultati tangibili sul fronte dell’IA (Musk in realtà porta avanti l’algoritmo Grok con un’altra sua startup, xAI): insomma il cambio di strategia di Tesla coi robotaxi sarebbe indispensabile per tirare su risultati tanto deludenti.