Skip to content

ford richiamo

Ford rottama le auto elettriche per le ibride

Come altre Case automobilistiche, anche Ford si smarca sempre più dalle auto elettriche nonostante sia stata la prima a creare una divisione ad hoc. Per l'Ovale blu, che perde oltre 40mila dollari per ogni Bev commercializzata, è imperativo ridurre i costi di produzione. Tutti i dettagli

La mobilità del futuro potrà anche essere elettrica come pensano i più, ma quella del prossimo futuro sarà invece ibrida. È la scommessa dell’americana Ford, che ha fatto sapere di voler annullare la produzione di grandi suv elettrici a 3 file per mettere le somme precedentemente allocate sull’elettrificazione del marchio in veicoli ibridi. Una scommessa nella quale sembrano credere anche gli investitori se si considera che le azioni della società hanno subito registrato rialzi intorno al 2%.

CASE IN FUGA DALL’ELETTRICO

Ford non è la prima Casa automobilistica ad aver messo in discussione il piano industriale legato alle auto elettriche, soprattutto negli Usa. La bolla dell’auto elettrica lo scorso autunno aveva già portato Honda a stracciare l’accordo di partnership con General Motors per lo sviluppo di auto a batteria “dal prezzo accessibile”. Un accordo che non è durato nemmeno un anno e avrebbe dovuto prevedere la creazione di crossover compatte assemblate sulla piattaforma e dotate delle batterie Ultium del colosso di Detroit per arrivare sul mercato nel 2027 a prezzi inferiori ai 30 mila dollari.

IN EUROPA ANCHE VW SI SMARCA

Ma anche in Europa, nell’ultimo periodo persino Volkswagen, tra le più convinte sostenitrici della nuova tecnologia, ha posticipato un buon numero di modelli, tra cui la chiacchieratissima Trinity. In linea di massima proprio i marchi tedeschi avrebbero voluto che la Commissione Ue abbracciasse più convintamente i biocarburanti nelle leggi sulle transizioni ecologiche e tecnologiche che disegnano la mobilità di domani.

Bisogna poi ricordare che sebbene Ford sia stata tra le prime, seguita solo dalla francese Renault, a scorporare le attività nel campo delle auto elettriche da quelle tradizionali, questo ha fatto emergere prepotentemente le difficoltà finanziarie della nuova unità che si trova a operare in un mercato asfittico in cui la domanda è assai bassa e i costi R&D molto più alti rispetto alle auto con motore a scoppio.

QUANTO PERDE FORD CON LE AUTO ELETTRICHE

Allo stato attuale Ford Model e è ancora lontana dal break even che le consentirà di non perdere più soldi per le elettriche vendute. Nel 2023 la divisione sulle nuove tecnologie ha registrato una perdita operativa di ben 4,7 miliardi lasciando sul campo oltre quarantamila dollari (40.525 dollari per la precisione) per ciascuna delle 116 mila Bev commercializzate. E nel 2024 le proiezioni dicono che nel 2024 la situazione peggiorerà ancora, con perdite attorno ai 5,5 miliardi.

Già a inizio anno le basse vendite nel settore delle auto elettriche avevano spinto Dearborn a ridurre i volumi dell’F-150 Lightning per “raggiungere l’equilibrio ottimale tra produzione, crescita delle vendite e redditività”.

E ora una nuova sterzata che allontana l’Ovale blu dall’elettrico puro a favore delle ibride: “Questi veicoli devono essere redditizi, vantaggiosi per i clienti — ha detto il direttore finanziario John Lawer al Financial Times — , altrimenti dovremo prendere posizioni difficili”. Nel mentre bisognerà capire come abbassare i costi di produzione “del 40 per cento”. E soprattutto trovare la quadra per la famigerata Bev a prezzi accessibili, che spinga le vendite. Ford intende far debuttare una nuova architettura economica non più tardi del 2027.

LE INCOGNITE LEGATE A TRUMP

Tra i commentatori c’è chi ipotizza che tale mossa sia dovuta anche all’incertezza portata dalla cavalcata elettorale di Donald Trump, che se riuscisse a tornare alla Casa Bianca potrebbe dare un colpo di spugna agli incentivi voluti dall’amministrazione Biden per premiare i costruttori che passano all’elettrico.

Nemmeno la presenza di Elon Musk, patron di Tesla, in un possibile consiglio trumpiano rasserena gli animi, perché se è vero che l’imprenditore eserciterebbe la sua influenza per mitigare le posizioni oltranziste del tycoon è altrettanto vero che la sua azienda è nata elettrica e ha perciò interessi molto differenti dai concorrenti “legacy”, ovvero quelli come Ford (nata nel 1903) che vantano una lunga tradizione nel campo dei motori a combustione interna.

Torna su