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Eni ed Enel si elettrizzano sulla ricarica delle auto

Accordo tra Eni, Enel X e Be Charge sull'interoperabilità tra le loro reti di ricarica per auto elettriche. Tutti i dettagli

 

Eni, Enel X (società del gruppo Enel dedicata alla mobilità elettrica e smart home) e Be Charge (controllata di Eni gas e luce che si occupa di ricarica per i veicoli a batteria) hanno firmato oggi degli accordi per l’interoperabilità tra le loro infrastrutture di ricarica per le auto elettriche sul territorio italiano. Le loro reti combinate contano circa 20mila punti in tutto.

COSA FANNO ENEL X E BE CHARGE

Enel X e Be Charge sono, rispettivamente, il primo e il secondo operatore nel mercato italiano della ricarica pubblica per veicoli elettrici: sono presenti in tutte le regioni e in particolare nelle grandi città; i loro piani di investimento puntano a installare caricatori ad alta potenza che permettono una ricarica ultrarapida.

COSA PREVEDE L’ACCORDO

L’accordo fra le tre aziende aziende fa sì che i consumatori possano accedere indifferentemente sia alla rete di Enel X che a quella di Be Charge attraverso le rispettive app per smartphone e quella di Eni Live.

LE DICHIARAZIONI

“L’interoperabilità delle infrastrutture di ricarica è un tassello fondamentale nella strategia di diffusione della mobilità elettrica in Italia”, ha detto Federico Caleno, responsabile Mobilità elettrica di Enel X per l’Italia.

“Gli accordi si inseriscono perfettamente nella strategia di Be Charge di offrire a chi viaggia un’esperienza di rifornimento di energia sempre più facile e servizi ancora più innovativi”, ha dichiarato Simone Zuccotti, presidente di Be Charge e responsabile Innovazione di Eni gas e luce (che a breve cambierà nome in Plenitude). “Abbiamo infatti un piano di crescita rapida in Europa che punta a raggiungere oltre 31.000 punti di ricarica entro il 2030”: attualmente sono circa 6500 in Italia.

“Questa sinergia si inquadra nell’ambito della più ampia strategia di Eni per la mobilità del futuro, della quale fa parte l’evoluzione delle attuali stazioni di servizio, ‘mobility point’ nei quali prevediamo, tra l’altro, l’offerta di ricariche fast e ultra-fast per la mobilità elettrica. Nel piano rientra l’installazione di oltre 1.000 colonnine sulla rete delle nostre stazioni in Italia e all’estero entro il 2025”, ha spiegato Giovanni Maffei, responsabile commerciale Green e Traditional Refining & Marketing di Eni.

COSA FARE CON LA RETE DI RICARICA IN ITALIA

Nel testo del PNRR – come riportato da MOTUS-E, associazione italiana della filiera della mobilità elettrica – si legge che l’obiettivo complessivo dell’Italia, in quanto a infrastrutture di ricarica per le automobili elettriche, “è di oltre 3,4 milioni di infrastrutture di ricarica al 2030, di cui 32.000 pubblici, veloci e ultraveloci”. Il piano prevede 750 milioni di euro di finanziamenti al 2026 per la realizzazione di circa 21.400 punti di ricarica.

Sul totale di 21.400 punti di ricarica da realizzare, MOTUS-E propone la seguente ripartizione: 5400 punti di tipo fast (dai 50 ai 100 kW), 10.700 di tipo superfast 1 (dai 100 ai 200 kW) e 5400 di tipo superfast 2 (più di 200 kW). La tecnologia quick (meno di 44 kW) non viene presa in considerazione.

I 5400 punti fast, si legge nello studio, dovranno essere distribuiti “intelligentemente sul territorio” e permetteranno di soddisfare le ricariche “d’emergenza”. I 16.100 punti superfast 1 e 2, invece, andranno a ridurre la cosiddetta “ansia da ricarica” dei guidatori di veicoli elettrici, permettendo loro di coprire lunghe tratte (più di 500 chilometri).

I fondi, se così ripartiti, permetterebbero di soddisfare gli obiettivi del PNRR con una spesa di 500 milioni di euro, anziché 750.

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