skip to Main Content

Tesla Inda

Elon l’indiano. Modi cede a Musk e Tesla arriva in India

Le Tesla sbarcheranno in India. Dopo battibecchi a distanza e incontri, Musk e Modi trovano la quadra: meno dazi per l'auto elettrica texana in cambio di investimenti nel Paese. Ma perché il governo ha di colpo cambiato idea? Per alcuni osservatori un "regalo" al player straniero per firmare il deal prima delle elezioni

I costruttori di auto sanno bene che l’India è un mercato tanto florido quanto inavvicinabile. Perché chi non porta ricchezza impiantando nel subcontinente le proprie fabbriche ma si limita a esportare le proprie vetture è assoggettato a uno dei sistemi di dazi doganali più severi e restrittivi al mondo che può arrivare a raddoppiare il prezzo finale al consumatore se si vuole restare in attivo. Sono infatti del 60% per le auto con un prezzo inferiore ai 40.000 dollari e del 100% per le auto sopra questa cifra utilizzata come spartiacque.

IL LUNGO VALZER TRA MUSK E MODI

Da questo punto di vista, la Cina ha fatto scuola, avendo imposto a tutti i marchi che intendevano prima semplicemente avere accesso alla manodopera a basso costo e poi al suo mercato in costante crescita lo sviluppo di joint venture con realtà locali per la condivisione del know-how.

L’India dal canto suo s’è chiusa a riccio. Tuttavia, ci sarà presto una importante deroga per Tesla. Sono anni che Elon Musk sbotta pubblicamente per gli alti dazi doganali che hanno finora impedito alle sue auto elettriche di colonizzare le strade indiane (sì, lo stesso Musk che invoca dazi contro le Case cinesi a tutela dei marchi occidentali, pur avendo peraltro la propria fabbrica numero 1 a Shanghai) ma tutto questo è destinato a cambiare.

 

Se inizialmente la linea del governo centrale di Narendra Modi sembrava quella di non fare eccezioni, avendo rispedito in più occasioni al mittente – ovvero a Tesla e a VW – la richiesta di abbassare i dazi dal 60 al 40% – negli ultimi 12 mesi i rapporti con il colosso texano dell’auto elettrica sono via via migliorati. La visita di Musk nel Paese lo scorso giugno sembra aver di fatto spianato la strada all’arrivo di Tesla in India.

TESLA ARRIVA FINALMENTE IN INDIA

Ci sono voluti altri mesi di trattative, ma ora Tesla potrebbe ottenere un taglio dei dazi. Non di 20 punti percentuali come auspicato da Musk, ma la cifra comunque ci va vicino: del 15%, purché realizzi in India un impianto di produzione entro 3 anni e raggiunga il 50% del “valore aggiunto nazionale” in 5 anni, per promuovere la localizzazione.

COS’HA FATTO CAMBIARE IDEA A MODI?

Il governo indiano in realtà sta subendo i contraccolpi di una politica forse eccessivamente rigida e chiusa, oltre della concorrenza dell’ingombrante vicino di casa cinese. E se è vero che un numero crescente di costruttori occidentali – non ultime Renault e Volkswagen – ha iniziato a preferire l’India alla Cina (quest’ultimo è un mercato ormai saturo e soprattutto nelle mani di player autoctoni), è altrettanto vero che Modi ripete e fa ripetere ai suoi come un mantra che l’India è pronta ad accogliere marchi esteri. Anche perché, a dispetto delle premesse geopolitiche, le nuove frizioni tra Oriente e Occidente non hanno ancora spinto i marchi americani ed europei ad andarsene dalla Cina.

Il ministro del Commercio, Piyush Goyal, parlando con Reuters è tornato a ribadire che la linea dell’esecutivo è quella di “Invitare le aziende globali a venire in India. Sono fiducioso – ha spiegato – che l’India diventerà un hub globale per la produzione di veicoli elettrici, creando posti di lavoro e migliorando gli scambi commerciali”.

Da questo punto di vista l’India non sembra più arroccata dietro gli invalicabili muri dei dazi se si considera che, secondo quanto rumoreggia la stampa, per aprire questa prima breccia a favore di Tesla si è accontentata di un investimento minimo di 500 milioni di dollari nel Paese mentre il costruttore americano avrebbe piani da 2 miliardi. Secondo alcuni osservatori c’è la necessità di chiudere qualche ‘deal’ importante da sfruttare poi in modo propagandistico alle ormai prossime elezioni alle quali Modi parteciperà per il terzo mandato.

L’IMPRESSIONANTE MERCATO AUTOMOBILISTICO INDIANO

Quel che è certo è che le stime di Standard & Poor’s fotografavano già nel ’22 l’India con le sue 3,8 milioni di vetture sfornate come il terzo mercato globale dell’auto, lasciandosi alle spalle un altro antagonista assai forte di quell’area: il Giappone.

Quanto al mercato interno, nel subcontinente indiano ci sono 169 miliardari in dollari (al terzo posto dopo Usa e Cina) e 796mila milionari, appena lo 0,06% della popolazione: ma la cifra è comunque allettante. E poi anche i redditi della emergente fascia media stanno crescendo.

Inoltre, il governo Modi ha avviato un ambizioso piano a favore dell’auto elettrica per dismettere gli inquinanti motori a scoppio oggi in circolazione nelle trafficatissime arterie urbane. Incentivi a pioggia e detassazioni assortite rendono il Paese sempre più seducente.

Back To Top