Non è archiviato il dossier caccia Amx per l’Ucraina.
Se il 21 febbraio il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha escluso l’invio di jet, il sottosegretario Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia) ha aperto all’invio dei caccia italiani Amx. Oggi Repubblica scrive che “la premier si «consulterà» con i partner internazionali, concorderà con loro la linea, ma alla fine non si sottrarrà all’invio di aerei da guerra Amx, ritenuti da Zelensky fondamentali per la difesa dei cieli ucraini”.
“Io mi astengo dal commentare le prese di posizioni politiche e istituzionali. Andando sull’aspetto tecnico, se noi fornissimo l’Amx a Zelensky non renderemmo un buon servizio all’Ucraina”. Ne è convinto il generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa, già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare.
E non c’entra il fattore disponibilità nella nostra aeronautica, secondo Tricarico. In molti sostengono che privandoci di alcuni velivoli, l’Italia rischia di compromettere la sua capacità di difesa aerea. Ma non sarebbe questo il caso con gli Amx. “Li stiamo dismettendo. Si tratta di accelerare di qualche mese la dismissione, la radiazione dal servizio di questo tipo di velivolo” ha evidenziato il generale Tricarico.
PERCHÉ ALLE FORZE UCRAINE NON CONVENGONO I CACCIA AMX ITALIANI
Se l’Italia inviasse i caccia Amx all’Ucraina non avvantaggerebbe le forze ucraine: “Anzi, indurremmo un’ulteriore difficoltà alle capacità militari” sottolinea Tricarico. “Gli Amx li abbiamo soltanto noi, pertanto non darebbero modo all’Ucraina di mettere in piedi un flotta che si rispetti di velivoli perché potrebbe contare soltanto sui velivoli italiani e di nessun altro. A fronte invece di tutto un impegno rilevante nella predisposizione della capacità di operare questo velivolo, nell’attivazione di una linea logistica, nella preparazione del personale e così via. Un risultato molto modesto a fronte di un impegno enorme, quindi in pratica fallimentare. Spero che questo metta una pietra tombale su chi ancora oggi parla di Amx, dal punto di vista tecnico tralasciando la politica”, spiega il generale.
ZELENSKY DEVE PUNTARE AGLI F-16
Secondo il generale Tricarico “Uno strumento aereo moderno e impiegato secondo dottrine moderne occidentali farebbe spostare significativamente gli equilibri militari a favore dell’Ucraina. Però mettere in piedi una forza aero-tattica, che le consenta di fronteggiare le sfida a cui è chiamata, deve sottostare a dei criteri precisi: uno dei quali è quello che fa escludere gli Amx”.
“Zelensky deve puntare su dei velivoli che diano il massimo risultato con il minimo sforzo. Se si dovesse fare una rassegna di tutto quello che offre il mondo, non c’è dubbio che l’F-16 sarebbe il candidato nettamente favorito (per mille considerazioni) rispetto a tutti gli altri”, ribadisce il generale.
Di recente sempre a Start il generale ha illustrato che “la scelta migliore non può essere che quella degli F-16″, per l’Ucraina. “Sono velivoli multiruolo, possono assolvere qualunque tipo di missione della difesa aerea: dalla più ovvia a quella della penetrazione in profondità laddove ve ne fosse bisogno. Sono velivoli che hanno circa 1000 km di raggio d’azione. Sappiamo che nessuno vuole andare a bombardare la Russia in profondità però qualora ce ne fosse bisogno, possono fare anche questo. Possono portare qualunque tipo d’armamento, con ingenti quantità di armamento”.
CONSIDERATI PER ORA UNA LINEA ROSSA
Tuttavia, l’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica italiana ricorda: “Non siamo arrivati, apparentemente, ancora a questo punto perché la valutazione generale, giusta o sbagliata che sia, è che la dotazione a Zelensky di caccia moderni farebbe compiere un salto di qualità alle forze ucraine che potrebbe non essere metabolizzato da parte russa. Dunque comporterebbe un’escalation del conflitto”.
NECESSARIA UNA CONCERTAZIONE INTERNAZIONALE
“Non siamo quindi a quel punto”, rammenta Tricarico, “il giorno in cui ci dovessimo arrivare, è questo il passaggio suggerito a Zelensky, per quello che si può suggerire. Con questo velivolo candidato [F-16], è da cominciare già adesso ad “annusare” quello che gli altri potrebbero fare, soprattutto valutare la logistica: l’assistenza per le parti di ricambio, la manutenzione, la capacità del personale militare. Soprattutto serve una concertazione internazionale”.
“Pur detenendo ognuno la propria sovranità e indipendenza che consentirebbe di inviare in autonomia i velivoli, è opportuno che ci sia alla base di tutto questo una concertazione, come detto da Meloni”, conclude il generale Tricarico.