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Leonardo Elicotteri Arabia Saudita

Ecco come gli elicotteri di Leonardo decollano in Arabia Saudita

Leonardo ha annunciato un contratto per 20 AW139 e un accordo quadro pluriennale per oltre 130 unità con l'operatore The Helicopter Company (THC) del Pif, il fondo sovrano dell'Arabia Saudita.

Gli elicotteri di Leonardo spiccano il volo in Arabia Saudita.

Il gruppo della difesa e aerospazio italiano e Thc (The Helicopter Company), controllata del Public Investment Fund (Pif) dell’Arabia Saudita, hanno annunciato “una crescita sostanziale della loro collaborazione con un ordine per venti elicotteri AW139 e un accordo quadro pluriennale per oltre 130 unità” nel corso di una cerimonia ufficiale al salone elicotteristico Heli-Expo 2024 a Anaheim, California, informa una nota di Leonardo. Nello stesso evento il gruppo ex Finmeccanica ha firmato accordi preliminari di vendita con la britannica Sloane per nove elicotteri monomotore AW09 e nuovi ordini per due bimotore leggeri AW109 GrandNew e due AW109 Trekke

Il contratto per venti AW139 a Thc, prosegue la nota, “mira primariamente al rafforzamento della flotta impiegata nei servizi di assistenza sanitaria e ricerca e soccorso in Arabia Saudita”. La società di Piazza Monte Grappa non ha rivelato il valore del contratto. L’intenzione di acquisire questi venti AW139 era stata già annunciata in occasione di Heli-Expo nel marzo 2023.

Il colosso italiano guidato da Roberto Cingolani continua a crescere in Arabia Saudita. L’annuncio segue infatti il recente Memorandum of Understanding firmato da Leonardo con il paese con l’obiettivo di esplorare opportunità di collaborazione in aerospazio e difesa.

Tutti i dettagli.

COSA PREVEDE L’ACCORDO QUADRO CON THC

L’Accordo quadro per oltre 130 aeromobili comprende un mix di AW109, AW169, AW139 e AW189K per diverse applicazioni, con i primi ordini previsti entro metà anno e consegne a THC in un periodo di 5-7 anni.

Quando tutti gli ordini fermi per AW139 si tradurranno in consegne, l’operatore saudita avrà una flotta complessiva di circa 50 AW139 per diverse missioni come elisoccorso, ricerca e soccorso e trasporto corporate nel Paese, facendo di Thc uno dei maggiori operatori di AW139 a livello globale.

CHE COSA FA LA SAUDITA THC

Thc è il primo operatore elicotteristico commerciale dell’Arabia Saudita ed opera dalla metà del 2019. Attualmente impiega 47 aeromobili che servono diversi segmenti come elisoccorso, lavoro aereo, voli charter private e turismo nel Regno.

Il fondo saudita ha costituito The Helicopter Company come parte della sua strategia volta ad attivare nuovi settori per soddisfare la crescente domanda per elicotteri commerciali in Arabia Saudita, spiega la nota di Leonardo aggiungendo che l’azienda  supporta inoltre “la realizzazione della Vision 2030 e genera ritorni commerciali di lungo termine”.

IL SUCCESSO DEL PROGRAMMA AW139

“Siamo orgogliosi di questo piano di crescita sostanziale della flotta elicotteristica di Thc basata sulla nostra tecnologia. Le nostre piattaforme allo stato dell’arte supporteranno il loro programma di espansione con importanti missioni di soccorso e trasporto per le comunità servite dall’operatore” ha commentato Gian Piero Cutillo, MD Leonardo Helicopters.

Finora l’AW139 ha registrato ordini per oltre 1400 unità, da più di 290 operatori in oltre 90 paesi, per tutti i tipi di missioni. La flotta globale di oltre 1200 AW139 ha registrato fino ad oggi oltre 4 milioni di ore di volo.

NON SOLO ELICOTTERI, TUTTE LE MOSSE DI LEONARDO IN ARABIA SAUDITA

Infine, come già ricordato, gli ordini con l’operatore saudita seguono l’accordo siglato tra Leonardo, il Ministero degli Investimenti dell’Arabia Saudita (MISA) e l’Autorità Generale per l’Industria militare (GAMI), in occasione del World Defence Show, tenutosi a Riad dal 4 all’8 febbraio.

“Il MoU copre ampi settori nei quali Leonardo vanta consolidate competenze tecnologiche, inclusi spazio, elicotteri, sensori ed elettronica, combattimento aereo, integrazione multi-dominio, sistemi a pilotaggio remoto, tecnologie digitali, servizi e processi di industrializzazione” spiegava una nota del gruppo guidato da Roberto Cingolani

D’altronde, dopo che l’Italia ha formalmente revocato l’embargo sui trasferimenti di armi al Regno dell’Arabia Saudita, gli esperti hanno sostenuto da subito che Riad potesse essere sul mercato per alcune piattaforme di difesa italiane.

Senza dimenticare che lo scorso anno, proprio il Regno aveva espresso interesse per aderire al Gcap, il programma congiunto di Regno Unito, Italia e Giappone per il sistema di combattimento aereo di sesta generazione in cui Leonardo è capofila industriale.

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