Leonardo punta a crescere in Arabia Saudita.
In occasione del World Defence Show, in svolgimento a Riad fino all’8 febbraio, il Ministero degli Investimenti dell’Arabia Saudita (MISA), l’Autorità Generale per l’Industria militare (GAMI) e Leonardo hanno annunciato la firma di un Memorandum of Understanding (MoU) che ha l’obiettivo di discutere, sviluppare e valutare una serie di investimenti e opportunità di collaborazione nei settori dell’aerospazio e della difesa.
Come spiega una nota del gruppo guidato da Roberto Cingolani “Il MoU copre ampi settori nei quali Leonardo vanta consolidate competenze tecnologiche, inclusi spazio, elicotteri, sensori ed elettronica, combattimento aereo, integrazione multi-dominio, sistemi a pilotaggio remoto, tecnologie digitali, servizi e processi di industrializzazione”.
D’altronde, dopo che l’Italia ha formalmente revocato l’embargo sui trasferimenti di armi al Regno dell’Arabia Saudita, gli esperti hanno sostenuto da subito che Riad potesse essere sul mercato per alcune piattaforme di difesa italiane.
Senza dimenticare che lo scorso anno, proprio il Regno aveva espresso interesse per aderire al Gcap, il programma congiunto di Regno Unito, Italia e Giappone per il sistema di combattimento aereo di sesta generazione in cui Leonardo è capofila industriale.
Uno spiraglio in più per Riad dopo la sigla di questo accordo?
Tutti i dettagli.
COSA PREVEDE L’ACCORDO SIGLATO DA LEONARDO CON L’ARABIA SAUDITA
L’accordo siglato tra il colosso nazionale dell’aerospazio e difesa e il Ministero degli Investimenti e dall’Autorità Generale per l’Industria Militare dell’Arabia Saudita prevede molteplici aree di cooperazione: “spazio, manutenzione/riparazione/revisione per aerostrutture, localizzazione per sistemi di guerra elettronica, radar e per l’assemblaggio di elicotteri” indica la nota.
Secondo la nota, “Il MoU offre inoltre alle parti un focus su aree specifiche, sia nel settore del combattimento aereo, che in quello dell’integrazione multi-dominio, campi dove Leonardo sta sviluppando tecnologie di nuova generazione e implementando una serie di progetti dimostrativi abilitanti”.
“Queste potrebbero includere sistemi a pilotaggio remoto, sensori integrati, tecnologie digitali, processi di industrializzazione e sviluppo del capitale umano. Le parti si impegnano altresì ad esplorare opportunità per la supply chain nazionale in Arabia Saudita e, più in generale, per il ruolo di Leonardo nella regione e nella catena del valore globale” ha aggiunto il comunicato del gruppo di Piazza Monte Grappa.
LA STRATEGIA DEL GRUPPO EX FINMECCANICA
“L’accordo ci permetterà di fare una valutazione approfondita riguardo nuove opportunità di collaborazione in diversi settori, beneficiando di oltre 50 anni di presenza di Leonardo e della stretta cooperazione con l’Arabia Saudita. Ci impegniamo a lavorare assieme per studiare come rafforzare la nostra partnership con soluzioni ad alta tecnologia e capacità localizzate in campo R&D, industriale e dei servizi” ha commentato Lorenzo Mariani, Condirettore Generale di Leonardo.
LA PRESENZA DI LEONARDO NEL PAESE
Sempre la nota della società ricorda che “per decenni Leonardo ha fornito al Paese piattaforme, sistemi, tecnologie e servizi, dal trasporto aereo, al supporto all’industria energetica, agli elicotteri, fino a sistemi elettronici e sensori, a cui si aggiungono sistemi per la difesa marittima e cyber, oltre a un contributo chiave nel campo della difesa aerea. Quest’ultimo accordo rappresenta l’ultimo passo nel rafforzare le attività di Leonardo nel Regno, a partire dalla costituzione di un hub regionale, e creare nuove opportunità in diversi settori grazie ad una consolidata presenza”.
ACCORDO ATTESO
L’accordo comunicato oggi dal gruppo non sorprenderà di certo esperti ed addetti ai lavori.
Come detto all’inizio, dal momento che l’Italia ha revocato l’embargo sulle armi nei confronti dell’Arabia Saudita, si attendevano commesse e accordi di collaborazione per i due colossi nazionali della difesa: Leonardo e Fincantieri.
“Saudi Arabian Military Industries (SAMI) è alla ricerca intensa di società di difesa straniere di prim’ordine con il know-how tecnico e la forza di volontà per sostenere la spinta saudita per sviluppare un complesso industriale di difesa militare nazionale competitivo a livello globale”, spiegava la scorsa estate a Breaking Defense Jacopo Maria Mazzucco, analista presso Gulf State Analytics. “A questo proposito, l’avvio di una cooperazione rafforzata con alcuni dei giganti della difesa italiana – in primis Fincantieri e Leonardo – potrebbe aiutare i sauditi a fare passi da gigante in alcuni settori della difesa di nicchia, come l’aerospazio, la sicurezza informatica e le soluzioni senza pilota”.
GIÀ PRESENTE AL WORLD DEFENCE SHOW 2022
Inoltre, prima che l’embargo fosse formalmente revocato, le aziende italiane hanno partecipato alla prima edizione del World Defense Show 2022 di Riad, dove hanno esposto i loro ultimi sistemi. In quell’occasione, Leonardo aveva presentato al salone capacità e soluzioni tecnologiche multi-dominio: tra cui le munizioni Vulcano 155 mm, piattaforme UAS (Uncrewed Aerial Systems) e tecnologie C-UAS (Counter Uncrewed Aerial Systems) di ultima generazione, per applicazioni civili e militari, il C-27J Spartan e l’M-346, la soluzione per addestrare i piloti destinati ai velivoli da difesa di nuova generazione.
UNO SPIRAGLIO PER L’ADESIONE DI RIAD AL GCAP?
Come accennato all’inizio, la notizia del MoU tra l’Arabia Saudita e Leonardo riaccende i riflettori sulla questione dell’eventuale ingresso del Regno nel programma Gcap di Londra, Tokyo e Roma.
Interpellato da Reuters lo scorso settembre circa il possibile coinvolgimento saudita nel Gcap, proprio il numero uno di Leonardo, Roberto Cingolani, aveva replicato che “Il programma è (per) Regno Unito, Giappone, Italia, tutto qui. Non c’è nient’altro per il momento”.
Sulla questione, è intervenuto di recente anche il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto. Sollecitato dal Corriere della Sera se fosse vero che Arabia Saudita ed Emirati potrebbero mettere dei soldi nel progetto, il ministro ha chiosato: «Molti sono interessati ad entrare, ma non apriremo sin quando non sarà chiusa la fase costitutiva a tre. Poi, con l’accordo di tutti, potremo allargare ad altre nazioni».
IL COMMENTO DEL DIRETTORE DI RID
Infine, secondo Pietro Batacchi, direttore di Rid, “Per quanto riguarda l’Italia, l’attenzione verso l’Arabia Saudita è molto alta e l’intenzione è quella di migliorare ulteriormente i rapporti. Lo dimostra il fatto che tra domani e martedì sarà qui il Ministro della Difesa Guido Crosetto, accompagnato dal Segretario Generale della Difesa, Gen. Luciano Portolano, e dal Capo di Stato Maggiore della Marina, Amm. Enrico Credendino. Le opportunità evidentemente ci sono e sono molto importati, a cominciare dalla seconda tranche di Eurofigheter TYPHOON, con il blocco tedesco che sembra finalmente venuto meno e la grande spinta impressa da BAE Systems che, non dimentichiamo, con BAE Systems Saudi Arabia ha oltre 7.000 addetti nel Regno. La prospettiva è dunque più che mai concreta e si salda con quella di un possibile ingresso di Riad nel Gcap”.