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Sottomarino Fincantieri

Ecco come Fincantieri sprinta con l’eolico offshore e guarda al subacqueo

Cosa emerge sull'andamento dei settori di Fincantieri dai risultati dei primi nove mesi del gruppo guidato da Pierroberto Folgiero

 

Fincantieri chiude i primi nove mesi del 2023 con ricavi in crescita, trainati dalla forte domanda nel settore Offshore e navi speciali.

Nello specifico, al 30 settembre il costruttore navale ha registrato ricavi pari a 5,38 miliardi di euro: si tratta di un incremento dell’1,3% rispetto allo stesso periodo del 2022, confermando le aspettative per il 2023.

In linea con le previsioni, spiega la nota del gruppo di Trieste, l’incremento complessivo vede un aumento significativo dei ricavi del settore Offshore e navi speciali, che chiude i primi nove mesi del 2023 con ricavi in aumento del 28,2%, e dal business Sistemi, Componenti e Infrastrutture, che presenta un aumento dei ricavi di circa il 35,3%.

La crescita di questi settori compensa la riduzione dei ricavi del settore Shipbuilding, che registra una diminuzione del 5,3% rispetto al 30 settembre 2022. Al lordo dei consolidamenti, Shipbuilding contribuisce per il 74% (80% nei primi nove mesi 2022), Offshore e Navi speciali per il 12% (10% nei primi nove mesi 2022) e Sistemi, Componenti e Infrastrutture per il 14% (10% nei i primi nove mesi 2022) sul totale ricavi e proventi di gruppo.

E per il futuro Fincantieri guarda alla prossima sfida rappresentata dal settore subacqueo: “il leader mondiale nella costruzione di navi ha la forza trainante per guidare una nuova filiera che riguarda l’underwater” ha affermato l’ad Pierroberto Folgiero dopo aver illustrato i risultati dei primi nove mesi del 2023.

A conferma della rotta tracciata, proprio il mese scorso Fincantieri ha firmato un memorandum d’intesa con il gruppo della difesa e aerospazio Leonardo per la produzione di sistemi di difesa sottomarini, compresi i droni.

Tutti i dettagli.

IN CALO PER FINCANTIERI IL SETTORE SHIPBUILDING

Per quanto riguarda le diverse aree di business, lo shipbuilding ha registrato 4,35 miliardi di ricavi nei nove mesi, in calo del 5,3%, con un margine ebitda del 5,9% (5,7% il dato “reported” del 2022. Gli ordini sono in aumento del 12,6% a 2,75 miliardi.

La suddivisione dei ricavi è 2,89 miliardi di euro dall’area di business delle navi da crociera (euro 3.031 milioni al 30 settembre 2022) e per euro 1.421 milioni all’area di business delle navi militari (euro 1.515 milioni al 30 settembre 2022). Il saldo residuo pari ad euro 43 milioni è relativo alla quota generata dall’area di business Ship Interiors con clienti terzi (euro 54 milioni al 30 settembre 2022).

In particolare, si legge nella nota del gruppo, il business delle navi da crociera e delle navi militari, contribuiscono per il 49% e 24% (rispettivamente 53% e 26% al 30 settembre 2022). I ricavi dell’area di business delle navi da crociera nei primi nove mesi 2023 risultano in riduzione del 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. Tale andamento riflette il consolidamento dei volumi di produzione dei cantieri italiani del Gruppo, ma sconta l’assenza di carico di lavoro di Vard nel business Cruise, spiega la società.

COSA SUCCEDE AL BUSINESS MILITARE…

Secondo Fincantieri, la riduzione dei ricavi del 6,2% rispetto allo stesso periodo del 2022, dell’area di business delle navi militari, è coerente con l’evoluzione del carico di lavoro in Italia, che prevede lo sviluppo del programma per il rinnovo della flotta della Marina Militare italiana che ha visto la consegna del terzo Pattugliatore Polivalente d’Altura (PPA) lo scorso settembre, nonché delle commesse per il Ministero della Difesa del Qatar, con la consegna della quarta ed ultima corvetta nel mese di maggio 2023.

Inoltre, crescono i volumi dei cantieri americani a fronte dello sviluppo dei programmi Constellation FFG-62 e Foreign Military Sales tra gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita per il Littoral Combat Ship (LCS) e nel business commerciale (LNG barge). A questo proposito, vale ricordare che lo scorso maggio il Dipartimento della Difesa statunitense ha assegnato alla controllata americana di Fincantieri, Marinette Marine (FMM), il contratto per la costruzione della quarta fregata della classe “Constellation”, che ha un valore di circa 526 milioni di dollari, destinata alla US Navy.

Negli Usa Fincantieri si sta concentrando sul maxi contratto aggiudicatosi nel 2020 con la U.S. Navy per tre fregate di un ordine totale previsto di 20.

… CHE TRAINA GLI ORDINI

Gli ordini del settore Shipbuilding, pari ad euro 2,75 miliardi di euro, in aumento del 12,6% rispetto allo stesso periodo del 2022, sono trainati dall’area di business delle navi militari e in particolare dagli ordini acquisiti nel periodo relativi a: la sopra citata quarta unità del programma Constellation (FFG-62) per la US Navy; il terzo sottomarino del programma U212NFS (Near Future Submarine) per la Marina milirare, i 3 OPV, più altri 3 in opzione, per la Marina italiana assegnati alla joint venture con Leonardo Orizzonte Sistemi Navali e l’ammodernamento delle fregate classe Horizon italiane e francesi assegnato a Naviris ed Eurosam.

SPRINTA L’OFFSHORE

Tornando ai risultati dei settori di Fincantieri, il calo dello shipbuilding risulta “pienamente” compensato da una forte domanda di mezzi per l’eolico offshore, si legge nella nota.

Il settore Offshore e Navi speciali ha riportato ricavi per 710 milioni (+28,2%) e un ebitda margin del 4,3% (dal 2,7%). Gli ordini sono pari a 887 milioni (+64%). L’avanzamento dei ricavi, al netto di tale componente, pari a euro 581 milioni, in aumento di circa il 5% rispetto a quanto consuntivato nel periodo precedente (euro 554 milioni), non beneficia ancora degli importanti ordini acquisiti nel periodo, sottolinea la nota della società.

Gli ordini del settore Offshore e Navi speciali pari ad euro 887 milioni registrano una crescita del 64,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente fornendo un rilevante contributo all’incremento degli ordini complessivi del Gruppo, principalmente grazie al settore eolico offshore. (Qui l’approfondimento di Startmag su Vard, ecco come Fincantieri sprinta con la Germania nell’eolico offshore).

LA COSTRUZIONE DEL TERMINAL DI MIAMI PER MSC SPINGE I RICAVI DEL SETTORE INFRASTRUTTURE

I ricavi del settore Sistemi, Componenti e Infrastrutture sono stati pari a 789 milioni (+35,3%), l’ebitda margin è del 2,7% (era di -17,2% un anno fa). Gli ordini si attestano a 667 milioni, in aumento del 43,1%.

L’incremento dei ricavi è riconducibile al Polo Infrastrutture, in aumento del 158,6% rispetto ai primi nove mesi 2022 (euro 145 milioni), e si riferisce principalmente all’avanzamento della commessa per la costruzione del terminal di Miami per MSC, evidenzia la nota aggiungendo che i ricavi del Polo Meccatronica risentono dello slittamento di alcuni programmi, con una riduzione pari a circa il 5,6% rispetto al 30 settembre 2022.

LA ROTTA PER LA FINE DELL’ANNO

Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, il gruppo prevede che: “il settore crocieristico ha registrato nel corso dell’estate volumi di passeggeri superiori a livelli pre-covid. Tali dinamiche confermano la ripresa del percorso di crescita di lungo periodo del settore e, unite al crescente interesse verso soluzioni green e sempre più tecnologiche, rappresentano il presupposto fondamentale per una ripresa degli ordinativi di nuove navi da crociera, in un contesto ancora influenzato da ampia volatilità e elevati tassi di interesse”.

Nel mercato Offshore, “nonostante l’inflazione elevata e l’aumento dei tassi di interesse che impattano sui costi e sulla tempistica degli investimenti in wind farm, sono confermati i fondamentali a supporto di una crescita a lungo termine del comparto eolico offshore, specialmente per la componente floating. Politiche governative in favore dell’eolico offshore da una parte e, nel transitorio, elevato livello di attività anche nel Oil&Gas che impedisce il travaso di mezzi tra i due comparti, favoriscono l’investimento in unità di supporto di nuova generazione caratterizzate da elevata efficienza, flessibilità e sempre minore impatto ambientale” si legge nella nota.

FINCANTIERI PUNTA AL SUBACQUEO

Nel settore della Difesa, le tensioni geopolitiche sulla scena mondiale continuano a sostenere gli investimenti, anche sul fronte marittimo.

In particolare, la dimensione subacquea sta acquisendo una crescente rilevanza per la presenza di infrastrutture, risorse e attività critiche. Questo, congiuntamente ai bilanci della difesa che sono stati rivisti al rialzo sta creando molteplici nuove potenziali opportunità per Fincantieri, evidenzia il manegement.

L’INTESA CON LEONARDO

A questo proposito, “un importante traguardo è stata la firma di un memorandum d’intesa con Leonardo, finalizzato a definire iniziative e sviluppi relativi a sistemi tra cui i droni subacquei, per la protezione di infrastrutture critiche sottomarine” ha commentato l’ad di Fincantieri Pierroberto Folgiero.

“Al centro, il programma Near Future Submarine di prossima generazione, di cui Fincantieri è sia progettista che prime contractor. Il sottomarino è un asset strategico e industriale unico, che combina la cantieristica navale ai suoi più alti standard con quella subacquea, un settore in cui si giocheranno partite cruciali. La prosecuzione del programma — continua Folgiero — riconosce la leadership tecnologica di Fincantieri in piena continuità con gli obiettivi del nostro piano industriale”.

In particolare, “il MoU con Leonardo punta alla creazione una task force congiunta stabile per mettere a sistema le competenze di Fincantieri nel dominio subacqueo e nella costruzione di sottomarini insieme all’esperienza di Leonardo nel campo dell’elettronica e delle telecomunicazioni e con la partecipazione di un attore chiame come la Marina Militare Italiana. Il nuovo dominio subacqueo è un ecosistema. Ci sono quindi molti elementi, competenze e attori da collegare. L’idea di fondo, e la nostra ambizione, è quella di fare in modo che Fincantieri sia la locomotiva di questa nuova filiera che è fatta di istituzioni, aziende ma anche di clienti non istituzionali e di chiunque sia coinvolto in questo nuovo dominio, non dal punto di vista militare ma civile” ha concluso l’ad di Fincantieri.

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