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Ecco chi nel governo vuole mandare fuori strada Cnh su Iveco-Faw

Nella maggioranza di governo composta M5s, Pd e Leu si levano voci che invocano il Golden power su Iveco che Cnh sta vendendo al gruppo cinese Faw. Tutti i dettagli

 

Golden power per Iveco. L’offerta arrivata dalla cinese Faw per l’acquisto dell’italiana Iveco, controllata da Cnh Industrial, fa tremare sindacati e non solo. Anche nella maggioranza di governo si levano voci che invocano un intervento dello Stato che blocchi le mire di Pechino, tutelando siti produttivi, occupazione e know how.

Tutti i dettagli.

GUGLIELMO EPIFANI (LEU): E’ IL CASO DI UTILIZZARE IL GOLDEN POWER

L’idea che Iveco possa finire in mano cinesi non piace a Guglielmo Epifani di Liberi e Uguali, che in aula a Montecitorio, rispondendo all’intervento sul tema del Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha detto: “Un’eventuale vendita del gruppo italiano al gruppo cinese gruppo Faw Jiefang determinerebbe tanti rischi dal punto di vista occupazione e per una parte importante del nostro sistema manifatturiero, oltre al fatto che Iveco è impegnato nel processo di elettrificazione dei camion e nel progetto sull’idrogeno”.

“L’Italia rischia così di perdere un pezzo di innovazione anche perché non c’è nessuna certezza che una volta acquisita la rete commerciale, il know how l’azienda cinese non sacrifichi poi il paese nel quale sono intervenuti. L’Italia non può permetterselo e per impedire di perdere un pezzo importante forse è il caso di utilizzare uno strumento che il governo si è dato: la golden power”, ha aggiunto l’ex numero uno della Cgil e ora esponente di punta del partito Leu che sostiene il governo Conte.

DAVIDE GARIGLIO (PD): QUESTO SISTEMA NON TUTELA IMPRENDITORI

Ad intervenire sul tema, come riporta il Corriere della Sera, è anche il deputato Davide Gariglio (Pd): “Questo è un sistema che non aiuta gli imprenditori. Chi garantisce che, una volta venduta Iveco, qua siano mantenute testa e produzione? Lo Stato deve andare a trattare e sapere cosa succede. E se non ha garanzie piuttosto compra”.

JESSICA COSTANZO (M5S): ACCENDIAMO I RIFLETTORI

A chiedere un Governo più reattivo a difesa delle aziende e di Iveco è anche E Jessica Costanzo (M5S): “Siamo stati un po’ troppo zitti senza essere protagonisti, se pensiamo solo a Stellantis sappiamo che lo Stato francese ha una percentuale che farà valere, mentre noi non ci siamo, eppure gli strumenti utilizzabili in questo senso ci sono: accendiamo i riflettori o c’è il rischio di arrivare troppo tardi”.

GIOVANNI LUCA ARESTA (M5S): DIFENDERE L’ITALIANITA’

Di un intervento dello Stato è certo il capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Difesa della Camera, Giovanni Luca Aresta. “Non ci possiamo permettere di svendere asset strategici del Paese, per questo il governo si sta impegnando nel difendere l’italianità di questa azienda”, ha detto Aresta a Nova. “”La trattativa tra Cnh Industrial, che è la capogruppo di Iveco , e la cinese Faw, è già attenzionata dal Governo, in particolare dal ministro Stefano Patuanelli”.

PROBLEMA SICUREZZA

Non solo italianità. A rischio, secondo Aresta c’è anche la “sicurezza nazionale. L’Italia non può privarsi del controllo di una produzione di mezzi militari fondamentali per tutto il comparto Difesa e sicurezza. Tendo però a escludere che, di questa cessione, possa far parte anche un particolare settore sensibile” come Iveco Defence Vehicle, ha aggiunto Aresta.

L’INTERESSE DI FAW

La società Faw, fondata nel 1953 nella città nord-orientale di Changchun, è la prima casa automobilistica in Cina ed opera tramite i marchi Hongqi, Jiefang e Besturn, ha presentato un’offerta per l’acquisizione di tutte le attività di veicoli commerciali di Iveco, inclusi camion e autobus, nonché una quota di minoranza nella divisione motori di Fpt.

I SITI DI CNH INDUSTRIAL INTERESSATI

In particolare, l’eventuale vendita interesserebbe lo stabilimento dove viene prodotto il Daily, situato a Suzzara, in provincia di Mantova (1.680 lavoratori), e lo stabilimento dove viene prodotto l’eurocargo, a Brescia (2.250 lavoratori). Per l’acquisizione di una quota Fpt Industrial, entrerebbero in gioco la divisione motori presente a Torino e a Foggia.

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