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Iveco

Iveco ai cinese di Faw, ecco come politica e sindacati tamponano Cnh

Sindacati e parlamentari chiedono al governo di entrare in partita nelle trattative di Cnh per la vendita di Iveco al gruppo cinese Faw. Tutti i dettagli

 

Non solo Fca e Stellantis, Exor in queste settimane è chiamata a giocare un’altra partita, quella che vede come protagonista Iveco, corteggiata dalla cinese Faw. Ma, se nella partita per la nascita di Stellantis il governo non è sceso in campo, sindacati e parlamentari chiedono che questa volta il ministero dello Sviluppo Economico vada all’attacco, difendendo stabilimenti ed occupazione.

Andiamo per gradi.

L’INTERESSE DI FAW PER IVECO

Partiamo dal principio. La società Faw, fondata nel 1953 nella città nord-orientale di Changchun, è la prima casa automobilistica in Cina ed opera tramite i marchi Hongqi, Jiefang e Besturn, ha presentato un’offerta per l’acquisizione di tutte le attività di veicoli commerciali di Iveco, inclusi camion e autobus, nonché una quota di minoranza nella divisione motori di Fpt.

SINDACATI E PARLAMENTARI IN ALLARME SU IVECO PER FAW

L’offerta ha messo in allarme sindacati e parlamentari, che chiedono al Governo di entrare in partita nelle contrattazioni tra Cnh Industrial, proprietaria del brand Iveco, e la cinese Faw, con l’obiettivo di tutelare i siti e l’occupazione.

GLI STABILIMENTI INTERESSATI

Le trattative di vendita di autobus e camion Iveco interessano lo stabilimento dove viene prodotto il Daily, situato a Suzzara, in provincia di Mantova (1.680 lavoratori), e lo stabilimento dove viene prodotto l’eurocargo, a Brescia (2.250 lavoratori). Per l’acquisizione di una quota Fpt Industrial, entrerebbero in gioco la divisione motori presente a Torino e a Foggia.

PATUANELLI: INTERESSE DA VERIFICARE SU IVECO

Luoghi e numeri che non lasciano indifferente il Ministro Stefano Patuanelli, che rispondendo oggi alla Camera alle sollecitazioni di Federico Fornaro di ‘Liberi ed uguali’ sulla “tutela dei siti italiani” ha detto: “Questo interessamento del gruppo Faw Jefang va verificato con Cnh”.

PROSEGUONO ACCORDI-QUADRO

E sempre il Ministro, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Dire, ha confermato gli accordi quadro azienda-sindacati sulla “reindustrializzazione dei siti produttivi della Cnh” che sfociano in accordi locali.

IL CASO BRESCIA

Tutto bene, quindi? Non proprio. Perché se il Sindaco di Brescia prova a ricordare al ministro che in ballo ci sono, in queste trattative, anche 24 milioni che Iveco dovrebbe investire in città, lo stesso Patuanelli frena bruscamente, dal momento che causa Covid, gli investimenti previsti “potrebbero essere posticipati e si prevede il ricorso al contratto di solidarietà per 30 mesi”.

IL PROGETTO DI ELETTRIFICAZIONE

A dire il vero, i milioni in ballo sono molti di più e non riguardano solo Brescia. Sempre come ricordato dal Ministro, infatti, Iveco ha presentato la richiesta dell’accordo di innovazione, firmato con le Regioni Piemonte e Liguria, per il progetto Daily elettrico. Si prevede un investimento di 34,5 milioni più otto milioni e 79.000 euro dal ministero che, sommati a quello regionale, innescano un’agevolazione di oltre nove milioni, ma il progetto definitivo “è in corso di verifica e analisi”.

IL FUTURO DI CNH INDUSTRIAL E LO SCENARIO SU IVECO

E le incognite su Iveco pesano, più in generale, sul futuro di Cnh Industrial, che in questi mesi è alle prese con una riorganizzazione, che procede secondo i piani come detto da Cnh Industrial ai sindacati, nell’incontro tenutosi il 20 gennaio e presieduto dal Ministero dello Sviluppo economico.

LA RIORGANIZZAZIONE DEGLI STABILIMENTI

Se a Pregana si fanno i conti con gli esuberi e a Foggia ci si prepara a far fronte alla mancata commessa Sevel, a Lecce si profila per il 2021 un significativo aumento dei volumi, pari a circa il 20% rispetto al 2019. Buone notizie anche per Jesi e Modena, dove per il 2021, non si prospetta utilizzo alcuno di ammortizzatori sociali. Procede la riorganizzazione nei due siti di FPT Torino, dove si registrano volumi produttivi sostanzialmente stabili rispetto al 2019, mentre lo stabilimento di Bolzano, Iveco Defence, fa registrare un incremento dei volumi. A San Mauro (Torino) è in atto la riconversione dello stabilimento in centro di logistica industriale

Lo stabilimento Astra di Piacenza lavorerà all’ultima gara aggiudicata con la Germania, mentre lo stabilimento di Suzzara (Mantova) è in fase di ripresa dopo la fase di caduta del lockdown. A Brescia, invece, è stato siglato il contratto di solidarietà per 24 mesi e sono iniziati i primi interventi pattuiti per rafforzare la missione produttiva del sito.

LE RICHIESTE DEI SINDACATI A CNH PER IVECO

Non è certo questo il momento di abbassare la guardia. Ed è per questo che, in una nota congiunta, Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr chiedono “al Governo di continuare a seguire le vicende industriali e societarie di Cnh Industrial” e chiedono “Ministro Patuanelli di interessarsi fattivamente ad esse e di partecipare al prossimo incontro, consapevole della importanza di questo gruppo per l’Italia sia dal punto di vista occupazionale e sia industriale. Più in generale occorre un impegno concreto del governo per sostenere la transizione verso la elettrificazione, tanto più che investimenti specifici sono attesi nelle fabbriche di Torino e di Brescia”.

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Cosa chiedono Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr al Governo per Cnh Industrial. Ecco il comunicato congiunto integrale

Il processo di riorganizzazione di Cnh Industrial procede secondo quanto pattuito nell’accordo del 10 marzo 2020 e i volumi produttivi sono in ripresa rispetto allo scorso anno, tuttavia sul futuro gravano le incognite delle vicende societarie. Abbiamo quindi chiesto al Ministero dello Sviluppo economico di seguire non solo l’esecuzione del piano industriale ma anche le prospettive proprietarie e azionarie del gruppo, a cominciare dalle trattative in corso con la cinese FAW per Iveco.

Nell’incontro tenutosi oggi e presieduto dal Ministero dello Sviluppo economico, Cnh Industrial ha illustrato il quadro complessivo degli stabilimenti italiani: a Lecce si profila per il 2021 un significativo aumento dei volumi, pari a circa il 20% rispetto al 2019; a Foggia la riorganizzazione procede conformemente agli accordi, per prepararsi al venir meno della commessa Sevel; a Jesi e a Modena nel 2021 non si prospetta utilizzo alcuno di ammortizzatori sociali grazie a una buona ripartenza dopo la fase di lock down e a una crescita dei volumi anche rispetto al 2019; nei due siti di FPT Torino si procede secondo gli accordi sindacali relativi ai flussi di lavorazioni e si registrano volumi produttivi sostanzialmente stabili rispetto al 2019; a Bolzano lo stabilimento Iveco Defence fa registrare un incremento dei volumi; alla Astra di Piacenza si avranno i benefici dell’ultima gara aggiudicata con la Germania; lo stabilimento di Suzzara (Mantova) si è ripreso con rapidità dopo la fase di caduta del lockdown, tornando ai volumi del 2019; a Brescia è stato siglato il contratto di solidarietà per 24 mesi e sono iniziati i primi interventi pattuiti per rafforzare la missione produttiva del sito; resta assolutamente strategico il ruolo del magazzino di Modena, tanto che la sua attività non si è interrotta nemmeno con il lockdown. Per quanto concerne Pregnana (Milano), colpita purtroppo dalla decisione di chiusura, è in fase di applicazione l’accordo sindacale di marzo 2020, con cui si stanno scongiurando gli esuberi attraverso una serie di strumenti quali esodi incentivati volontari prioritariamente finalizzati alla pensione, l’offerta di trasferimento incentivata in altro stabilimento del gruppo, occasioni di reimpiego presso altri imprenditori del territorio, nonché la ricerca di un investitore che reindustrializzi il sito tutt’ora in atto in collaborazione con la Regione Lombardia; sul processo di reindustrializzazione riteniamo che occorra l’impegno anche del Mise e Ministero del Lavoro, per garantire ammortizzatori sociali e supporto agli investimenti. San Mauro (Torino), infine, è in atto la riconversione dello stabilimento in centro di logistica industriale secondo l’accordo del marzo 2020, è in corso l’utilizzo della CIGS e residuano solo 19 eccedenze delle 110 iniziali.

Chiediamo al Governo di continuare a seguire le vicende industriali e societarie di Cnh Industrial e chiediamo al Ministro Patuanelli di interessarsi fattivamente ad esse e di partecipare al prossimo incontro, consapevole della importanza di questo gruppo per l’Italia sia dal punto di vista occupazionale e sia industriale. Più in generale occorre un impegno concreto del governo per sostenere la transizione verso
la elettrificazione, tanto più che investimenti specifici sono attesi nelle fabbriche di Torino e di Brescia.

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