skip to Main Content

Auto Solare

Da Lightyear 0 a Sono Motors: tramonta il sogno dell’auto solare?

Anche i tedeschi di Sono Motors, nonostante i 45mila preordini, dicono addio all'auto solare. Sion fa così la fine di Lightyear 0

Soprattutto per via della transizione energetica, negli ultimi anni il mondo dell’automotive era parso una prateria vergine, tutta da colonizzare, per tantissimi attori che non avevano mai costruito auto prima: da Google ad Amazon, passando per Huawei e Sony, non si contano i colossi che hanno deciso di investirci ingenti capitali reclamando la propria fetta. Ma come successo a un buon numero di startup, che nonostante i lauti finanziamenti sono andate a sbattere strada facendo, anche diversi attori hanno via via deciso di gettare la spugna. In particolare chi aveva scommesso tutto sull’auto solare.

NUBI SULL’AUTO SOLARE

L’ultimo, in ordine di tempo è Sono Motors, azienda tedesca che ha infine ammesso, dopo anni di difficoltà e rinvii, la cancellazione del programma Sion, la vettura elettrica alimentata con i pannelli posti sulla carrozzeria. “Prima di entrare nei dettagli, vogliamo ringraziare sinceramente tutte le persone che ci hanno sostenuto nel corso degli anni”, il messaggio che campeggia ora sul sito.

“Grazie alla nostra forte e fedele comunità, senza la quale non saremmo mai arrivati così lontano. Siamo estremamente dispiaciuti di aver interrotto il programma Sion così vicino a portarlo in strada. Siamo ancora pienamente impegnati a fare una vera differenza nella mobilità e a rendere solare ogni veicolo. Nonostante le oltre 45.000 prenotazioni e preordini per la Sion, siamo stati costretti a reagire alla continua instabilità dei mercati finanziari e a razionalizzare la nostra attività”.

SOLO PANNELLI SOLARI SU BUS E TIR

Si tratta di una inversione di marcia totale, quella della realtà tedesca, che esce di scena come produttore dell’auto solare per concentrarsi esclusivamente sul fotovoltaico. Subito fuori dagli stabilimenti circa 300 dipendenti, tra cui il direttore operativo Thomas Hausch. Sono, secondo quanto annunciato dal cofondatore Laurin Hahn, si concentrerà su soluzioni fotovoltaiche, compresi software e dispositivi di elettronica di potenza, rivolgendosi soprattutto a clienti aziendali in Europa, Asia e Stati Uniti. In ambito quattro ruote collaborerà con Mitsubishi, Scania e Man per proporre le sue tecnologie a costruttori intenzionati a integrarle su autobus, veicoli refrigerati o ricreativi.

IL PRECEDENTE FINNICO

Una storia che ricorda da vicino la disavventura occorsa alla finlandese Lightyear che di pre-ordini per la sua auto solare ne aveva raccolto nemmeno la metà, 21.000 unità, pari comunque a un controvalore di tutto rispetto da 840 milioni di euro, ma questo non le ha impedito di cessare la produzione del modello Zero. In questo caso, però, i finnici sono intenzionati a restare sul mercato e, pur di riuscirci, punteranno tutto su quello “budget”, archiviata la possibilità di fare arrivare negli autosaloni quello da 250mila euro.

La startup olandese Lightyear guidata dal Ceo Lex Hoefsloot aveva presentato il prototipo di una vettura elettrica alimentata a energia solare un anno prima della pandemia, nel giugno del ’19, con l’obiettivo di iniziare la produzione nel 2021. Secondo le ambizioni della startup, la vettura poteva generare fino a 20.000 km di autonomia all’anno con la sola esposizione al sole, anche se le prestazioni non sarebbero state da supercar: il prototipo raggiungeva i 100 km/h in circa 10 secondi.

Poi sono arrivate in rapida successione una pandemia, la crisi dei chip, una guerra capace di destabilizzare il mondo intero, l’impennata dei costi delle materie prime e il progetto si è arenato. Al CES di Las Vegas la startup aveva comunque presentato un nuovo modello, la Lightyear 2, previsto per il 2025 a un prezzo inferiore ai 40.000 euro. Ma il finanziamento da quasi 1,5 milioni nell’ambito di un progetto comunitario che riguarda le tecnologie solari e i soldi raccolti coi preordini non sono a quanto pare bastati.

Back To Top