Se, da un lato, il crollo della domanda di auto elettriche ha fatto parlare a più riprese gli osservatori di possibile “bolla” spingendo i grandi marchi a rimangiarsi i propri piani industriali di transizione ecologica e portando un buon numero di startup sul ciglio del fallimento, dall’altro l’entusiasmo con cui i mercati hanno accolto l’arrivo di Xiaomi nel mondo dell’auto elettrica lascia supporre che il settore abbia ancora un futuro.
LA CORSA DELL’AUTO ELETTRICA DI XIAOMI (PRIMA DI PARTIRE)
Il titolo d Xiaomi, fresco di debutto col suo primo veicolo elettrico sportivo SU7 ha infatti compiuto un rally dell’8,57% dopo un picco intraday del 16%. La compagnia di Pechino ha aggiunto circa 7,6 miliardi di dollari al suo valore di Borsa con le azioni ai massimi da gennaio 2022 nel primo giorno di negoziazione dal lancio della sua auto che strizza l’occhio alla Porsche Taycan.
LA SFIDA CON TESLA
Il vero rivale però dovrebbe essere Tesla che la prima auto elettrica di Xiaomi, abbreviazione di Speed Ultra 7, surclassa almeno su carta. La sua tecnologia a 800 Volt, secondo quanto dichiarato dalla casa madre, consente di ricaricare 220 km in cinque minuti e 390 in soli 10 minuti (la Tesla Model S nello stesso lasso di tempo ne incamera 225). La batteria è prodotta dalla connazionale Catl e ha una capacità sfruttabile di 101 kWh, per un’autonomia dichiarata di ben 800 km, il 10% in più rispetto alla già citata Model S (715 km)
IL SOLITO PREZZO CINESE
Non sappiamo se le prestazioni vantate corrispondano o meno al vero. Di certo però la nuova auto elettrica di Xiaomi è offerta a meno di 30.000 dollari per il modello base, più economico del Model 3 di Tesla in Cina. Venerdì la società ha dichiarato di aver ricevuto circa 90mila preordini (per la precisione 88.898) per la sua prima auto elettrica in appena 24 ore di messa in vendita: una cifra che, considerando la capacità produttiva iniziale annua di 150.000 vetture, indica l’esaurimento degli ordini per l’anno in corso.
Oggi gli analisti sottolineano che l’azienda cinese, che ricava la maggior parte dei ricavi da 37,5 miliardi di dollari dagli smartphone, in Borsa pesi molto di più delle Case automobilistiche pure, vantando una valutazione di 55,2 miliardi di dollari, superiore per esempio alle statunitensi General Motors e Ford, che si fermano rispettivamente a 52,4 e 53,1 miliardi. Il futuro dell’auto elettrica sarà nelle mani dei colossi dell’intrattenimento? È quello che sperano le rivali, da Huawei a Sony.