skip to Main Content

Acquisto Leopard 2

Chi costruirà i Leopard 2 (ora al vaglio del Parlamento)

Il governo ha trasmesso alle commissioni di Camera e Senato la richiesta di parere parlamentare per l'acquisizione da parte dell’Esercito Italiano del carro armato tedesco Leopard 2. Fatti, numeri e approfondimenti

Al via il programma per l’acquisto dei carri armati tedeschi Leopard 2 per l’Esercito italiano, annunciato la scorsa estate dalla Difesa.

Lo scorso 24 gennaio il governo ha trasmesso alla Commissioni Esteri e Difesa del Senato e alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 13/2023, denominato “Rinnovamento della componente corazzata (Main Battle Tank Leopard 2 e piattaforme derivate) dello strumento militare terrestre relativo all’acquisizione di piattaforme della componente pesante con particolare riferimento ai Main Battle Tank (MBT) “Leopard 2” nell’ultima versione attualmente disponibile sul mercato internazionale e delle piattaforme derivate recupero e soccorso, gittaponte e pioniere da affiancare alla flotta “Ariete” in versione ammodernata C2/C3.

Come spiega nella scheda illustrativa, “il programma si inserisce nell’ambito di un diffuso interesse, da parte di Paesi alleati, nel rinnovamento delle capacità di combattimento delle proprie forze pesanti, che tiene conto della contemporanea progressiva obsolescenza cui stanno andando incontro i sistemi attualmente in linea e i nuovi requisiti della Nato, condizionati dai recenti sviluppi dello scenario internazionale”.

Tutti i dettagli.

L’OGGETTO DEL PROGRAMMA

Il programma consiste nell’approvvigionamento sia di piattaforme Leopard 2, sia delle relative versioni derivate (che hanno le funzioni di recupero e soccorso, “gittaponte” e pioniere). Si tratta di mezzi già disponibili sul mercato, allo stato dell’arte e basate su sistemi che già operano nelle forze armate di Paesi alleati in ambito sia europeo che NATO. In particolare, tali piattaforme dispongono di tecnologie in grado di massimizzare le prestazioni in termini di protezione, letalità, potenza di fuoco e mobilità. Oltre alle piattaforme, è prevista l’acquisizione del relativo supporto logistico pluriennale, dei necessari adeguamenti infrastrutturali delle sedi che li ospiteranno; del munizionamento, dei sistemi di simulazione funzionali allo svolgimento delle attività di formazione e addestramento; dei veicoli e sistemi da trasporto.

La dotazione delle stesse piattaforme in altri paesi europei e Nato assicura – si legge sempre nella scheda – una piena sostenibilità logistica, un’affidabile catena dei rifornimenti e un continuo sviluppo capacitivo.

LA DURATA

Il programma è concepito secondo un piano di sviluppo pluriennale, di presumibile avvio nel 2024 e della durata complessiva ipotizzata di 14 anni (fino al 2037). La prima fase (2024-2026) riguarda lo sviluppo, la produzione delle pre-serie e l’omologazione delle piattaforme.

IL NUMERO DELLE PIATTAFORME

La seconda fase (2027-2037) è invece finalizzata all’acquisizione di: fino a 132 piattaforme MBT, per equipaggiare n. 2 reggimenti carri e gli istituti di formazione e fino a 140 piattaforme corazzate derivate, per equipaggiare le unità delle brigate pesanti, medie e leggere, tutti i reggimenti genio e i reggimenti logistici dell’Esercito e gli istituti di formazione.

Come si legge nel documento in esame, l’acquisizione ricomprende un supporto logistico pluriennale, in cui sono inclusi: la formazione del personale operatore e manutentore dei veicoli; le attrezzature necessarie alla manutenzione; lo svolgimento di attività manutentive e correttive da parte di squadre a contatto; il munizionamento funzionale alle attività di omologazione, certificazione, addestramento basico e costituzione di una scorta; veicoli e sistemi da trasporto; adeguamenti infrastrutturali necessari a potenziare le sedi delle unità che ospiteranno le nuove piattaforme; sistemi di simulazione per l’addestramento.

IL FABBISOGNO ECONOMICO

Il costo complessivo è stimato in 8 miliardi e 246 milioni di euro (a condizioni economiche 2023). Questa somma risulta già finanziata una quota di poco inferiore al 50%, cioè 4 miliardi e 90 milioni di euro, a valere sugli stanziamenti derivanti da capitoli del settore investimento del Bilancio Ordinario del Ministero della Difesa, nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente.

Il completamento del programma, per il restante valore previsionale complessivo di altri 4 miliardi e 156 milioni di euro, sarà realizzato attraverso successivi provvedimenti formalizzati al completamento delle dotazioni e all’acquisizione del supporto logistico pluriennale integrato.

LE INDUSTRIE COINVOLTE

Infine, anche se il programma riguarda l’acquisizione di mezzi già esistenti e individuati, di produzione tedesca, la scheda rileva che la sua realizzazione avrebbe un positivo impatto sulle PMI italiane, creando un indotto orientato alla crescita tecnologica e del know how e al conseguimento di una maggiore competitività.

Come ricordato da Pietro Batacchi su Rid, “al momento devono ancora essere definiti gli accordi industriali tra tutti i soggetti coinvolti: Leonardo, IDV, CIO, Krauss Maffei Wegman (responsabile del LEOPARD 2A8 combat), con cui Leonardo ha già sottoscritto un accordo strategico, e Rheinmetall (responsabile delle varianti speciali e fornitrice della vetronica del LEOPARD 2)”.

Back To Top