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Che combina Toyota con i progetti sulle auto elettriche?

Il colosso nipponico starebbe riformulando il proprio piano per i veicoli alla spina. Toyota intende recuperare il tempo perso velocizzando i progetti sulle auto elettriche?

Gli Stati più avanzati, dagli USA al Vecchio continente, per arrivare alla Cina, la Corea del Sud e il Giappone, sono alle prese con le sfide della transizione energetica nel campo automotive. Da tempo qui su Start teniamo d’occhio ciò che accade nel Paese del Sol Levante, a oggi il meno convinto ad abbracciare l’elettrico anche perché quello i cui marchi si erano instradati da tempo sulla via dell’idrogeno.

Akio Toyoda, nel suo doppio ruolo di numero 1 di una delle maggiori case giapponesi e di presidente dell’associazione automobilistica dei costruttori di auto della nazione del Sol Levante, ha recentemente affermato: “Il Giappone è dipendente dalle esportazioni, perciò, la neutralità del carbonio equivale a una problematica occupazione per il Paese. Alcuni politici dicono che dobbiamo trasformare tutte le auto in veicoli elettrici o che l’industria manifatturiera è obsoleta, ma non credo che sia così. Per proteggere i posti di lavoro e di conseguenza anche la vita dei giapponesi, penso che sia necessario guardare al nostro futuro lavorando nella più giusta direzione fatta finora”.

IL MONITO DEL CEO DI TOYODA

Lo scorso anno, il ceo Toyoda aveva portato a sostegno della sua tesi sulla necessità di procedere con una transizione ecologica più ragionata e meno repentina il fatto che il Giappone produce circa 10 milioni di veicoli all’anno, di cui circa il 50% viene esportato: ebbene, le previsioni ipotizzano che l’industria nipponica possa produrre 8 milioni di veicoli all’anno solo con il contributo dei motori a combustione, inclusi ibridi e Phev, anche nel 2030, mentre la loro eliminazione per legge paralizzerà il mercato del lavoro.

“Ciò significa che la produzione di 8 milioni di unità andrebbe persa e l’industria potrebbe rischiare di dover rinunciare alla maggior parte dei 5,5 milioni di posti di lavoro”, aveva ammonito Toyoda. “Se i motori a combustione interna sono il nemico, probabilmente non saremo più in grado di produrre quasi tutti i veicoli che oggi assembliamo con tutte le conseguenze negative che da tale situazione discenderebbero per la nostra economia”.

CHE FA TOYOTA CON LE AUTO ELETTRICHE

Preambolo necessario per comprendere i rumors recentemente portati a galla da Reuters secondo la quale Toyota potrebbe apportare significative modifiche ai suoi progetti più rilevanti nel campo delle auto elettriche. Il colosso nipponico, accusato dagli ambientalisti di essere partito con ritardo e poca convinzione sul fronte della mobilità a basso impatto, avrebbe in programma di incontrare all’inizio dell’anno prossimo i suoi principali fornitori per illustrare sostanziali correzioni alla strategia da 30 miliardi al 2026, presentata alla fine del 2021.

In cantiere Toyota ha il lancio di 16 auto elettriche ma adessoalcuni programmi per lo sviluppo delle eredi delle due prime elettriche pure (la Toyota bZ4X e la Lexus RZ) rischiano di slittare. A proposito di Lexus, non dimentichiamo che, secondo quel piano industriale, il marchio premium da qui al 2035, infatti, dovrebbe offrire esclusivamente auto a batteria nei suoi mercati principali.

Nel complesso, le strategie annunciate prevedevano investimenti per 8 mila miliardi di yen (62,4 miliardi di euro) sui veicoli elettrificati, di cui 4 mila miliardi solo sulle elettriche. Le risorse stanziate sarebbero dovute essere funzionali a raggiungere l’obiettivo di vendere ogni anno 3,5 milioni di veicoli elettrici già entro il 2035, quasi il doppio rispetto al precedente target di 2 milioni di mezzi a zero emissioni fissato, però, per il 2030.

IL BOOMERANG DELLA E-TNGA

Sempre secondo le voci di corridoio raccolte dall’agenzia di stampa, il gruppo di lavoro più importante del settore R&D, quello cioè guidato dal chief competitive officer Shigeki Terashi starebbe valutando se cancellare del tutto la e-Tnga, piattaforma nata sulla base di quella, pressoché omonima, dedicata ai modelli endotermici, così da assemblare le auto a batteria sulle stesse catene di montaggio dei veicoli a benzina o ibride.

Sulla carta pareva una mossa vincente che avrebbe permesso a Toyota di non aprire nuove gigafactory e di non trasferire ulteriormente la produzione in Cina, ma nei fatti andare a risparmio starebbe invece limitando la capacità del costruttore di adottare tutte quelle innovazioni che gli ingegneri nipponici ritengono cruciali per competere con Tesla. Secondo quanto aveva ufficializzato nel 2020 la stessa Toyota, seppur volendo procedere cautamente come sua abitudine, la Casa nipponica avrebbe dovuto lanciare entro il 2025 sei nuovi modelli elettrici basati sulla nuova piattaforma e-Tnga, da condividere anche con Lexus, Subaru e con ogni probabilità pure con Mazda e Suzuki. Si può dunque facilmente intuire cosa significhi accantonare ora il progetto per ripartire da zero.

Per Reuters, le modifiche ai piani sarebbero legate all’intenzione della Toyota di migliorare la competitività delle elettriche, accelerando l’adozione di tecnologie in grado di aumentare le prestazioni dei motori e delle batterie e di garantire una maggior integrazione tra i vari dispositivi elettronici a bordo veicolo. L’obiettivo dei giapponesi sarebbe ritoccare soprattutto la seconda parte dei progetti già resi noti, proprio al fine di ridurre il divario di performance abbassando al contempo i costi delle elettriche rispetto alla concorrenza. Non resta che attendere conferme o smentite da quello che lo scorso anno è stato il costruttore numero 1 per numero di vetture piazzate nei 50 Stati USA. Un titolo che i giapponesi potrebbero velocemente sfuggire di mano se Toyota non sarà altrettanto competitiva sul fronte della mobilità elettrica.

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