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Boeing

Boeing, fine del maxi sciopero?

Sabato scorso Boeing e il sindacato hanno raggiunto un accordo provvisorio che potrebbe far ottenere ai lavoratori un aumento salariale del 35% e porre fine allo sciopero che da cinque settimane sta impattando sulla produzione del colosso aeronautico

Pronto a tirare un sospiro di sollievo Boeing, al secondo mese dal maxi sciopero che ha bloccato la produzione.

Sabato scorso il colosso aerospaziale americano e l’International Association of Machinists, il sindacato interno che rappresenta 33mila lavoratori, hanno raggiunto un accordo provvisorio, in una trattativa facilitata dalla Casa Bianca. L’intesa comprende un aumento dei salari del 35% su quattro anni.

Se sarà accettata, la proposta metterà fine allo sciopero iniziato il 13 settembre che sta ostacolando la produzione dell’azienda aeronautica statunitense. Boeing, già colpita da ripetuti problemi di sicurezza, ha cercato di aumentare la produzione e salvare la propria reputazione. Lo storico sciopero è anche il primo indetto da dipendenti di Boeing dal 2008; giunge a un mese dalla nomina del neo ceo Kelly Ortberg, che ha promesso di ripristinare la fiducia nella compagnia dopo i disastri e gli incidenti di volo che hanno visto protagonisti aerei di linea Boeing negli ultimi anni.

“Non vediamo l’ora che i nostri dipendenti votino su questa proposta negoziata”, ha affermato la società in una dichiarazione. I lavoratori si esprimeranno mercoledì 23 ottobre sulla proposta.

Tutti i dettagli.

COSA PREVEDE LA NUOVA PROPOSTA

La nuova proposta prevede un aumento salariale del 35% che verrebbe distribuito su quattro anni, con il 12% distribuito il primo anno, un altro 8% ciascuno dei due anni successivi e il 7% nel quarto anno. Il sindacato ha fissato una votazione per ratificare il contratto proposto per mercoledì.

L’ACCORDO RIFIUTATO OLTRE UN MESE FA

Era il 13 settembre quando i lavoratori degli stabilimenti del nell’area di Seattle, sulla Costa ovest degli Stati Uniti, sede della maggior parte della produzione di aerei commerciali della Boeing, hanno proclamato lo sciopero, dopo aver votato per il 95% contro il contratto negoziato dai vertici dell’azienda.

La proposta prevedeva un aumento salariale del 25% fino al 2027 (mentre i dipendenti chiedevano un aumento del 40%), un bonus di 3.000 dollari e l’impegno di costruire nel comprensorio di Seattle il nuovo aereo commerciale che Boeing vorrebbe avviare entro il 2028. Una settimana dopo che l’accordo fu respinto, Boeing migliorò la sua offerta al 30% di aumenti salariali nell’arco dell’accordo quadriennale, definendola la sua migliore e ultima offerta. Disse che la richiesta del sindacato di aumenti salariali ancora più consistenti era “di gran lunga superiore a quanto può essere accettato se vogliamo rimanere competitivi come azienda”.

L’IMPATTO DELLO SCIOPERO SU BOEING…

Dunque da ormai oltre un mese ha incrociato le braccia la maggior parte dei macchinisti dell’area di Seattle dell’azienda, parte del sindacato International Association of Machinists and Aerospace Workers che costruisce i jet Boeing 737, 777 e 767.

L’azienda ha perso circa 1 miliardo di dollari al mese a causa dello sciopero, oltre alle perdite in corso, secondo una stima di Standard & Poor’s. Ha anche annunciato piani per tagliare il 10% del suo personale globale, ovvero circa 17.000 dei suoi 171.000 lavoratori. Lo sciopero ha interrotto la produzione di quasi tutti i suoi jet commerciali e l’azienda riceve la maggior parte del denaro dalla vendita dei suoi aerei al momento della consegna.

… E NON SOLO

Come ricorda la Cnn, lo sciopero è stato un duro colpo per il colosso dell’industria aeronautica statunitense già in difficoltà, che nonostante i recenti problemi rimane una componente chiave dell’economia statunitense. Boeing è il più grande esportatore americano e ha un contributo annuale stimato di 79 miliardi di dollari all’economia, sostenendo 1,6 milioni di posti di lavoro direttamente e indirettamente presso 10.000 fornitori distribuiti in tutti i 50 stati.

Inoltre, la crisi ha iniziato a diffondersi attraverso la catena di fornitura di Boeing, con Spirit AeroSystems Holdings Inc. che ha avvertito che avrebbe dovuto licenziare 700 lavoratori che costruiscono componenti per i programmi 767 e 777, riporta Bloomberg.

LE DIFFICOLTÀ DI CASSA

Infine, la scorsa settimana l’azienda ha annunciato i piani per raccogliere fino a 25 miliardi di dollari in nuovo capitale, nel tentativo di stabilizzare le proprie sempre più precarie finanze.

La società, alle prese anche con uno sciopero dei lavoratori, ha registrato l’ultimo bilancio in attivo nel 2018 e ha bruciato negli ultimi anni circa un miliardo di dollari al mese. Con 45 miliardi di dollari di debito netto, Boeing ha chiuso il mese di settembre con 10,3 miliardi di dollari tra contanti e titoli, quasi la somma minima necessaria a continuare a operare.

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