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battery swapping alleanza cinese

Battery swapping, la Cina crede davvero nelle super batterie o preferisce sostituirle?

Perché ricaricare la batteria se si fa prima a sostituirla? Dopo Geely e numerosi altri partner, Nio prende a bordo un'altra connazionale: Gac. Per l'auto elettrica i cinesi scommettono sempre più sulla tecnica del battery swapping?

Le aziende, le università e le startup cinesi stanno investendo ingenti quantità di denaro, per lo più pubblico, sulla batteria del futuro, quella che consentirà all’auto elettrica di avere maggiore autonomia e, soprattutto, non costringerà i guidatori a tediosi pit stop alle colonnine superiori ai 15 minuti. Il traguardo però sembra ancora lontano, anche considerati gli incredibili risultati conseguiti proprio in Cina nell’ultimo periodo. Per questo sempre più Case vanno a rinforzare quella alleanza tutta cinese sul battery swapping.

COS’È IL BATTERY SWAPPING

La tecnica del battery swapping (“sostituzione della batteria”, per i non anglofoni) prevede di recarsi in apposite stazioni di rifornimento per un cambio al volo della batteria esaurita con una carica. È la soluzione a tutti i problemi di ricarica? Dipende.

Di battery swap, o swapping, se ne parla dagli inizi del ‘900, prima che i motori endotermici prendessero piede. Pare che, oltre un secolo fa, la prima a ideare un sistema simile sia stata General Motors, con stazioni di posta riconvertite ad hoc.

LE CASE CHE CI AVEVANO GIA’ PENSATO (FALLENDO)

In tempi più recenti, forse qualcuno ricorderà che l’alleanza tra i francesi di Renault e i giapponesi di Nissan (che ha appena subito un importante maquillage contenutistico) passò anche da quel tema, attraverso investimenti in una startup, Better Place.

Se ne occupò pure un’altra ex startup poi diventata colosso incontrastato della mobilità: Tesla di Elon Musk, ma lasciò perdere preferendo tentare la strada delle ricariche superveloci con tecnologie proprietarie.

LA CINA AMA IL BATTERY SWAPPING

È notizia delle ultime ore che. dopo alcuni tentennamenti. il gruppo Gac (Guangzhou Automobile Group Motor) ha stretto un accordo con Nio nel campo del battery swapping: quest’ultima alcune settimane fa aveva fatto sapere di aver effettuato oltre 30 milioni di sostituzioni di batteria da quando il servizio, nel maggio del 2018, è stato reso disponibile nel Paese asiatico arrivando a contare 1.937 stazioni di scambio batterie chiamate Power Swap Station destinate a salire a 2300 entro pochi mesi.

IL BATTERY SWAPPING SECONDO NIO

Le stazioni di Nio, attraverso una procedura automatizzata, permettono di procedere una batteria in 5 minuti. Quelle di ultima generazione inaugurate in Cina contengono 21 accumulatori contro i 13 nella generazione precedente in modo da poter effettuare 408 sostituzioni al giorno, contro le 312 della generazione precedente.

CHI SCOMMETTE SU NIO

Ora Nio e Gac hanno siglato un accordo per promuovere la creazione di standard per la sostituzione rapida di batterie, sviluppare veicoli abilitati a tale tecnologia e naturalmente espandere la rete di stazioni.

L’attivismo di Nio nel battery swapping e la sostanziale immobilità nel progresso nella realizzazione di batterie realmente veloci aveva già spinto Geely, holding cinese proprietaria anche di numerosi marchi automobilistici europei come Volvo, Polestar o Lotus, ad avviare una partnership strategica con la scale-up connazionale.

E non è nemmeno la sola notizia che permette di intuire quanto il battery swapping stia elettrizzando l’Asia. L’ormai ex startup ha fondato, insieme ad altre realtà come il produttore di batterie Gotion, Wenergy Group e Anhui Transportation Holding Group, una nuova società, nota come Zhongan Energy, per costruire mille stazioni di scambio nella provincia dell’Anhui.

Ma l’alleanza cinese sul battery swapping ha ben altri partecipanti al proprio interno. Nio ha firmato accordi di partenariato con le rivali connazionali Chery e Jac per cooperare sugli standard delle batterie, sulla tecnologia di scambio e sull’espansione delle stazioni.

PURE STELLANTIS CI PROVA

In Italia hanno iniziato a battere la medesima via Eni e XEV. Anche Stellantis inizia a credere che il futuro dell’auto elettrica non sia nelle colonnine di ricarica: lente e ancora troppo poche. Il quarto gruppo automobilistico mondiale sul finire dello scorso anno ha annunciato che proverà a battere la strada del battery swap, abbandonata da Tesla ma perseguita in Cina, firmando un accordo vincolante per dare il via a una partnership con la startup californiana Ample di Khaled Hassounah, founder nonché attuale ceo.

Il colosso guidato da Carlos Tavares ha insomma intuito che se i principali marchi cinesi, destinati a imporsi sul mercato dell’auto elettrica, adotteranno quello standard tecnologico è facile che anche il battery swapping possa imporsi rispetto alle colonnine di ricarica.

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