Solo questa settimana due importanti case automobilistiche europee, la tedesca Volkswagen e la svedese (ma controllata da un gruppo cinese) Volvo, hanno ridimensionato gli obiettivi sulla mobilità elettrica: Volkswagen ha investito molto in queste tecnologie ma non sta avendo un riscontro soddisfacente di vendite, e Volvo ha fatto sapere che continuerà a offrire anche modelli ibridi nel 2030.
L’Europa ha un problema con le auto elettriche: le considera indispensabili per la decarbonizzazione dei trasporti privati – al punto da aver vietato, dal 2035, l’immatricolazione dei veicoli a benzina o diesel -, ma non riesce a far sì che si impongano davvero sul mercato. Per via del prezzo più alto rispetto ai modelli con motore endotermico, le auto elettriche sono ancora un prodotto “per ricchi” e in generale le loro vendite rimangono dipendenti dagli incentivi economici.
CALANO LE VENDITE DI AUTO ELETTRICHE IN EUROPA
Nel mese di luglio, riporta Bloomberg, le consegne di veicoli elettrici in Europa sono calate di oltre il 10 per cento, a causa principalmente di un crollo del 37 per cento in Germania, il mercato più grande della regione. I piani di investimento delle case automobilistiche, insomma, non sembrano trovare riscontro sui mercati.
“In Europa stiamo perdendo sempre più rapidamente i vantaggi di costo”, ha detto a Bloomberg Ferdinand Dudenhöffer, direttore del Center Automotive Research. “L’effetto sarà che la Cina continuerà a espandere i suoi naturali vantaggi competitivi nei veicoli elettrici e le strutture di costo in Europa continueranno a rimanere indietro”. La Cina è il più grande paese produttore al mondo di auto elettriche e di batterie, il loro componente principale.
Non sono solo i veicoli elettrici a rallentare, però: il mercato automobilistico europeo è quasi un quinto al di sotto dei livelli pre-pandemia, dunque anche le vetture tradizionali faticano a vendere, contribuendo all’erosione della redditività delle case produttrici.
NON SOLO VOLKSWAGEN E VOLVO: ANCHE MERCEDES FRENA
Oltre a Volkswagen e a Volvo, altre aziende automobilistiche europee hanno frenato sull’elettrico o hanno mandato segnali in questo senso. Mercedes-Benz, ad esempio, si era inizialmente impegnata ad elettrificare completamente la sua offerta entro il 2030, ma lo scorso maggio ha detto che continuerà a offrire modelli endotermici anche oltre quella data: l’amministratore delegato Ola Kallenius ha ammesso che “la trasformazione potrebbe richiedere più del previsto”.
UN’AUTO PER LE MASSE
Il problema principale delle case europee è la difficoltà a produrre un modello di auto elettrica adatto al mercato di massa, ovvero che abbia un prezzo abbordabile per l’utente medio: già una Fiat 500e – senza citare i modelli di fascia alta – costa quasi 35.000 euro, il doppio rispetto alla versione con motore a combustione interna. Le aziende cinesi, al contrario, riescono a offrire modelli competitivi, che sono però stati “appesantiti” dai dazi imposti proprio per proteggere l’industria automobilistica comunitaria (anche se Volkswagen li ha criticati, e non è stata l’unica).
L’UNIONE EUROPEA FARÀ MARCIA INDIETRO SUL BAN AL MOTORE TERMICO?
Il divieto europeo alle immatricolazioni di vetture con motore endotermico potrà essere riesaminato nel 2026 e – scrive Bloomberg – “negli ultimi mesi si sono intensificate le trattative dietro le quinte tra rappresentanti dell’industria e del governo per attenuare” la misura.
La Germania ha già ottenuto una deroga per i veicoli alimentati a e-fuel, dei combustibili sintetici ad emissioni neutre che possono circolare nei motori tradizionali. “La transizione all’elettromobilità è una grande sfida per i costruttori automobilistici tedeschi”, ha dichiarato a Bloomberg Reinhard Houben del Partito liberaldemocratico (Fdp), contrario al ban all’endotermico. “A posteriori”, ha aggiunto, “Volkswagen è stata troppo veloce nell’abbandonare il motore a combustione. Ora è necessario correggere questo errore, anche se a caro prezzo”.