È dunque Atlantia il partner scelto da Ferrovie (gruppo 100% del Tesoro) per affiancare Delta e ministero dell’Economia nell’operazione per la nuova Alitalia. Lo ha deciso ieri il consiglio di amministrazione del Gruppo guidato da Gianfranco Battisti, che ha scartato invece le altre tre offerte sul tavolo presentate dal gruppo Toto, Claudio Lotito e dal patron di Avianca German Efromovich (qui l’approfondimento di Start sui motivi del no di Ferrovie e Mediobanca a Toto, Lotito ed Efromovich).
LA SCELTA DELLE FERROVIE PER ATLANTIA
Una scelta che certo non era quella auspicata fin dall’inizio dal M5s, da sempre freddo sulla società dei Benetton, finita nel mirino dopo il crollo del Ponte Morandi. Il vicepremier Luigi Di Maio annuncia comunque la scelta come una vittoria e, non senza lanciare una stoccata al collega leghista Matteo Salvini (“un grande risultato mentre qualcuno oggi si prendeva il caffè al tavolo”), assicura che comunque sulla revoca della concessione di Autostrade non si indietreggia. La contraddizione è palese, ma non per Di Maio evidentemente.
Sui social, però, oggi spopola un video di qualche settimana fa nel quale il ministro dello Sviluppo economico, ospite di Porta e Porta, diceva: «Atlantia dentro Alitalia? Andrà a picco, farà precipitare gli aerei».
IL RUOLO DEL GRUPPO DEI BENETTON
Atlantia, da mesi considerata come la strada più percorribile dai più, ma fattasi avanti ufficialmente solo pochi giorni fa (giovedì il mandato del cda all’a.d. ad approfondire e poi ieri con la presentazione dell’offerta), mentre in passato il gruppo smentiva, è stata scelta nel corso di una riunione di oltre 4 ore del consiglio di amministrazione di Fs, che ha passato in rassegna le offerte arrivate ieri all’advisor Mediobanca da quattro soggetti. Solo Atlantia è stata però ritenuta adatta ad andare avanti nella prossima fase, che servirà a “condividere un piano industriale” e a definire gli “altri elementi dell’eventuale offerta”, ha spiegato Ferrovie, assicurando che il lavoro con i partner inizierà “quanto prima”. Per finire entro la fine di settembre, è la previsione degli addetti ai lavori.
I MALUMORI DEGLI ESCLUSI E I VELENI SU ATLANTIA
Non mancano le indiscrezioni pepate sulla decisione di Ferrovie e Mediobanca: “Fonti vicine a uno dei soggetti interessati, in maniera confidenziale, rilevano che è stato prescelto l’unico gruppo che non aveva fatto una proposta di interesse, ma che aveva chiesto un rinvio e una modifica del piano industriale”, ha scritto il Sole 24 Ore dando conto dei malumori dei tre esclusi.
LA SODDISFAZIONE DI BATTISTI (FERROVIE)
Comunque il consorzio non è ancora costituito e non ci sono ancora impegni vincolanti da parte di nessuno. C’è un “tavolo”, al quale si siedono soggetti forti. Chi è comunque soddisfatto, secondo il Sole, è Questo è l’amministratore delegato di Fs, Gianfranco Battisti, “dopo oltre dieci mesi di lavoro su un dossier che sembrava impossibile e che, pur avendo fatto passi avanti importanti, è ancora lontano dal traguardo”. “Battisti ha portato dentro l’operazione Delta Airlines, una delle maggiori compagnie mondiali, oltre 44 miliardi di dollari di ricavi nel 2018 e risultati in crescita anche quest’anno. Adesso ha ottenuto l’adesione a partecipare al tavolo di Atlantia, uno dei maggiori gruppi internazionali nelle infrastrutture, azionista di controllo di Aeroporti di Roma, che gestisce gli scali di Fiumicino e Ciampino”, ha aggiunto Gianni Dragoni del quotidiano confindustriale diretto da Fabio Tamburini.
LE RICHIESTE DI ATLANTIA E LE INDISCREZIONI DEL SOLE 24 ORE
Quanto ad Alitalia, la holding dei Benetton chiede precise garanzie prima di impegnarsi a fare un’offerta vincolante, il cui orizzonte sarà il 30 settembre: ” L’a.d. Giovanni Castellucci chiede «profonde modifiche» al piano industriale della «Nuova Alitalia», riferisce una fonte – ha scritto il Sole – C’è già un piano predisposto da Fs e Delta. Atlantia lo conosce da alcuni mesi e ritiene che sia troppo a favore di Delta, che è interessata a difendere la sua posizione di supremazia nei voli transatlantici. Atlantia chiede un maggior potenziamento dei voli da Fiumicino per Nord America e Asia e non le piace il progetto di creare un’area di alimentazione di Fiumicino (feederaggio) con nuovi voli dai Balcani (Zagabria, Spalato). Anche i servizi di terra di Alitalia a Fiumicino (handling) dovrebbero essere riorganizzati. La società dei Benetton chiede più qualità e, secondo fonti esterne, maggiori tagli. Sullo sfondo il tema del governo societario e della struttura manageriale. Un tema che forse verrà definito dopo la stesura del piano industriale, ma che si integra profondamente con il piano”.
IL COMMENTO DEL PROF. ARRIGO
Non tutti, fra gli esperti, applaudono. E’ il caso di Ugo Arrigo, uno degli economisti in Italia più addentro in materia di trasporti, editorialista del Fatto Quotidiano. Arrigo ha puntato lo sguardo sui rapporti fra Alitalia e le società aeroportuali, come gli Aeroporti di Roma del gruppo Atlantia: “I principali gestori aeroportuali hanno goduto in questo decennio, grazie a una norma discutibile, di contratti di programma in deroga molto favorevoli, i quali hanno portato a un decollo dei livelli tariffari a carico dei passeggeri e dei vettori. Quando l’Iri possedeva con una mano Alitalia e con l’altra gli aeroporti di Roma lo si ritenne incompatibile”, ha sottolineato Arrigo in una conversazione con Start.