Il mutamento della geografia industriale di Stellantis sta lasciando dietro di sé un buon numero di macerie, come dimostra la vicenda dello stabilimento di Crevalcore della Magneti Marelli e come testimoniato dai 12mila lavoratori che il 13 aprile scorso hanno sfilato per Torino chiedendo garanzie per Mirafiori.
TUTTI COMPATTI CONTRO LE MOSSE DI TAVARES
In piazza non c’erano solo gli operai dello storico polo situato a Sud del capoluogo piemontese, ma anche i dipendenti e gli industriali della filiera germinata dal Dopoguerra a oggi attorno a Fiat. La moria di queste piccole realtà è già iniziata. L’ultima ad aver abbassato definitivamente le serrande è stata la storica Proma, l’azienda di componentistica che riforniva la Maserati.
LA DIETA DI STELLANTIS METTE A STECCHETTO ANCHE LE TERZE PARTI
L’allarme dei sindacati è fotografato dai numeri: nel primo trimestre dell’anno la produzione in Italia negli stabilimenti Stellantis è calata di quasi il 10% e la situazione più grave si sta registrando a Mirafiori dove i volumi si sono dimezzati, con all’attivo in totale 12.680 unità e la prospettiva di restare sotto la soglia delle 50mila unità durante il 2024.
Nel bel mezzo delle polemiche sul nome dell’Alfa Romeo Milano prodotta in Polonia Stellantis ha deciso prima di tagliare il 12% della forza lavoro nel torinese con 1.520 esuberi su 12 mila lavoratori e procedere con oltre 2.500 uscite in tre diversi impianti italiani: oltre a Mirafiori, anche Cassino (850 di cui 300 in trasferta a Pomigliano) e Pratola Serra con 100 esuberi, quindi ha decretato pure la sospensione della produzione in quel di Mirafiori per tutto il mese di maggio con la chiusura totale dello stabilimento.
CHIUSURE D’OLTRALPE
Le aziende di componentistica, si diceva, risultano quelle che soffrono maggiormente le sterzate di Carlos Tavares da quando è alla guida di Stellantis. Persino in Francia, dove è stata appena messa in liquidazione dal tribunale di Bobigny – si legge su Le Figaro – la MA France a Seine-Saint-Denis, alle porte di Parigi.
Le cronache locali riportano che l’azienda è entrata in crisi a causa del calo delle commesse da parte di Stellantis: il 90% dei volumi era destinato proprio al costruttore franco-italiano, in particolare a utilitarie e veicoli commerciali leggeri. MA France impiegava 280 persone con contratto a tempo indeterminato e da 120 a 150 a tempo determinato, in agitazione già da giorni.
IL DANNO (ANCHE) ITALIANO
Si tratta di un ennesimo danno collaterale che va a insistere sul tessuto industriale italiano: la realtà era infatti nel portafogli della Cln, gruppo piemontese da oltre 7 mila dipendenti e 1 miliardo di ricavi attivo nella lavorazione di lamiere e altri elementi in metallo per le auto.
Secondo quanto riferito dai media, Cln aveva ritoccato i listini del 12% a causa dell’aumento dei costi di produzione, perdendo però il suo cliente principale. La chiusura del sito segue lo stop alle attività della Marelli ad Argentan e di altre aziende in diverse località, sottolinea Quattroruote.