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Alitalia

Alitalia, guerra in volo tra Lufthansa (spinta da Atlantia) e Delta

Nuovi dati sui conti in profondo rosso di Alitalia. Delta medita di sfilarsi. Lufthansa si mostra disponibile (Atlantia favorevole) ma non vuole che la guida sia pubblica (Tesoro e Ferrovie). Tutte le ultime novità sul futuro di Alitalia

Continuano le turbolenze sul futuro di Alitalia.

Seppure salvata da un altro prestito ponte dello Stato, non ci sono ancora certezze sull’assetto azionario della cosiddetta Nuova Alitalia.

Dopo la disponibilità di Lufthansa (che pero non gradisce il perno del Tesoro) con gran giubilo di Atlantia, indiscrezioni finanziarie accreditano l’ipotesi che l’americana Delta sia in uscita (con grande sconcerto del gabinetto del Mise che già con Luigi Di Maio caldeggiava l’alleato americano), mentre come sottolineato su Start settimane fa dall’esperto Gaetano Intrieri emergono dalle cronache del Sole come la cassa di Alitalia continui ad andare a rotoli nonostante le rassicurazioni dei commissari (criticati peraltro da un economista esperto del settore come Ugo Arrigo che ha collaborato nello scorso governo con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).

Ecco le ultime novità.

Il Corriere della Sera oggi svela che l’americana Delta medita di sfilarsi. “Delta Air Lines non ha gradito la gestione del dossier Alitalia negli ultimi giorni e si dice contraria al «gioco al rilancio» con Lufthansa. Per questo non esclude di sfilarsi dalle trattative lasciando Ferrovie (a capo della cordata per la creazione della newco) e Atlantia due sole alternative: accettare qualsiasi proposta tedesca, compresa la semplice partnership commerciale, oppure costringere i commissari ad andare al tribunale fallimentare”, ha scritto il quotidiano milanese.

Sul tavolo dell’ad Ed Bastian “c’è l’ipotesi di ribadire ai soci italiani che l’investimento di Delta non andrà oltre una cifra «intorno ai 100 milioni di euro», un modo per poter lasciare aperta l’ipotesi di salire a 120 milioni. Prendere o lasciare”, ha aggiunto il Corsera.

Il Sole 24 Ore oggi si concentra sulla situazione finanziaria, stimmatizzando l’operato dei tre commissari della compagnia aerea: “L’Alitalia ha già bruciato circa 837 milioni di euro di liquidità da quando è nella gestione commissariale. È come una fornace volante che, in media, ogni giorno brucia banconote per un valore di circa 900mila euro – ha svelato Gianni Dragoni – Questo va avanti da 913 giorni”.

“Dati piuttosto scarni, perché i commissari di Alitalia (Stefano Paleari, Enrico Laghi e Daniele Discepolo, che lo scorso dicembre ha sostituito Luigi Gubitosi) pubblicano poche informazioni sull’andamento economico-finanziario e patrimoniale della compagnia. Non sono tenuti per legge a pubblicare un bilancio consuntivo annuale, e infatti non lo pubblicano”, ha aggiunto il Sole 24 Ore.

“Tuttavia – ha commentato Dragoni – poiché la compagnia è tenuta in vita con soldi pubblici, altrimenti avrebbe smesso di volare da un pezzo perché, come ha osservato il vicepresidente della Bei Dario Scannapieco, «Alitalia oggi non ha ancora le caratteristiche per essere bancabile», sarebbe desiderabile un po’ più di trasparenza sui conti”.

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