Il mondo non vuole farsi trovare di nuovo impreparato. Dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19, e le notizie arrivate colpevolmente in ritardo, l’allerta riguardo all’insolito aumento di polmoniti e malattie respiratorie tra i bambini in Cina ha attirato l’attenzione di autorità sanitarie ed esperti che vogliono vederci chiaro.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha chiesto maggiori dati e informazioni a Pechino che, questa volta, ha subito risposto, assicurando che si tratta di una normale conseguenza della fine delle restrizioni anti-Covid e di agenti patogeni già noti come influenza, rinovirus, virus respiratorio sinciziale (Rsv), adenovirus e batteri, tra cui il mycoplasma pneumoniae, che colpisce in particolare i bambini.
Le rassicurazioni della Cina, però, non convincono tutti, specialmente dopo che anche Vietnam e Francia hanno segnalato un anomalo aumento di casi di polmonite tra i bambini.
I DATI FORNITI DA PECHINO
Nella teleconferenza con l’Oms, le autorità sanitarie del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie e dell’Ospedale pediatrico di Pechino hanno fornito i dati richiesti. Da questi, fa sapere l’Oms, è emerso un incremento delle consultazioni ambulatoriali e dei ricoveri ospedalieri di bambini a causa della polmonite da mycoplasma pneumoniae da maggio e di Rsv, adenovirus e virus dell’influenza da ottobre.
Non sono dunque stati indicati “agenti patogeni insoliti o nuovi o presentazioni cliniche insolite”, nemmeno a Pechino e Liaoning, dove finora si è riscontrato il maggior numero di casi. Le autorità sanitarie hanno inoltre dichiarato che “l’aumento delle malattie respiratorie non ha comportato un carico di pazienti superiore alle capacità degli ospedali”.
Tuttavia, alcuni video che circolano su X mostrano il contrario:
⚠️UNDIAGNOSED PNEUMONIA OUTBREAK—An emerging large outbreak of pneumonia in China, with pediatric hospitals in Beijing, Liaoning overwhelmed with sick children, & many schools suspended. Beijing Children's Hospital overflowing. 🧵on what we know so far:pic.twitter.com/hmgsQO4NEZ
— Eric Feigl-Ding (@DrEricDing) November 22, 2023
Beijing hospital overwhelmed by crowd suffering from a respiratory illness. China insists it’s just the flu and not a new virus. pic.twitter.com/NiQ7Tv4G4Y
— Mike Sington (@MikeSington) November 27, 2023
Per la Cina, l’insolita individuazione di segnalazioni sarebbe inoltre da attribuire “a una maggiore sorveglianza ambulatoriale e ospedaliera per le malattie respiratorie che coprono un ampio spettro di virus e batteri, compreso, per la prima volta, il mycoplasma pneumoniae”.
COS’È IL MYCOPLASMA PNEUMONIAE E CHI COLPISCE
Il mycoplasma pneumoniae è un batterio che causa frequentemente nell’uomo infezioni del tratto respiratorio, in particolare durante l’infanzia. Le sue proteine di adesione, spiega l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, hanno una particolare affinità per l’epitelio del tratto respiratorio, per questo è causa di polmonite. L’infezione si verifica più specialmente durante l’estate e l’inizio dell’autunno, ma può svilupparsi tutto l’anno. Si riscontra in bambini di tutte le età, con una frequenza crescente fino ai 6 anni.
Dopo l’infezione acuta, persiste una lunga fase di presenza asintomatica (per settimane o mesi) che permette la trasmissione da persona a persona attraverso un contatto ravvicinato. Il periodo di incubazione dopo l’esposizione è di circa 23 giorni. Inoltre, la concomitanza di altri patogeni è frequente.
COME SI MANIFESTA
Il mycoplasma pneumoniae causa un ampio spettro di malattie, anche se molte infezioni sono asintomatiche. Le manifestazioni cliniche dell’infezione sintomatica sono prevalentemente a carico del tratto respiratorio e, nei bambini, la più comune è la polmonite, il cui esordio è graduale e caratterizzato da cefalea, malessere e febbre di basso grado; la tosse è solitamente secca e può persistere per settimane o mesi; spesso i bambini presentano affaticamento, a volte difficoltà a respirare e mal di gola.
Attualmente non esiste né un vaccino né un test rapido per identificare la presenza di mycoplasma pneumoniae, ma solo un test PCR di laboratorio.
PERCHÉ QUELLO CHE DICE LA CINA POTREBBE ESSERE VERO
Un aumento di casi legati ad agenti patogeni già noti, come il mycoplasma pneumoniae, può essere credibile perché il primo inverno dall’abolizione delle misure anti-Covid – che per la Cina è questo – può portare a una maggiore circolazione di altre malattie che sembravano scomparse ma che sono stagionali. Anche in Europa, l’anno scorso si era verificato un numero insolito di ricoveri tra i bambini, che dopo essere stati chiusi in casa per le restrizioni, non avevano adeguate difese immunologiche per i comuni batteri.
Per Alexandre Bleibtreu, membro della Société de pathologie infectieuse de langue française (Spilf), infatti, “non siamo in una situazione simile al Covid” ma “si tratta solo della ricomparsa di un patogeno noto” che non circolava in modo epidemico da circa 10 anni.
“Le epidemie di mycoplasma pneumoniae si verificano ogni 3-7 anni e non sappiamo bene perché”, ha aggiunto Antoine Flahault, direttore dell’Institute of Global Health di Ginevra.
Inoltre, ricorda Bleibtreu, “abbiamo a che fare con una popolazione che non ha avuto una risposta immunitaria per 5 anni e quindi non è attrezzata per difendersi”. Per l’esperto, al momento, l’ipotesi di una nuova variante di questo batterio è “altamente improbabile”.
Chi è concorde con Bleibtreu sottolinea poi che se si trattasse di un nuovo virus non si ammalerebbero solo i bambini.
PERCHÉ NON SONO TUTTI CONVINTI
Tuttavia, c’è anche chi ritiene che alcuni fatti siano da approfondire. È il caso dell’epidemiologo statunitense Eric Feigl-Ding, che oltre ad aver mostrato immagini degli ospedali in Cina, ha osservato che la stessa situazione si sta verificando anche in Vietnam. Tra gli aspetti che reputa di maggiore attenzione ci sono la localizzazione dell’epidemia, solo a Pechino e Liaoning, che distano 800 km l’una dall’altra; la mancanza di informazioni circa l’inizio della diffusione e la velocità con cui sono saliti i casi.
Per altri epidemiologi citati da Nature, ciò che è insolito in Cina è l’alta prevalenza della polmonite perché negli altri Paesi, a seguito dell’abolizione delle restrizioni anti-Covid, i picchi di malattie hanno riguardato principalmente l’influenza e il virus respiratorio sinciziale. E, come fa notare Benjamin Cowling, epidemiologo presso l’Università di Hong Kong, “questo dato è sorprendente perché le infezioni batteriche sono spesso opportunistiche e insorgono dopo le infezioni virali”.
ALTRE POSSIBILI SPIEGAZIONI AI RICOVERI…
Chi solleva dubbi osserva che solitamente il mycoplasma pneumoniae è relativamente lieve e non richiede riposo a letto o ricovero in ospedale. È vero però che, come si legge su The Conversation, ci sono diverse spiegazioni all’elevano numero di ingressi nelle strutture sanitarie cinesi.
Nel caso di mycoplasma pneumoniae, per esempio, il Paese è tra quelli con il più alto livello di antibiotico-resistenza (70-90%) e dunque la comune azitromicina, tra i farmaci prediletti per il suo trattamento, potrebbe non essere sufficiente. Mentre per i pazienti con influenza, Rsv o adenovirus – che può provocare disidratazione e spiegare le foto di bambini con flebo – bisogna tenere in considerazione che nei minori di 5 anni sono tutte malattie che possono essere più gravi che negli adulti.
8) Let this photo sink in— students in China keep doing homework in the hospital while getting IV fluids.
What a world. pic.twitter.com/kATJZ49GZz
— Eric Feigl-Ding (@DrEricDing) November 22, 2023
…E ALTRI TIMORI
Ma nonostante diverse cause siano state individuate, a preoccupare alcuni esperti, tra cui Feigl-Ding, è l’influenza aviaria e una sua possibile mutazione che gli permetta di fare il salto di specie e diventare quindi trasmissibile da uomo a uomo.
Sebbene la Cina in passato sia stata epicentro della malattia, che si è poi diffusa anche in Europa, America e Africa, attualmente non ci sono indicazioni che sia in corso una nuova pandemia ma è comunque importante identificare e monitorare i cluster di polmonite non diagnosticati.