Circa una settimana fa ProMed, un sistema di sorveglianza accessibile al pubblico che monitora le epidemie di malattie umane e animali in tutto il mondo, lanciava un alert in merito a una polmonite non diagnosticata tra i bambini in Cina. Ora anche la Francia segnala un anomalo aumento di casi tra i bambini e i ragazzi sotto i 15 anni.
Ecco tutti i dettagli.
COSA STA SUCCEDENDO IN FRANCIA
Da qualche settimana in Francia è in corso un’epidemia di pneumopatia nei bambini. Questa infezione respiratoria, diversa dalla bronchiolite, scrive France Info, sta diventando sempre più comune, soprattutto tra i minori di 15 anni. Tra luglio e novembre, le visite al pronto soccorso e i consulti con SOS Médicins (servizio di emergenza che invia i medici direttamente a una residenza invece di inviare un’ambulanza) sono passate da meno dell’1% a quasi il 3%.
Sotto accusa è il mycoplasma pneumoniae, il batterio responsabile anche, almeno in parte, della fiammata di polmoniti in Cina.
I NUMERI DEI CASI IN FRANCIA
Dal bollettino ufficiale sul monitoraggio dei pronto soccorso, pubblicato dalle istituzioni la scorsa settimana, è emerso che per i più piccoli si è registrato per queste infezioni un aumento del 44% degli accessi tra 0 e 2 anni in una settimana. Numero che si dimezza al 23% per la fascia di età da 2 a 14 anni. In generale, per la pediatria l’attività assistenziale risulta raddoppiata rispetto alle ultime due stagioni per queste patologie.
Si apprende inoltre che nei pronto soccorso pediatrici i piccoli pazienti arrivano per un forte affaticamento, febbre, tosse persistente e profonda. Una sintomatologia che, in Francia, è in queste settimane tra le prime 8 cause di ricorso alle cure d’urgenza.
L’OMS VUOLE VEDERCI CHIARO
Dopo l’alert di ProMed, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha presentato una richiesta ufficiale alla Cina per ottenere informazioni dettagliate sull’aumento delle malattie respiratorie e sui casi di polmonite.
LA PRIMA RISPOSTA DELLA CINA
Pechino, nonostante le immagini di pronto soccorso sovraffollati e le poche notizie che si sono riuscite ad avere, afferma che l’aumento dei casi è dovuto all’influenza e ad altri agenti patogeni noti e non a un nuovo virus.
La Commissione sanitaria nazionale infatti ha riferito in un briefing che i recenti “gruppi di infezioni respiratorie sono dovuti a una sovrapposizione di virus comuni come influenza, rinovirus, virus respiratorio sinciziale o RSV, adenovirus e batteri” come il mycoplasma pneumoniae, che è sì un comune responsabile di infezioni del tratto respiratorio ma è anche difficile da curare per la sua resistenza all’azitromicina, l’antibiotico più usato per il suo trattamento.
La Cina, in particolare, presenta una maggiore resistenza con punte che vanno fino al 60%-70% dei casi negli adulti e fino all’80% dei casi nei bambini.
IL CASO DEL VIETNAM
Ma oltre a Cina e Francia, anche il Vietnam segnala un picco di malattie respiratorie da ottobre e la scorsa settimana l’epidemiologo statunitense Eric Feigl-Ding pubblicava su X il video di un reparto respiratorio dell’ospedale pediatrico del Vietnam, dove non c’erano più letti disponibili.
14) The respiratory department at Vietnam's children's hospital (HCMC) has run out of beds, forcing patients to lie in hammocks in the hallway. Video via @trongnhan9500
— Eric Feigl-Ding (@DrEricDing) November 22, 2023
Ora, stando all’Ansa, la conferma arriva anche dalla Società internazionale per lo studio delle malattie infettive, che nel suo Programma di monitoraggio delle malattie emergenti riporta anche un caso di influenza aviaria in Cambogia, in una bambina di 4 anni, ma al momento non si parla di una possibile trasmissione da uomo a uomo.
Per quanto riguarda il Vietnam, solo nell’ospedale pediatrico di Can Tho, nel Sud del Paese, sono stati diagnosticati 1.100 casi fra polmoniti, asma bronchiale e gravi malattie respiratorie. In generale, dall’inizio di ottobre 2023 gli ospedali pediatrici hanno dovuto aumentare il numero dei posti letto disponibili. Si rileva però che il picco è stato raggiunto e che i casi stanno ora decrescendo.
I medici osservano che la tosse non è l’unico sintomo e raccomandano ai genitori di tenere sotto controllo anche segnali quali mal di testa, naso che cola, letargia, così come un’accelerazione nel ritmo del respiro, che potrebbe essere una spia di polmonite.