L’atteso faccia a faccia tra le due maggiori potenze economiche è previsto per domani. Dopo tensioni, attese e incertezze i presidenti di Stati Uniti e Cina, Joe Biden e Xi Jinping, si incontreranno a San Francisco in occasione del vertice sulla Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec).
Tra i vari temi che Biden e Xi affronteranno e sui quali è atteso un annuncio c’è anche la questione del fentanyl, l’oppioide che secondo il Messico arriva negli Stati Uniti tramite i carichi provenienti dalla Cina e attraversa il confine con l’aiuto dei cartelli della droga.
ALCUNI DATI SUL FENTANYL NEGLI STATI UNITI
Il fentanyl è stato dichiarato tra le principali cause di morte sotto i 50 anni, oltre che per overdose, negli Stati Uniti. Sono infatti più di 150 le persone che muoiono ogni giorno per overdose da oppioidi sintetici come il fentanyl, che è 50 volte più potente dell’eroina e 100 della morfina.
È una piaga che ha interessato molti presidenti Usa ma tra 2015 e il 2021, secondo il National Center for Health Statistics, le overdose sono aumentate di oltre sette volte. L’ex presidente Donald Trump nel 2018 ha annunciato un accordo con Xi ma da allora, scrive Bloomberg, “la crisi sanitaria alimentata dal farmaco si è intensificata”.
COSA C’ENTRA LA CINA CON IL FENTANYL NEGLI STATI UNITI
Pechino è stata tirata in ballo in merito alle morti causate da fentanyl negli Stati Uniti lo scorso maggio quando il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, ha affermato di avere le prove che carichi illegali di fentanyl arrivano dalla Cina, dopo che un container era stato intercettato a Lázaro Cárdenas, il più grande porto marittimo messicano e uno dei più grandi del Pacifico.
Poiché le autorità Usa incolpano le bande di narcotrafficanti messicane di farlo arrivare nel Paese, si ipotizza che parte del carico avrebbe proseguito il viaggio proprio verso gli Stati Uniti, dando vita a un triangolo letale. Ad aprile, tre figli del boss della droga El Chapo – membri del cartello di Sinaloa – sono stati accusati negli Usa di traffico di fentanyl, ma solo uno di loro è in custodia.
IL VIAGGIO DEL FENTANYL
La Cina, come sostiene il think tank Usa German Marshall Fund, è stata per anni la principale fonte di fentanyl al mondo. Nel 2019 gli Stati Uniti ne hanno vietato le esportazioni, ma le aziende chimiche e di spedizione cinesi hanno iniziato a vendere i precursori chimici per la produzione di fentanyl ai cartelli della droga messicani.
Obrador ha smentito che l’oppioide venga prodotto in Messico, sostenendo che le bande di narcotrafficanti lo acquistano direttamente da fornitori asiatici, ma per la Drug Enforcement Agency (DEA) statunitense sia il fentanyl che i precursori vengono trasportati dalla Cina al Messico, agli Stati Uniti e al Canada, spesso per posta internazionale.
LA RISPOSTA DI PECHINO
Pechino, rimandando le accuse al mittente aveva dichiarato tramite la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, che “non esiste un traffico illegale di fentanyl tra Cina e Messico” e che il diffuso consumo di fentanyl negli Stati Uniti è un problema “completamente made in Usa”.
L’OFFERTA DI COLLABORAZIONE DEGLI USA
Nonostante l’accusa di Obrador e la risposta di Pechino, gli Stati Uniti hanno deciso di non attaccare la Cina e, anzi, di usare le buone maniere della diplomazia per chiedere collaborazione nel fermare le esportazioni. L’ambasciatore Usa in Cina, lo scorso maggio, ha infatti affermato che finora tra i due Paesi non c’era stato “uno scambio produttivo sulla questione del fentanyl” ma che il problema centrale “sono le imprese illecite, non il governo cinese”.
Nello stesso mese anche il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, aveva affrontato nuovamente la questione con il suo omologo cinese Qin Gang durante una visita a Pechino. I funzionari commerciali cinesi avevano comunque continuato a puntare il dito contro la domanda statunitense di farmaci oppioidi e affermato che i precursori del fentanyl sono comuni prodotti chimici venduti attraverso i normali canali commerciali. Nonostante ciò, il South China Morning Post riteneva che sulla questione del fentanyl qualcosa si stesse muovendo.
COSA ASPETTARSI DALL’ANNUNCIO DI XI
Ora, da quanto scrive oggi Bloomberg, il momento della svolta dovrebbe essere vicino. Biden e Xi sarebbero infatti pronti ad annunciare un accordo – ancora in fase di definizione – “che vedrebbe Pechino impegnata a reprimere la produzione e l’esportazione di fentanyl, consegnando potenzialmente al presidente degli Stati Uniti un’importante vittoria” in vista delle elezioni del 2024.
Biden, in cambio, eliminerebbe le restrizioni sull’Istituto di scienze forensi del ministero della Pubblica sicurezza, un ente che gli Stati Uniti ritengono responsabile di violazioni dei diritti umani: nel 2020, il dipartimento del Commercio aveva limitato l’accesso di queste agenzie alla tecnologia statunitense per le accuse di essere coinvolte nella repressione degli uiguri nello Xinjiang.
Tuttavia, sia funzionari statunitensi che esperti cinesi hanno messo in guardia dalla tenuta dell’accordo a causa dei precari equilibri che intercorrono tra le due potenze. “Gli accordi con la Cina hanno una condizione non dichiarata: Non valgono se si criticano Xi e il Partito comunista. Se l’amministrazione Biden non sarà favorevole alla Cina nel 2024, l’applicazione di un accordo sul fentanyl svanirà”, ha dichiarato Derek Scissors dell’American Enterprise Institute.
SUL FENTANYL SI GIOCANO LE ELEZIONI USA?
La questione del fentanyl è un tema che sta a cuore agli elettori e i repubblicani lo hanno cavalcato per renderlo un potenziale ostacolo al secondo mandato di Biden. Trump, in corsa per le presidenziali, ha minacciato un embargo navale totale sui cartelli della droga, ha detto che dispiegherà l’esercito per combatterli e chiesto la pena di morte per gli spacciatori.
Anche il governatore della Florida Ron DeSantis ha dichiarato che metterebbe in campo l’esercito e l’ex ambasciatrice delle Nazioni Unite Nikki Haley ha affermato che gli Stati Uniti dovrebbero interrompere le normali relazioni commerciali con la Cina finché “non smetteranno di uccidere gli americani”.