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Farmaci Non Rimborsati

Ecco i Paesi che stanno acquistando le pillole anti Covid

Gli Stati Uniti hanno un accordo con Pfizer per 10 milioni di trattamenti, il Regno Unito ha già iniziato a somministrarle e anche l’Italia è interessata all’acquisto delle pillole anti Covid. Tutti i dettagli

 

Le pillole anti Covid escono dai laboratori per aggiungersi ai farmaci già in commercio contro la pandemia. Il trattamento, progettato per introdurre errori nel codice genetico del virus, può essere assunto a casa senza bisogno della vigile sorveglianza medica.

Merck e Pfizer sono le case farmaceutiche che al momento stanno piazzando i loro prodotti. Ecco quindi quali sono i Paesi che iniziano già ad accaparrarseli.

STATI UNITI

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, dopo aver presentato un piano miliardario per espandere la capacità di produzione di vaccini, ha annunciato anche un accordo con Pfizer per l’acquisto di 10 milioni di trattamenti della sua pillola antivirale Paxlovid.

Biden ha inoltre assicurato che le cure saranno “facilmente accessibili e gratuite”. Gli Stati Uniti, che hanno ordinato 1,7 milioni di dosi per quest’anno, hanno speso 1,2 miliardi di dollari, ovvero circa 700 dollari a trattamento.

REGNO UNITO

Il Regno Unito è il primo Paese al mondo ad aver autorizzato l’uso del farmaco ed entro la fine del mese dovrebbe ricevere quasi mezzo milione di dosi di molnupiravir, la pillola di Merck. A seguito di uno studio clinico negli Stati Uniti che aveva mostrato che un ciclo di cinque giorni dimezzava il rischio di ospedalizzazione o morte per i pazienti a rischio, il mese scorso – scriveva il Guardian – Downing Street aveva annunciato un accordo per comprarne 480.000 dosi.

ITALIA

Mentre l’Ema ha fatto sapere di aver avviato la procedura di revisione continua rolling review per la pillola di Merck, la scorsa settimana, il coordinatore del Cts Franco Locatelli diceva che “l’Aifa si è già attivata per acquisire una quantità adeguata del farmaco antivirale orale per il Covid-19 molnupiravir”.

Oggi, riporta Agi, il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo ha avuto mandato dal ministero della Salute di acquisire “un quantitativo pari 50.000 cicli trattamento di farmaci antivirali orali per Covid-19 per ciascuna tipologia di Molnupiravir e Paxlovid. Per i quali si avvieranno le procedure per la stipula dei contratti e/o acquisto al fine di consentirne l’effettiva disponibilità non appena le aziende saranno in grado di fornirli”.

FRANCIA

Il 6 novembre, France24 scriveva che l’era delle pillole anti Covid era iniziata anche in Francia. Già a fine ottobre, infatti, il ministro della Salute Olivier Veran aveva detto che la Francia si era “posizionata molto presto nel pre-ordine”, accordandosi con Merck per 50 mila dosi che riceverà tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre.

GERMANIA

Il settimanale tedesco Wirtschaftswoche, citato da Reuters, riferisce che il ministro della Salute ad interim Jens Spahn ha intenzione di comprare la pillola di Pfizer: “Il ministero della Salute – scrive il giornale – è in contatto con Pfizer per un possibile acquisto del farmaco antivirale Paxlovid”.

EXTRA UE

La società Airfinity, specializzata in analisi di mercato, rivela che tra i Paesi interessati alle pillole anti Covid ci sono Nuova Zelanda, Australia e Corea del Sud, a cui si aggiungerebbero, secondo Reuters, anche Taiwan, Singapore e Malesia.

ABBATTERE I COSTI

Per abbassare notevolmente i prezzi, però, è necessario che inizino a produrre le pillole anti Covid aziende di medicinali generici. Secondo l’Università di Harvard, in questo caso, la pillola di Merck potrebbe arrivare a costare 17 euro a trattamento.

Pfizer, come scriveva qualche giorno fa Start, ha fatto sapere che permetterà ai produttori di medicinali generici di fornire la sua pillola antivirale a 95 Paesi a basso e medio-basso reddito attraverso un accordo di licenza con Medicines Patent Pool (MPP), l’organizzazione no profit sostenuta dalle Nazioni Unite per l’accesso ai farmaci nei Paesi poveri.

L’accordo, tuttavia, esclude molti Paesi duramente colpiti dalla pandemia e che non hanno ancora un equo accesso ai vaccini, tra cui Cuba, Giamaica, Thailandia, Iraq, Libia. Inoltre, un Paese come il Brasile, sempre secondo l’accordo, potrà produrre il generico ma solo per esportarlo.

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