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Oms, Ranieri Guerra e Roberto Speranza. Che cosa ha scoperto Report

Caso Oms-Ranieri Guerra-piano pandemico italiano, tutti i dettagli sulle ultime rivelazioni di Report (Rai3)

 

L’Oms può diventare la foglia di fico del governo italiano? Questa è la domanda che la squadra di Report ha posto al direttore aggiunto dell’Oms ed ex direttore generale per la Prevenzione al ministero della Salute Ranieri Guerra, senza ottenere risposta.  

L’antefatto

La trasmissione di Rai Tre è tornata ieri sera sull’affaire Ranieri Guerra. Il 13 maggio scorso, a due mesi dall’inizio della pandemia, il numero due dell’OMS aveva imposto la rimozione di un documento che giudicava l’Italia impreparata davanti alla pandemia da covid-19 che l’aveva travolta. Il report, finanziato dal governo del Kuwait con l’obiettivo di informare i paesi non ancora colpiti dall’epidemia, era stato redatto da un team di 11 scienziati europei dell’Oms tra i quali anche l’italiano Francesco Zambon, ricercatore poi dimessosi dal suo incarico all’OMS. 

La strategia della foglia di fico

Report ha fatto luce sulla reciproca protezione tra OMS e Governo italiano, altrimenti detta “strategia della foglia di fico”. Il 13 maggio 2020 il rapporto sulla gestione della della pandemia da parte dell’Italia viene pubblicato, successivamente ritirato per correggere un errore ma non viene più permesso ai ricercatori di Venezia di rimettere online il documento.

La lettera di Ranieri Guerra al ministro Speranza e a Silvio Brusaferro (ISS)

Report rivela i contenuti di una email che il 14 maggio 2020 Ranieri Guerra scrive al ministro Roberto Speranza, con in copia Silvio Brusaferro (presidente dell’ISS), che ha come oggetto “Rapporto Venezia confidenziale”. “È con dispiacere personale che confermo la pubblicazione del rapporto elaborato dall’ufficio di Venezia senza l’autorizzazione degli uffici centrali di Ginevra, che era stata negata venerdì e ribadita lunedì dopo mio intervento piuttosto pesante – si legge nella mail -. Avevo imposto la discussione preliminare con te, Silvio (Brusaferro, ndr), Franco Locatelli, Andrea Urbani (Direttore Generale Ministero della Salute, ndr) e Ruocco per lo meno al fine di evitare di accendere inutili e dannose polemiche. Il momento è delicato e si sarebbe potuto utilizzare il rapporto come camera di amplificazione degli straordinari provvedimenti di Governo. Purtroppo mi è stata vietata ogni possibilità di intervento invocando da parte degli autori la libertà, l’autonomia e l’indipendenza. Senza valutare i danni collaterali e l’inevitabile crollo della reciproca fiducia. Non so che dire al di là della mia personale dissociazione dal rapporto che però farà danni ugualmente”. 

La versione del ministro Speranza: “Il Ministero non ha mai valutato il documento”

Il ministro Speranza, interpellato dai giornalisti di Rai tre, aveva fatto sapere che il documento pubblicato e poi fatto ritirare da Ranieri Guerra non era ufficiale e che quindi il Ministero della Salute non l’aveva mai valutato o commentato. “Speranza è in una posizione di estrema debolezza – dice Francesco Zambon, il ricercatore intervistato da Report -. Lui, o per lo meno il suo ufficio stampa, aveva detto di non saperne niente. E comunque il Ministero aveva detto che non era un rapporto dell’OMS”. Le cose sono andate un po’ diversamente, come emerso dai carteggi analizzati durante la trasmissione. “Io non ho mai sentito perché evidentemente la triplice alleanza Tedros-Guerra-Speranza esisteva veramente – aggiunge Zambon -, io pensavo fosse solo una boutade di Guerra”. 

L’insabbiamento del report indipendente 

Il documento dei ricercatori di Venezia certificava l’impreparazione dell’Italia davanti alla pandemia e, a differenza di quanto sosteneva Guerra, era stato approvato dagli uffici centrali di Ginevra. Molti sapevano dell’insabbiamento del rapporto OMS sulla gestione italiana del Covid, a partire, come dicono i giornalisti di Report, da Goffredo Zaccardi, Capo di gabinetto del ministro Speranza. “Il CDG (Capo di Gabinetto del Ministero della Salute, ndr) dice di vedere se riusciamo a farlo cadere nel nulla – si legge in un messaggio di Ranieri Guerra a Silvio Brusaferro -. Se entro lunedì nessuno ne parla vuole farlo morire. Altrimenti lo riprendiamo assieme”. 

Il ruolo del Presidente ISS Silvio Brusaferro 

Il Presidente dell’ISS Silvio Brusaferro aveva garantito di non aver mai protestato con l’OMS per i contenuti del dossier critico ma solo di aver protestato per non essere stato avvisato della sua uscita. “Sul testo OMS sono anche d’accordo di rivederlo insieme – si legge tra i messaggi del presidente ISS a Ranieri Guerra -. Domani ne parliamo, buona serata”. Come ricostruito da Report il 18 maggio Ranieri Guerra incontra Zaccardi e e poi, tra il 26 e il 28 maggio, parla di vero e proprio accordo con Speranza e il Capo di Gabinetto per rivedere insieme il testo. A scriverlo a Tedros è lo stesso Guerra, in una relazione di cui la trasmissione di Rai Tre è entrata in possesso. Alla fine il rapporto viene lasciato morire proprio come suggeriva Zaccardi. Guerra in una nuova relazione informa Tedros di aver incontrato Speranza a luglio e di aver scritto una dichiarazione per conto dell’Italia a supporto dell’OMS.  A conclusione dei fatti il ministro Speranza il 4 agosto loda l’OMS in una videoconferenza con Tedros. 

La replica del ministro Speranza 

Nei giorni scorsi il ministro Speranza è intervenuto sull’intera vicenda, dichiarando a Mezz’ora in più su Rai3 che la mail di Guerra “ci informava che era stato pubblicato quel report e ci riportava un dibattito legittimo all’interno dell’Oms, quelle scelte sono state tutte dell’Oms”. Le scelte fatte, ha quindi sottolineato, “non riguardano il governo italiano” che “in quei mesi così difficili” aveva “rapporti stretti” con l’Organizzazione mondiale della Sanità. Quel documento, ha aggiunto il ministro, “era una fotografia numerica con dei giudizi legittimi, dove ci sono anche giudizi lusinghieri”. Il ministro ha detto la sua anche sulle polemiche relative all’assenza di un piano pandemico aggiornato nel nostro Paese. “Secondo i nostri tecnici quel piano pandemico antinfluenzale non era sufficiente – ha concluso il ministro – e quindi è stato messo in campo un piano Covid adeguato a una fattispecie nuova che era emersa. Il Covid non è una semplice influenza”. 

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