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Aiuti Stato

Lotta al tabagismo. L’Ue chiede ai cittadini ma poi tira dritta per la sua strada?

Scienziati e comuni cittadini chiedono a Bruxelles di non equiparare la vecchia sigaretta alle soluzioni di ultima generazione. Ma la Ue pare avere già preso una decisione...

 

Lo scorso febbraio la Commissione Europea ha aperto una consultazione pubblica sulla Valutazione del quadro legislativo per la lotta al tabagismo: cittadini, organizzazioni, e portatori d’interessi nel campo della lotta contro il tabagismo possono esprimersi fino al prossimo 16 maggio 2023 (mezzanotte, ora di Bruxelles) fornendo un tassello in vista della prossima Direttiva Europea sui Prodotti del Tabacco (TPD), che potrebbe vedere la luce nel 2024.

L’Italia, che quando c’è da andare al voto si conferma tra i Paesi con il maggior numero di astenuti, qui è tra i 27 la nazione che scalpita maggiormente per dire la propria su un tema evidentemente sentito dall’opinione pubblica: con oltre 1000 risposte (al momento in cui scriviamo questo articolo) è al momento al secondo posto dopo la Germania.

LA CHIUSURA UE FAVORISCE LE SIGARETTE

La riflessione sul tema acquisisce particolare importanza alla luce dei progressi sul mercato dei prodotti senza combustione (sigarette elettroniche, tabacco riscaldato, bustine di nicotina per uso orale), che negli ultimi anni si sono affermati in diversi Paesi europei come alternative al fumo convenzionale. Esiste un forte rischio che, ancora una volta, in Europa prevalga una chiusura verso i nuovi prodotti che rischia semplicemente di avvantaggiare il prodotto che domina il mercato europeo: le sigarette.

L’orientamento, che risulta in linea con quello dell’OMS, è quello di una sostanziale equiparazione tra le diverse categorie di prodotto. Si tratta di un approccio in contrasto
con le crescenti evidenze scientifiche tenute in considerazione per esempio dal Public Health England in Inghilterra (2017), dal BFR in Germania (2018) e dalla Food and Drug Administration negli Stati Uniti (2018), giusto per citare le prime (ma l’elenco ricomprende anche il Norwegian Institute of Public Health, il Superior Health Council of Belgium e tre enti in Olanda, Cina e Giappone facenti parte dello stesso Tobacco Laboratory Network dell’OMS).

Da diversi anni molti medici e scienziati chiedono che le legislazioni si adeguino alle mutate condizioni rese possibili dall’evoluzione tecnologica e scientifica per integrare, al fianco delle politiche di prevenzione e contrasto al fumo, il principio di riduzione del danno.

Il principio di riduzione del danno in ambito medico fa specifico riferimento al contributo che l’innovazione può dare ai fini del miglioramento degli stili di vita dei cittadini rendendo disponibili produzioni, processi e prodotti in grado di modificare abitudini dannose per la salute. Il concetto di riduzione del danno, o harm reduction, applicato al settore del tabacco comincia a farsi strada all’interno della comunità scientifica a partire dalla fine degli anni ’70.

COSA DICONO GLI SCIENZIATI

Con il passare degli anni un numero crescente di esperti ha via via iniziato a sostenere che le alternative per la riduzione del danno funzionano, anche perché ci sono diversi studi che lo dimostrano. O comunque, come ha fatto recentemente notare Konstantinos Farsalinos, research fellow al Centro Onassis per la chirurgia cardiaca, nel suo intervento al Global Tobacco and Nicotine Forum (Gtnf) di Washington 2022, “è sicuramente importante conoscere meglio gli effetti a lungo termine di questi prodotti, ma sappiamo già che per avere dati certi a riguardo ci vorranno decenni: fino ad allora, però, occorre prendere le giuste decisioni per la salute pubblica”.

Soprattutto 20 nei Paesi europei, ha continuato, l’approccio delle autorità regolamentari nei confronti di questi prodotti è “quasi farmacologico, e non ha senso visto che processi analoghi non sono previsti, ad esempio, per i dolcificanti artificiali, i cui benefici a lungo termine per i casi di diabete sono tutt’altro che confermati”.

Come ha spiegato l’oncologo (ed ex Ministro della Salute) Umberto Veronesi in una lettera all’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2014: “Quando facciamo riferimento alla ‘riduzione del danno nel tabagismo’, esprimiamo il concetto secondo cui gli 1,3 miliardi di persone che attualmente fumano potrebbero causare molti meno danni alla loro salute se consumassero nicotina con modalità a basso rischio e senza combustione”.

In Giappone è stato osservato, attraverso l’analisi dei dati contenuti nel database delle richieste di risarcimento assicurativo del Japan Medical Data Center (JMDC25), un cambiamento nella traiettoria dei tassi di ospedalizzazione per malattie legate al fumo in seguito all’introduzione sul mercato dei prodotti a base di tabacco riscaldato (HTP).

In particolare, successivamente alla commercializzazione dei prodotti a tabacco riscaldato, è stata rilevata una riduzione significativa del numero di ricoveri per broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), malattia dell’apparato respiratorio caratterizzata da un’ostruzione irreversibile delle vie aeree e una flessione dei ricoveri dovuti a esacerbazione della BPCO. Questo studio dà indicazioni ulteriori sul potenziale impatto della commercializzazione dei prodotti a base di tabacco riscaldato sulle ospedalizzazioni associate a BPCO e cardiopatia ischemica cronica.

Le eCig contribuiscono a ridurre il numero di fumatori tradizionali: secondo quanto riporta un articolo pubblicato dai ricercatori della Medical University of South Carolina, nel Sol Levante, con l’introduzione dei prodotti a tabacco riscaldato nel mercato giapponese alla fine del 2015, si è assistito, nel periodo preso in esame – tra il 2011 e il 2019 -, a una diminuzione delle vendite delle sigarette del 38% mentre le vendite totali di tabacco (cioè, combinando sigarette e HTP) sono diminuite del 19%.

In seguito all’introduzione di HTP nel mercato giapponese tra il 2016 e il 2019, la variazione percentuale annuale (APC) per le vendite di tabacco è stata del -4,77% tra il 2011 e il 2019 (un APC negativo significa che le vendite sono diminuite nel corso del tempo). Tuttavia, separando le vendite di sole sigarette da quelle di HTP ha rivelato un andamento diverso. L’APC per le vendite di sigarette è stato del -3,10% tra il 2011 e il 2015, e del -16,38% tra il 2016 e il 2019, un calo significativo dopo l’introduzione del THS nel Paese, a livello nazionale.

L’ESEMPIO DEGLI ALTRI PAESI

Sulla base di tali dati si spiega perché un numero crescente di Paesi sfrutta le eCig come exit strategy dal fumo tradizionale: il Regno Unito, per esempio, è diventato nell’ultimo decennio un caso scuola nell’utilizzo dei nuovi dispositivi come le sigarette elettroniche. Il Public Health England ha dichiarato che le sigarette elettroniche sono del 95% meno dannose rispetto alle sigarette tradizionali.

Sulla base di ciò, il Ministero della Salute Inglese nel 2017 ha lanciato una campagna contro il fumo dandosi l’obiettivo di ridurre entro il 2030 il numero dei fumatori al di sotto del 5% della popolazione anche grazie ai nuovi prodotti. Negli ultimi anni, secondo i dati dell’Ufficio per le statistiche nazionali, le sigarette elettroniche hanno contribuito in modo significativo alla riduzione dei tassi di fumo.

Il National Health Service inglese riferisce che “sempre più persone si rivolgono al vaping per smettere di fumare. Le sigarette elettroniche sono molto meno dannose delle sigarette e possono aiutare a smettere di fumare definitivamente. Molte migliaia di persone nel Regno Unito hanno già smesso di fumare con l’aiuto di una sigaretta elettronica”. Molti altri esempi, numeri e report venivano riportati in questo paper.

IL PARADOSSO EUROPEO

Ma, soprattutto, l’Ue rischia anche di ignorare l’opinione pubblica del Vecchio continente: prendendo per esempio i dati della Consultazione promossa dalla Commissione Europea sullo stesso tema tra il 20 maggio 2022 e il 17 giugno 2022. In quell’occasione i cittadini europei, e in particolare quelli italiani, avevano espresso l’esigenza di una chiara informazione sulle alternative al fumo di sigaretta, nelle quali trovano un supporto essenziale per l’abbandono del fumo di sigaretta.

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